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Arbitri e veleni: Pacifici difende Orsato, metà Comitato Aia insiste e sul congelamento elettorale si rivolge a Malagò

Il presidente dell'associazione arbitri invia una mail ai componenti e ribadisce la "linea" di Gravina. Gli schieramenti opposti si fronteggiano in una faida che si allarga. Tra i fischietti è caccia al "presidente" di garanzia, l'adeguamento dello Statuto fa discutere
Pacifici, Gravina e Rocchi

Quel messaggio «di vicinanza e affetto» espresso nella riunione all’hotel Parco dei Principi di Roma continua a rimbombare, sordo e affilato, nelle stanze della casa degli arbitri italiani. Quella esortazione, «ad essere uniti, perché dovete fare squadra, io e voi siamo vittime di attacchi di ignoti che ignoti non sono» continua ad apparire, a una parte del Comitato Nazionale Aia, come soltanto l’ennesima e indebita invasione di campo. È dal 7 marzo che quella parentesi non si è ancora chiusa, è da quaranta giorni che anzi la frattura all’interno dell’associazione italiana arbitri s’è ancor più allargata e acuita. Non solo e non tanto per il messaggio e l’esortazione di Gabriele Gravina, quanto invece per l’incontro, successivo e riservato, consumatosi tra il presidente Figc, il rappresentante degli arbitri italiani in attività Daniele Orsato e gli altri fischietti internazionali, un incontro (dice una parte del Comitato) sollecitato dal fischietto di Schio, un incontro i cui contenuti sono rimasti segreti, almeno secondo quattro dei nove del Comitato nazionale. “Perché Orsato si è reso protagonista di un’iniziativa senza chiedere l’autorizzazione del Comitato? Perché questo incontro riservato tra lui, Gravina e gli internazionali, con tutti gli altri arbitri invece alla porta? E davvero Orsato ha chiesto a Gravina il commissariamento dell’Aia?”.

Alle domande rivolte dal gruppo formato da Senesi, Camiciottoli, Marconi e Mazzafferro e che ha poi chiesto l’audizione di Orsato, non è ancora arrivata una risposta compiuta. L’arbitro di Schio ha “saltato” la prima convocazione perché impegnato all’estero nel programma Erasmus organizzato anche dall’Aia. E mentre il presidente federale successivamente rivelava come «Orsato non si è mai permesso di chiedermi il commissariamento dell’Aia. Orsato ha solo evidenziato, legittimamente, un’insicurezza nell’arbitrare certe partite, perché puntualmente il conflitto di politica interna genera tensioni che ricadono sugli arbitri», il presidente dell’Aia – in difficoltà – respingeva intanto al mittente le accuse e le illazioni, nel corso della riunione tenutasi dieci giorni fa. I quattro componenti a ribadire la necessità dell’audizione di Orsato, a chiedere le sue dimissioni da rappresentante degli arbitri in attività mentre Archinà addirittura auspicava l’apertura di una indagine del procuratore federale Chinè. Il riassunto delle due precedenti puntate è qui e qui.

Tocca ora andare all’attualità. Che si fa sempre più stringente e velenosa. Perché la guerra di logoramento continua. Da una parte e dall’altra. I due schieramenti continuano a muoversi provando a mettere in fuorigioco l’avversario, oppure a costringerlo a un passo falso, o ancora a farsi da parte. Da una parte c’è lo schieramento Gravina-Rocchi-Orsato, col presidente federale sempre più intenzionato a porre fine alla faida interna, magari con un commissariamento dettato ufficialmente da questioni procedurali (l’adeguamento ai principi informatori) e dal cambiamento del regolamento elettorale arbitrale introducendo il voto per tutti gli iscritti; un provvedimento che invece, secondo lo schieramento avverso e che fa capo all’ex presidente Trentalange e al suo vice Baglioni, avrebbe il solo scopo di “prendere tempo” perché la coppia Rocchi-Orsato (il tandem “politico-tecnico” che dovrebbe guidare la prossima Aia e la nuova Can) sarebbe in difficoltà e se si andasse a elezioni rischierebbe di non farcela. Inciso: a questa idea di tandem si è aggiunta nelle ultime ore un’altra ipotesi, trovare cioè un presidente di garanzia che abbia un passato integerrimo, una carriera da big e che non risulti divisivo (termine terribile che purtroppo dilaga ovunque), mentre Rocchi e Orsato si dividerebbero il ruolo (remunerativo) di designatore Can e quello del (remunerativo) settore tecnico.

Quantomeno, la si voglia vedere da un angolo oppure da un altro, se adesso si andasse ad elezioni secondo la naturale scadenza, ci sarebbe l’alta probabilità di ritrovarsi con un Comitato nazionale (ancora) spaccato in due.

Intanto, i quattro componenti del Comitato Nazionale hanno ripresentato la loro richiesta: vogliamo che Orsato venga audito e che spieghi il perché della sua iniziativa. Il presidente Pacifici ha già risposto alla richiesta, ed ha risposto con un “non se ne parla nemmeno”. L’ha fatto scrivendo una mail inviata ai componenti del Comitato Nazionale. Poche righe, un riassuntino spiccio, per affermare semplicemente che «ribadisco ancor di più il concetto che non c’è necessità alcuna di un confronto con il Comitato Nazionale perché quanto ipotizzato non corrisponde a verità», per poi dirsi pronto a presentare addirittura una formale denuncia contro chi avrebbe messo tali illazioni in giro: «Resto ancora in attesa di conoscere chi ha fornito tali fuorvianti affermazioni per dare seguito ad un’eventuale denuncia formale». Orsato sarà convocato? E, nel caso, risponderà alla convocazione? Domande con risposte in sospeso, mentre altre domande si affollano in attesa di risposte.

Perché sul tema elettorale, e sul tema commissariamento, carte, azioni e ipotesi restano sul tavolo. Come già scritto (leggi qui), due settimane fa Gravina, avvolgendo il “nodo” dell’adeguamento ai principi informatori approvati dal Coni, aveva detto: «È per questo che ho invitato il presidente Aia a sospendere ogni forma di campagna elettorale per la presidenza». Un appiglio prontamente afferrato dal presidente Pacifici che nel testo della mail inviata ai componenti del Comitato Nazionale, ha sottolineato come «per quanto riguarda l’indizione delle assemblee elettive ribadisco che in presenza di nessuna nuova informativa in merito da parte del Coni e della Figc vale quanto riportato nella mia mail in calce del 3 aprile scorso che riporta fedelmente quanto riportato dal presidente federale nell’ultimo consiglio federale e inserito nel comunicato della Figc pubblicizzato anche nel nostro sito istituzionale. Come in possesso di notizie in merito aggiornerò puntualmente il Comitato nazionale. Rammento poi che l’indizione delle assemblee è prerogativa del presidente AIA come previsto dall’articolo 8 punto 6 comma e nel pieno rispetto del regolamento vigente».

Nel testo pubblicato sul sito Aia il 28 marzo, si legge: “Il presidente federale Gabriele Gravina nel corso del consiglio federale ha informato le componenti che la Federazione dovrà adottare nelle prossime settimane i nuovi principi informatori delle Leghe e dell’Aia, in conseguenza dell’approvazione da parte del CONI dei principi informatori delle Federazioni. A tal proposito, il CONI ha già nominato un commissario ad acta e, nelle more di questo aggiornamento, ogni percorso elettorale si intende al momento sospeso”. Ed è sul tema della sospensione per l’adeguamento che si è aperto un nuovo fronte. Una parte del Comitato Nazionale la ritiene solo una scusa – appunto per evitare il voto e magari nelle more procedere con un commissariamento e nel frattempo dare il voto a tutti gli associati, magari attirati nelle urne dal nome di un big – perché sostiene che le norme elettorali AIA già siano già in linea con i principi informatori CONI e che quindi non necessitino di modifiche. Per questo ha inviato una lettera al Commissario ad acta nominato dal Coni (Michele Signorini) che sta procedendo all’adeguamento degli statuti di tutte le federazioni affiliate al Comitato Olimpico. La palla insomma passa a Malagò. Che si apra un’altra partita?

 

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