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Rimborsi gonfiati nel basket, inchiesta a tappeto sugli arbitri di A e Legadue. La soffiata del fischietto col vizietto

La Procura della FIP al lavoro, audizioni in corso da un mese. Caccia alle note spese delle ultime due stagioni. Il malumore degli arbitri, gli indirizzi di residenza e il...telepass. Sfida elettorale: anche Fucile in campo con Valori
Rimborsopoli anche nel basket?

Rimborsi gonfiati, percorsi di viaggio e mezzi di trasporto modificati, attestazioni taroccate, in estrema sintesi: note spese alterate. Sembra di leggere i capi di accusa che tre anni fa scoperchiarono un poco edificante quadretto nella classe degli arbitri della Can A-B di calcio. I capi di accusa invece sono attuali e anche stavolta riguardano gli arbitri, l’unica differenza è che adesso il presunto vizietto si anniderebbe tra i fischietti del basket. Le indagini sono scattate un mese fa, dopo le rivelazioni di un arbitro di una serie inferiore che, pescato con le mani nella marmellata, avrebbe seraficamente risposto così agli inquirenti della Procura FIP: “Guardate che in serie A e in Legadue sono tanti a fare così, potrei dirvi anche chi mi ha insegnato certi trucchetti…”. Una mail di convocazione negli uffici della Procura federale ha così raggiunto i 34 arbitri di serie A e i 70 che si dividono tra Legadue e serie A femminile: tutti convocati in audizione, dai big agli ultimi arrivati, nessuna distinzione e nessuna preferenza. La lunga processione è cominciata un mese fa e non è ancora terminata. E mentre nell’Ufficio rimborsi della federazione pallacanestro continuano le ricerche nell’archivio, nella sede di via Vitorchiano a Roma, i fischietti vengono interrogati dal capo della Procura FIP Marco Lucente e dal suo vice, Marta Degli Esposti.

Tutti gli arbitri sono stati invitati a produrre le note spese di questa stagione e della precedente, a tutti sono state poste domande sui metodi e sui meccanismi seguiti per ottenere i rimborsi, visto che la federazione consente varie possibilità di scelta. Proprio per questo, a tutti è stato chiesto di produrre le copie dei pagamenti telepass (se il viaggio è stato in autostrada) e di quelli effettuati con addebito su conto corrente. Gli inquirenti federali indagano anche su quale arbitro possa avere un programma che abbia modificato e taroccato i passaggi col telepass. Perché una delle chiavi starebbe tutta qui. E in una frase: “Se volete, vi dico chi sono e come fanno…”. Un sospetto che è diventato una macchia, anche perché le voci hanno cominciato a girare in fretta avvelenando il clima, già non idilliaco, che attualmente regna tra i fischietti del basket, guidati dal Commissioner Lamonica che ha un contratto (in scadenza con opzione di rinnovo) a centomila euro l’anno. Le prestazioni (scadenti) di qualche arbitro sarebbero da far dipendere anche dal nervosismo e dal clima di sospetti scaturiti dall’inchiesta. Arbitri pare rimasti seccati dalle modalità di convocazione quasi ad horas, costretti a raggiungere Roma e a proprie spese, coinvolti in una indagine a tappeto frutto di una “soffiata” ritenuta inattendibile, e senza poi che il sindacato degli arbitri (AIAP) abbia detto qualcosa.

L’origine dell’inchiesta. La frase è del fischietto laziale, che arbitra(va) nelle serie inferiori (dalla B Interregionale in giù), pescato con le mani nella marmellata e già protagonista in passato di un’altra vicenda poco edificante: nella stagione 2022 nella sua nota spese figuravano ben 35 modifiche dell’indirizzo di residenza, con 9 indirizzi diversi utilizzati, questo per aumentare il rimborso spese che per le serie inferiori, dopo il centesimo chilometro, fa scattare il cosidetto bonus “pasto/i. Modifiche così reiterate che hanno insospettito e che hanno prodotto, nello scorso novembre, una relazione scritta e poi una denuncia posta all’attenzione della Procura federale. L’arbitro in questione avrebbe provato a “patteggiare”: se non mi squalificate, vi faccio i nomi di chi mi ha insegnato questi trucchetti e vi dico chi tarocca i rimborsi e le note spese in serie A e Legadue. Così avrebbe detto. Una richiesta, pare, non accolta: il procedimento è infatti andato avanti anche se, a oggi, e sono passati cinque mesi, non vi è ancora traccia di un provvedimento preso nei confronti dell’arbitro romano in questione. Le indagini però si sono allargate agli arbitri delle serie principali: i 34 arbitri di serie A e i 70 di Legadue e serie A femminile. Il fondato sospetto è che gli inquirenti abbiano avuto la segnalazione dei fischietti col presunto vizietto e che stiano cercando di arrivare alle prove e a ottenere eventuali confessioni. Per questo sono al vaglio tutte le note spese degli ultimi due anni. Audizioni a tappeto. A tutti gli arbitri vengono poste sempre le stesse domande: come organizza le trasferte? Si serve dell’agenzia di viaggi che ha accordo con la FIP? Può produrre i pagamenti del Telepass effettuati e le altre fatture? È a conoscenza di colleghi che “modificano” i rimborsi” o di un sistema per taroccarli?

Il sistema dei rimborsi. Dalla B nazionale in giù il meccanismo è questo: il rimborso è forfettario, è calcolato dal sistema presente su FIP online sulla base della distanza chilometrica, il sistema attribuisce automaticamente i pasti o i pernotti se la distanza aumenta oltre i 100 chilometri e se la gara è giocata in notturna. Il pasto è riconosciuto in 35 euro, il pernotto in 75 euro, c’è poi il rimborso carburante che è in base ai chilometri, oltre naturalmente al gettone partita (in B nazionale è di 100 euro). Non è necessario dunque presentare fatture, tutto è calcolato automaticamente. Diverso è invece il meccanismo previsto per gli arbitri di serie A e di Legadue (e serie A donne). Innanzitutto perché, da regolamento, gli arbitri della terna (ma questo vale anche per gli osservatori e ufficiali di campo) designati per la partita devono raggiungere la sede il giorno prima della gara. Il gettone in A vale circa mille euro ad arbitro, arbitro che ha diverse opzioni per gli spostamenti e che deve presentare la documentazione che attesta le spese. Innanzitutto, soprattutto, può utilizzare il meccanismo della prenotazione on-line attraverso l’agenzia che ha l’accordo con la federazione (come avviene con gli arbitri di calcio): in questo caso le spese di viaggio vengono effettuate dall’ufficio rimborsi della FIP. Può però anche capitare che arrivi una designazione (una sostituzione, ad esempio) in extremis e dunque gli arbitri anticipano le spese per poi essere rimborsati. Per quanto riguarda le spese di vitto e alloggio, bisogna sempre produrre le fatture. Se si dichiara di aver effettuato il viaggio in auto, bisogna produrre la ricevuta del pagamento del telepass, mentre per il rimborso carburante fa fede il chilometraggio. E se, ad esempio, qualche arbitro avesse dichiarato di aver effettuato il viaggio in auto, e poi abbia invece materialmente viaggiato in treno, o addirittura in autobus, risparmiando e dunque gonfiando il rimborso? È una delle domande alle quali stanno cercando risposte il capo della Procura federale Lucente e il suo vice Degli Esposti. La documentazione del telepass è diventata la caccia alle streghe. Si trasformerà in una macchia anche per i fischietti del basket?

La sfida elettorale. Intanto, mentre il presidente federale Gianni Petrucci viene descritto come sempre più indaffarato in operazioni di potere e immagine (richieste su richieste a club, dirigenti e leghe di endorsement; contestuali solleciti di pubblicazione su quotidiani e siti) per fronteggiare lo schieramento avversario guidato da Guido Valori, proprio il gruppo che sostiene la candidatura dell’avvocato romano alla presidenza della FIP, raccoglie nuove significative adesioni. Dopo il comunicato dei Comitati di Lombardia, Veneto e Lazio, è il momento del comunicato di Manfredo Fucile che, dalla Campania, annuncia la sua candidatura alle elezioni del Comitato Regionale. Già presidente del Comitato campano, aveva lasciato il testimone a Caliendo, alleato di Petrucci che non ha ancora sciolto le riserve di ricandidatura: pare abbia riferito che Petrucci gli abbia promesso –  anche a lui – un posto nel consiglio federale. La discesa in campo di Fucile che corre per la poltrona di presidente, in una regione dove si registrano malumori crescenti verso l’attuale goverance federale, segna un altro punto in favore di uno schieramento – quello guidato da Valori – pronto ad annunciare a breve altre significative novità. Fucile scende in campo e lo fa con Valori, con queste motivazioni. «Ho deciso di scendere di nuovo in campo perché nel 2020 ho lasciato un grande patrimonio di idee e di progetti realizzati con sacrificio, dedizione ed instancabile passione in tanti anni di lavoro. L’idea di fondo è quella di creare, dunque, insieme ad una nuova squadra dirigente, una continuità con la linea che intende proporre l’amico Guido Valori, ritenendo ormai essenziale riprendere quel progetto che avevo lasciato e che oggi finalmente trova uno sbocco con un vero e reale cambiamento della Federazione Italiana Pallacanestro».

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