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Tajani jr a “Euro 2032”, dopo Marta Giorgetti la Figc di Gravina assume il figlio di un altro ministro. Il pallone spacca il Governo

Il fliglio del ministro degli Affari Esteri nell'ufficio che organizzerà l'Europeo, la figilia del ministro dell'Economia da tempo al "Club Italia". Lega e Fdi contro Gravina: Forza Italia in silenzio. Imbarazzi dopo l'ultima uscita di Erdogan

Mentre la Lega del vice-premier e ministro Matteo Salvini il 19 ottobre attaccava la Federcalcio chiedendo in una nota prima la testa del presidente federale Gabriele Gravina (“ciò che sta emergendo è inaccettabile, non possiamo assistere a questo scempio, serve una rivoluzione, è sempre più necessario, per rispetto di milioni di appassionati, un radicale cambiamento a partire dalle dimissioni del presidente Gravina”) all’affiorare in superficie pubblica del caso “scommesse” ricondotto (leggi qui e qui) – dopo aver fatto trascorrere però prima l’estate – tra via Allegri e via Campania dove c’è l’ufficio della Procura federale guidata dall’ex capo di Gabinetto del Mef Giuseppe Chinè all’abituale misura del patteggiamento e poi con una risposta affilata del senatore leghista MartiGravina guadagna più della Meloni, accetti le critiche, faremo un’interrogazione parlamentare per sapere se è stato lui ad alzarsi lo stipendio»), mentre il partito della premier Giorgia Meloni auspicava almeno il commissariamento della Federcalcio con un allungo del senatore di Fratelli d’Italia Marcheschibisogna verificare se vi siano le condizioni di un commissariamento della Figc da parte del Coni»), mentre il ministro Andrea Abodi, piazzato in quota Fratelli d’Italia al Ministero dello Sport, more solito si teneva su una linea di galleggiamento e equilibrismo copia fulgida dell’andreottismo di un tempo, («questa è una posizione della Lega e di altri parlamentari, ma in questo momento io mi sono concentrato sulle emergenze, rivendico l’autonomia degli organismi sportivi») prendendosi commenti affilati dai suoi compagni di partito e dagli alleatidi governo, mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò dava manforte al ministro («è molto importante che la politica si occupi di sport, ce n’è un grande bisogno ma questo non significa che debba occupare lo sport»), la Figc del presidente Gabriele Gravina apriva, ovviamente solo in senso figurato, le porte della Federcalcio a un altro figlio di un altro ministro.

Da lunedì 23 ottobre Filippo Tajani, trentenne figlio del vice-premier Antonio Tajani, ministro degli “Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale” nonché segretario di Forza Italia che con Fdi e Lega governa il Paese, ha infatti preso servizio nell’ufficio di “Euro 2032”, ufficio che è il primo formale atto federale della lunga, complessa e danarosa operazione che dovrà occuparsi dell’Europeo 2032 ottenuto ufficialmente dall’Uefa a inizio ottobre sì, ma in coabitazione con la Turchia di Erdogan e solo al termine di una complessa e riuscita operazione politico-sportiva avviata in estate.

L’ufficio è in via d’allestimento: manca ancora il responsabile, manca ancora la definizione della pianta organica, del programma e del budget, però intanto Filippo Tajani vi è entrato con un contratto a tempo determinato, e con lui è stata assunta a tempo determinato anche un’altra figura professionale. Non si è nemmeno ancora stabilito se l’ufficio “Euro 2032” che i vertici Figc stanno allestendo rientrerà sotto la dipendenza (ipotesi remota) – diretta o indiretta – del “Club Italia” che è l’organismo che riunisce tutte le squadre Nazionali e ne coordina la gestione delle attività. Club Italia presieduto dal presidente federale che detta le linee guida, approva i programmi tecnici e definisce l’organigramma di tutte le strutture, ruolo per il quale da metà aprile 2022 Gravina percepisce un compenso oltre a quello federale di 36mila euro annui. Tornando a Filippo Tajani, non è certo il primo figlio di un ministro che entra nella Federcalcio presieduta da Gravina.

Prima di lui (leggi qui e qui), c’era arrivata un anno e mezzo fa Marta Giorgetti, ventenne figlia del ministro dell’Economia, il leghista varesino Giancarlo Giorgetti “nemico dello sperpero pubblico e calcistico” e sfegatato tifoso del Southampton. Dopo un’esperienza nell’organizzazione della fase finale della “Nations League” giocata in Italia a fine 2021, Marta Giorgetti era stata chiamata per uno stage (non retribuito) proprio al Club Italia; e al Club Italia sta continuando a lavorare adesso, adesso però con un contratto a tempo determinato. Contratto a tempo determinato come quello che ha ufficializzato (sia pur sotto traccia) l’ingresso in servizio di Filippo Tajani nel cui curriculum figura una laurea in “Scienze Motorie e sportive” all’Università del Foro Italico e una lunga esperienza da calciatore semi-professionista: cresciuto nel settore giovanile della Cisco Roma (ex Lodigiani) e poi nella Primavera del Grosseto all’epoca della serie B con Moriero allenatore, transitato in serie C2 al Fondi e infine stagioni in serie D con Palestrina 1919, Maccarese Giada, Aprilia e Atletico Terme Fiuggi. In una ricerca sul web, oltre alle presenze e alle esperienze calcistiche, il suo nome compare un’intervista rilasciata a “Tutto Sanità” nel 2021 nel corso della quale affrontava i risvolti e gli effetti della crisi del movimento calcistico nel periodo pandemico e l’esperienza personale, chiusa con questa frase: «Lo sport e il calcio per me sono state e sono una palestra di vita».

Una palestra importante nel percorso lavorativo promette di essere questo passaggio nell’ufficio di “Euro2032” per il figlio del ministro e vice-premier Antonio Tajani che intanto appena quattro giorni fa è stato tirato per la giacca dal collega di Governo, ministro e vice-premier Salvini dopo l’esternazione del presidente della Turchia Erdogan che aveva definito i militanti di “Hamas” come «dei liberatori che combattono per la loro terra e non dei terroristi» mentre nelle stesse ore la premier Meloni alla Camera dei Deputati e poi in Senato definiva ancora una volta linea e posizione del governo, fermamente contro i «terroristi di Hamas». L’esternazione di Erdogan avrebbe dovuto provocare imbarazzi anche sul versante sportivo poichè la Turchia organizzerà proprio con l’Italia l’Europeo del 2032 eppure nulla. Non una parola, non una riga, non una voce.

A proposito di voci. «Il calcio molte volte deve essere veicolo di contaminazione, un fenomeno culturale che abbatte ogni forma di barriera e questa è una di quelle occasioni più importanti a livello europeo»: da Nyon così Gravina sulla partnership con un Paese come la Turchia dove diritti umani e democrazia non pare alberghino per poi affacciarsi all’orizzonte con una preghiera laica. «Euro 2032 è una grande opportunità per l’Italia e mi auguro abbia l’appoggio del Governo anche sul tema degli stadi e delle infrastrutture». Un richiamo all’aiuto di Stato che pare non faccia fare i salti di gioia a molti esponenti di Governo eccetto forse Abodi, certo non al ministro Giorgetti che però dal Mef attraverso la partecipata “Sport e Salute” per legge versa milioni di euro alle federazione sportive, prima tra tutte la Figc.

Il richiamo e l’invito di Salvini, «le parole di Erdogan sono gravi e disgustose e non aiutano la de-escalation, il collega Tajani deve inviare una protesta formale e convocare l’ambasciatore della Turchia» pare però siano rimasti inascoltati dal collega di governo, il forzista Antonio Tajani che, proprio in uno dei primi giorni degli attacchi di Hamas e mentre un gruppo di pellegrini italiani bloccato in Israele chiedeva aiuto alla Farnesina, si trovava a Coverciano. Ospite al centro federale dove la Nazionale del ct Luciano Spalletti si avviava al primo giorno di preparazione per il doppio confronto contro Malta e Inghilterra. A Coverciano, dove non era ancora piombata la polizia giudiziaria per notificare gli avvisi di garanzia a Tonali e Zaniolo, il nome dei due azzurri emersi nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino su scommesse e gioco d’azzardo. Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ospite a Coverciano il 9 ottobre: prima un veloce saluto ai calciatori, poi il pranzo e infine la cerimonia per conferire a Spalletti il ruolo di “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport”. Con questa motivazione: «Sono venuto qui per nominare ambasciatore dello sport d’Italia nel mondo mister Spalletti; non solo perché è l’allenatore della nostra Nazionale, ma perché lo ritengo una persona perbene, con dei valori. Quando si deve chiamare una persona a rappresentare l’Italia, non basta che indossi la tuta o sappia dire con qualche schema come deve giocare un calciatore, ma deve essere anche l’immagine di una buona Italia, l’immagine positiva del Paese».

Il Paese intanto in questi giorni assiste alle fibrillazioni della maggioranza che ha discusso, si è spaccata e divisa prima di trovare una quadra sulle misure della Finanziaria che dovrà essere approvata dal voto in Parlamento. Attacchi e risposte si susseguono anche pubblicamente mentre almeno per ora le vicende e i veleni di politica sportiva restano sotto traccia. Lega e Fratelli d’Italia però continuano nella battaglia contro Gravina e la sua presidenza in Federcalcio: al coro non si è finora ancora accodato l’altro alleato di governo e cioè Forza Italia che ha come segretario di partito il vice-premier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani in missione adesso anche per la pista di bob a Cesana che dovrebbe salvare dall’ennesima figuraccia l’organizzazione dell’Olimpiade invernale. Intanto in Figc non si registrano solo le assunzioni a tempo determinato di Filippo Tajani e di un’altra figura professionale. Al “Club Italia”, il settore guidato dal presidente federale Gravina, è stato infatti trasformato da determinato a indeterminato il contratto di Emanuele Sica, il figlio di Carlo Sica già avvocato Generale Aggiunto dello Stato e presidente del Tribunale federale Nazionale della Figc (la prima parte della vicenda già trattata un anno e mezzo fa, leggi qui).

 

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