Bisognerebbe tornare troppo indietro nel tempo, in un tempo in cui tutto si lacera e consuma in un attimo, in un tempo in cui si fa in fretta solo a dimenticare, oppure si passa il tempo a fingere, coprire, confondere, mischiare, mistificare. Bisognerebbe ad esempio tornare indietro, fino al 2021, alla guerra dei tamponi tra Figc e Lazio, all’intreccio sull’ingresso dei fondi in A, alla battaglia sulla governance del pallone, alla guerra tra Gravina e Lotito.
Storie e vicende poco trattate (eufemismo) dal mondo dell’informazione (eufemismo) nazionale e ignorate (ma ci sta) dal locale, preso com’era dalla vicenda Salernitana. Salernitana che in quei mesi avrebbe conquistato la serie A a dispetto dei santi e pure di chi si ostinava a ripetere che no, la Salernitana di Lotito in serie A non ci sarebbe potuta mai andare (che sarebbe deflagrata, anzi che si sarebbe tirata indietro, nelle ultime giornate) e che no, Lotito non aveva alcun interesse ad andarci. “Padre tempo”, al solito, ha fatto il suo lavoro (proprio quella guerra spingeva Lotito a voler conquistare la A con la Salernitana, un modo come un altro per mettere Gravina davanti ai…fatti; ps: in un passaggio di un mio pezzo, lo ricordo a memoria, scrissi: “Sulla pelle della Salernitana si sta consumando la guerra tra Lotito e Gravina”).
Di tempo ne è passato, inutile ripetere. È un esercizio odioso e antipatico pure se a volte sarebbe, come stavolta, necessario per risalire all’origine dei fatti, alla genesi di quelli attuali: di quelle vicende, di quella lotta intestina, dai tamponi ai fondi, il sito storiesport se ne è occupato a fondo, per mesi. Con una serie di articoli indiscrezioni, anticipazioni, documenti, rivelazioni. Non è un merito, non suoni come lezione: ognuno sceglie la propria strada, ognuno è libero di occuparsi di ciò che più gli interessa. Però l’informazione obbliga al racconto puntuale e obiettivo, alla verifica, anche alla pubblicazione di vicende che magari “tirano” pochi lettori.
Bisognerebbe tornare indietro nel tempo, troppo indietro. Alla tarda primavera-estate-autunno 2021, alle vicende legate alla cessione delle quote della Salernitana, confluite in un trust a luglio, due mesi dopo la promozione in serie A, nello stesso mese in cui la Figc vietava la multiproprietà, salvo poi riconoscere una lunga proroga, ad esempio (non trovandosi le due società nella stessa categoria) al Napoli e Bari di De Laurentiis, e per Setti del Verona e Mantova. Bisognerebbe tornare indietro nel tempo per rileggersi l’infinita sequela di boutade, presunte trattative e presunti faccendieri, tutte comparse a turno sulla scena e benevolmente pubblicizzate da alcuni: personaggi in cerca d’autore gli uni e gli altri. Vicende spacciate e assunte per veritiere, senza un briciolo di riscontro reale. Anche qui, nessuna lezione e zero meriti: ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, ma quando si tratta di informare bisognerebbe essere almeno scevri da condizionamenti, antipatie e simpatie, interessi e aspettative di parte. Si scrive per il lettore, ma non ciò che il lettore vuole leggere e sentire. Si scrive per assolvere al dovere di informare, indagare, rivelare. Anche su questo aspetto, sul sito storiesport, c’è stata una lunga serie di articoli, indiscrezioni, inchieste; il clou nell’articolo che il 5 gennaio 2022 raccontava la fine della lunga querelle Gravina-Lotito, della partita vinta dal presidente federale in nome di una serie di interessi (anche dei fondi… qualcuno ricorderà, è accaduto solo pochi mesi fa, come Iervolino si sia battuto, inutilmente, per il loro ingresso..). Una guerra a colpi di cannone, da una parte e dall’altra. In campo le schiere dell’uno e dell’altro.
Bisognerebbe tornare indietro nel tempo, troppo indietro. All’inverno 2022 quando, mentre la Salernitana di Iervolino si preparava a una storica rimonta, parallelamente partivano ricorsi e azioni giudiziarie. Un esposto e una denuncia alla Procura di Salerno, una segnalazione alla Procura di Roma per una possibile azione risarcitoria nei confronti della Figc, un’altra invece azionata dai trustee a difesa del proprio operato, contro le rivendicazioni (o farneticazioni?) di un presunto fondo estero-italiano. Inchieste e indagini che durano da due anni (c’è anche quella della Procura di Tivoli sulle operazioni tra Lazio e Salernitana al tempo della multiproprietà), che sul sito storiesport sono state illustrate e spiegate (magari non bene): ci sarebbe però da chiedersi come mai non anche altrove, ma è una domanda retorica, e come un vuoto a perdere sarebbe la risposta. Eppure adesso, a distanza di due anni, sui quotidiani locali e nazionali, sui siti e in tv, si parla dell’inchiesta (che abbia fondamento o meno è un altro conto, sia pur importante) sulla compravendita della Salernitana perfezionatasi pochi minuti prima del Capodanno, abbinandola strettamente al dossier su Gravina, anche se è più corretto scrivere sul passaggio delle quote da un trust (il passaggio vidimato dalla Figc del presidente Gravina) al proprietario della “Idi srl” Danilo Iervolino per la cifra di 10 (più 2) milioni di euro (il club in quell’anno avrebbe intascato 27 milioni di euro dai diritti tv).
Le quotazioni e le stime sono friabili, volatili. Si sa. Come le parole. Quelle su carta per fortuna restano, mentre su l’on-line e i social si cancella, si cambia, si maneggia. Sarebbe un discorso troppo lungo, meglio invece concentrarsi sul presente, anche perché, anche adesso, pare già partita (involontariamente, si intende: se non si è al corrente di alcune vicende ci si avventura..) un’operazione di confusione, mistificazione e magari beatificazione (il riferimento non è su Iervolino).
Tutto nascerebbe dal dossieraggio messo in campo da un finanziere e da un pm della procura antimafia di Perugia. Spiate (azioni illegittime: da condannare e punire) le posizioni patrimoniali di politici, imprenditori, uomini (e familiari) del mondo del calcio (ci sono anche Agnelli e Ronaldo, tra gli altri). Detto che, nonostante gli strepiti di una parte politica, nessuna spiata ha finora portato a inchieste, indagini e conclusioni (a Perugia tutto nasce dalla denuncia di Crosetto dopo un articolo sul “Domani”), l’operazione sarebbe nata per incastrare il presidente del pallone Gravina, un’operazione coltivata da una cerchia romana che gravita intorno a Lotito. Il senatore si è difeso e schernito, “non è che se io conosco una persona rispondo delle azioni di questa persona, di queste cose non ne so nulla”, così ha detto quando è stato ascoltato a Perugia. Riuscirà a dimostrare che l’azione è stata portata avanti senza che (almeno) lo sapesse? Si vedrà. Il senatore però a Salerno, l’1 febbraio 2022, è stato ascoltato in Procura come persona informata sui fatti, sui fatti relativi alla cessione delle quote in relazione (anche) alla denuncia del “fondo” estero. Come lui, ascoltati anche altri. Ora, per ristabilire un filo temporale e logico alle diverse operazioni, bisogna fissare almeno qualche punto, partendo da quanto ha precisato la Procura di Perugia: l’unico dossier-indagine confezionato dai due indagati è quello sulle attività di Gravina.
1) Le spiate sui profili personali legati alla vicenda-Salernitana sono state effettuate da febbraio 2022. 2) La Procura di Salerno ha avviato le indagini, ascoltando testimoni, tra cui Lotito, da metà-fine gennaio 2022. 3) Spiate le posizioni di Iervolino (e della moglie), di Mezzaroma (socio al 50% di Lotito), persino di Cerruti, l’ex patron dell’Agropoli che Gravina aveva ricevuto in via Allegri a fine dicembre per avere lumi su una possibile cordata pronta a rilevare il club destinato altrimenti (così è la vulgata) a scomparire, e anche del trustee Bertoli. 4) La Procura di Salerno – ieri la nota del capo della Procura, Borrelli – ha confermato di aver passato poi notizie della vicenda-inchiesta a Perugia. 5) A Perugia, la Procura sta indagando sull’operazione di dossieraggio ma non sulla cessione-passaggio del club. 6) Nel fascicolo di Perugia sono finite dentro anche le dichiarazioni di Fabiani, ex dg della Salernitana di Lotito, e quelle di un consulente (Floridi) per anni legato a Gravina ma poi passato dall’altra parte. Dalle dichiarazioni di quest’ultimo è nata però un’indagine: è scattato un approfondimento legato a delle operazioni effettuate anni fa da Gravina quando era presidente della Lega Pro. 7) Il capo della Procura di Perugia Cantone ha cioè inviato alla Procura di Roma, dalla quale aveva in precedenza ricevuto la segnalazione, il fascicolo legato a una precisa vicenda che s’intreccia come le pieghe di un romanzo. Indagando sul dossieraggio, comprende come le notizie (recuperate dal duo pm-finanziere che aveva ascoltato l’ex braccio destro di Gravina in quattro diversi appuntamenti tra maggio e giugno 2022) su Gravina possano avere un fondamento di reato e per questo gira gli atti alla Procura romana che apre un fascicolo. La vicenda ha ad oggetto: la compravendita (un impegno d’acquisto lo aveva preso il defunto Bogarelli, manager creatore di Infront), saltata, di alcuni libri antichi di Gravina (due di origine medioevale); la caparra (pare trattenuta); l’acquisto di un immobile a Milano (qui il notaio milanese autore del rogito ha inviato una segnalazione sospetta); la cessione dei diritti di Lega Pro a una società specializzata. Ascoltato a Perugia, Gravina ha smentito tutto. Voci, indiscrezioni, spifferi, al momento: è la Procura di Roma che dovrà stabilire la verità. Stabilirà se cioè Gravina debba essere iscritto nel registro degli indagati o se invece la faccenda vada archiviata. 8) Il finanziere Striano (indagato per accesso abusivo a dati informatici e illecita divulgazione) e il pm Laudati (indagato per falso e abuso d’ufficio), al momento i due unici indagati, sostengono di essersi attivati dietro impulso della Procura di Salerno ma la Procura di Salerno l’ha smentito con una nota, non smentendo però l’indagine (non chiusa) sulla cessione delle quote del club.9) Secondo il legale del pm indagato per falso e abuso d’ufficio, il magistrato si sarebbe limitato a svolgere approfondimenti sui rapporti tra Iervolino e Gravina per via di ipotetiche “cointeressenze patrimoniali”. 10) Ricapitolando: a Salerno dunque si indaga sulla compravendita della Salernitana (il che non significa che la compravendita non sia stata assolutamente regolare e cristallina), a Perugia sui metodi illeciti usati per spiare politici, imprenditori e uomini di sport e costruire un dossier anti-Gravina, a Roma su un ipotetico intreccio che coinvolgerebbe Gravina in un giro legato a libri antichi, vendita dei diritti tv, caparre e acquisto di un immobile.
Però una cosa si può dire. Perché che il vento sia leggermente cambiato, che il mirino sia puntato sulla posizione presidente federale, se ne è avuta (forse) conferma stamattina in edicola. Dai roboanti titoloni a tutta pagina di ieri, “Volevano incastrare Gravina” etc etc comparsi il giorno prima sui quotidiani sportivi, si è infatti passati oggi a un trafiletto (8 righe) su “La Gazzetta dello Sport” e a un articolo, un piede a quattro colonne, sul “Corriere dello Sport”. Di tenore diverso i titoli dei principali quotidiani di informazione. “Gravina, faro in Procura acceso dai dossier illegali”, “Gravina sentito dai pm di Perugia”, “L’inchiesta su Gravina e le fonti nascoste”, “L’amico di Lotito e il dossier su Gravina, sotto inchiesta gli affari del presidente Figc”, “La Procura smonta il dossieraggio, inchiesta sul caso Gravina-Lotito”. Tutti concordi nello scrivere, e perentoriamente affermare: questa vicenda è legata allo scontro tra Gravina e Lotito.
Una saga però vecchia. Una storia iniziata quattro anni e mezzo fa, una lotta dentro la quale c’è finita pure la Salernitana. Usata come strumento. Da una parte e dall’altra. Come scritto all’epoca.