Il pallone è sempre fermo, sospeso e schiacciato dall’ennesimo complicato corto circuito del sistema calcistico tricolore che puntualmente ogni estate arde infuocato tra domande, conti, ricorsi e giudizi bloccando così la partenza di campionati già fissata persino con il lancio del calendario, ribaltando così i verdetti del campo tra cavilli, appigli, storture e papocchi (leggi qui, qui, qui). Il pallone è fermo, in serie B, Lega Pro e serie D non si sa ancora chi, come e quando lo farà rotolare sul prato: calendario già varato ma con due X e data d’inizio (17 agosto) già saltata in serie B mentre in Lega Pro non ci sono ancora nemmeno i gironi di un torneo che doveva iniziare il 26 agosto. Domani altra importante puntata dell’infinita saga estiva: la riunione del consiglio federale dovrà fissare una graduatoria dei club su riammissioni e ripescaggi mentre le escluse preparano i ricorsi davanti alla giustizia amministrativa. Anticipata dal presidente federale di quattro giorni (era prevista il 28), la riunione è stata preceduta da un prologo che definire interessante sarebbe dir poco. Ieri sera a Rivisondoli il presidente Figc Gabriele Gravina nel corso dell’evento organizzato da “L’Espresso” sul tema “Il calcio di domani” non ha potuto non affrontare uno dei temi caldi del “calcio di oggi”. Frasi da rileggere con attenzione, parole destinate a lasciare il segno in risposta alle domande del direttore del settimanale (di proprietà del presidente della Salernitana, Danilo Iervolino) Alessandro Rossi.
Le dichiarazioni di Gravina. «Che estate sarà? Un’estate abbastanza infuocata per ragioni che prima o poi dovremo affrontare e risolvere in maniera decisiva, una volta e per tutte. Pensare ogni anno che i campionati italiani debbano subire un impatto negativo per colpa di chi ha perso e intenta giudizi contro chi ha vinto attendendo riammissioni o ripescaggi non fa bene allo sport e ai suoi valori. E oltretutto fa pure un danno al brand del calcio italiano, proprio quando stiamo cercando di valorizzarlo. Ci vuole coraggio e ci vuole rispetto, bisogna accettare le sconfitte sul campo e non creare problemi a chi ha vinto e a tutti gli altri club che sono costretti a star fermi. Nel calcio si vince ma si può anche perdere e quando si perde bisogna dimostrare di aver assimilato il senso della sconfitta, che non piace ma che va accettata. Dobbiamo mettere mano in maniera definitiva a certe situazioni: non va che chi paga magari retrocede e chi non paga a volte vince a discapito di chi ha rispettato le regole». E ancora: «Quest’anno le ultime immagini dei campionati italiani sono state quelle di due spareggi: quelle della festa del Lecco promosso in B e quelle del saccheggio e delle violenze a Brescia per la retrocessione dalla B. Oggi ci ritroviamo col Lecco in Terza Categoria e col Brescia in serie B. È evidente che c’è qualcosa che non va…».
La riunione del consiglio. Preceduti da queste parole, 17 giorni dopo i ventuno consiglieri federali guidati da Gravina si ritroveranno domani nella sala Paolo Rossi della Federcalcio: il 7 luglio avevano votato sui ricorsi presentati dai club di B e Lega Pro esclusi in prima battuta dall’esame di Covisoc e commissione infrastrutture, domani dovranno valutare invece le domande dei club che chiedono riammissione e ripescaggio dopo la decisione del Collegio di Garanzia presso il Coni che una settimana fa ha cassato l’ammissione del Lecco (destinato – al momento – a ripartire dalla Terza categoria) in B deliberata dal consiglio spalancando di fatto – al momento – le porte della cadetteria al Perugia e che invece ha rigettato il ricorso della Reggina (il Brescia sarebbe riammesso) per la B confermandone la validità dell’esclusione, del Foggia che chiedeva (e ancora chiede) il posto tolto al Lecco e del Siena che spera(va) ancora di salvaguardare il proprio posto in Lega Pro. I ventuno consiglieri guidati da Gravina valuteranno dunque l’esame delle domande e delle documentazioni presentate dai club che dovevano essere completate entro il termine perentorio della mezzanotte del 18 luglio e che sono state valutate in prima battuta dalle Leghe di competenza per poi passare al vaglio delle commissioni competenti, e stileranno la graduatoria in attesa però delle deliberazioni della giustizia amministrativa che deve decidere delle sorti delle escluse. Il pallone sul prato è ancora lontano, tutto congelato e bloccato: la B non inizierà come deciso (con tanto di calendario) il 17 agosto, la Lega Pro come deciso non partirà il 26 agosto e nemmeno la serie D dovrebbe farcela per la prima domenica di settembre. Per ora siamo ancora alla definizione delle griglie. Infuocate. Alla corsa per la B si sono iscritte Brescia, Perugia, Spal e Benevento, cioè le quattro retrocesse che chiedono la riammissione e per questo hanno versato la fideiussione di 800mila euro più la documentazione relativa all’impianto di gioco e il Foggia che da club di Lega Pro in base agli adempimenti per il ripescaggio ha versato due fideiussioni (una di 800mila euro e l’altra di un milione) e un assegno circolare di un milione. Per la Lega Pro hanno presentato domanda tra le altre Mantova (che prenderà di sicuro il posto lasciato vuoto dal Pordenone che non ha presentato domanda) Atalanta under 23, Fano, Piacenza, Casertana, Gelbison e Trapani in un complicato dedalo tra riammissioni e ripescaggi e sempre in attesa dei giudizi davanti al Tar e poi Consiglio di Stato delle società escluse.
Carteggi e indiscrezioni. La vicenda sul caos che tiene bloccate e avvinghiate serie B, Lega Pro e a cascata anche serie D è stata ampiamente descritta. Domani i 21 consiglieri valuteranno le domande dei club e le relazioni delle Leghe e delle Commissioni, poi procederanno a stilare la graduatoria delle riammissioni e dei ripescaggi. Per la serie B i posti in ballo sono due (ma potrebbe essere uno soltanto se il Lecco vincesse il ricorso al Tar e/o al Consiglio di Stato): al suo posto aspira il Perugia che ha presentato domanda entro le 24 del 18 luglio. Ma se il Lecco è stato escluso dal Collegio di Garanzia presso il Coni (ribaltando il sì della Figc che ha ammesso errore) per la questione delle perentorietà dei termini relativa all’impianto di gioco, stessa sorte potrebbe toccare anche al Perugia. Come scritto (qui e qui) il comunicato 191/A della Figc parla chiaro: fino al 17 luglio il Perugia non aveva a norma il Curi (questione di led, 800 e non 1200) e in fondo contava sul Vigorito di Benevento come campo in attesa del potenziamento luci. Quando ha capito che la norma era chiara e che dalla Figc non ci sarebbe stato nessun via libera, ha provato in extremis a rimediare, proprio nell’ultimo giorno utile: la visita della Commissione infrastrutture guidate dall’ingegnere Longhi si sarà conclusa con quale verdetto? Alla domanda le indiscrezioni riportano segni di venti contrari sul Perugia che dunque potrebbe non beneficiare dell’eventuale esclusione del Lecco e magari ricorrere pure lui al Collegio di Garanzia. Al suo posto, eventualmente, ci sarebbe allora la Spal che presentando la domanda di riammissione viaggerebbe in pole se il club lombardo di Di Nunno non vincesse il giudizio. Fuori dalla corsa è ormai il Benevento perché viene dietro la Spal. E fuori è il Foggia perché il regolamento della B (anche qui bisognerà metter mano) privilegia ancora le retrocesse rispetto a chi ha ad esempio perso la B nella finale playoff.
L’altro posto, cioè quello della Reggina, è destinato al Brescia, prima tra le retrocesse: il mancato versamento dei 750mila euro all’Erario (dopo lo stralcio del 95% dei debiti verso l’Agenzia delle Entrate) entro il termine perentorio del 20 giugno stabilito dalle norme federali è invalicabile e a nulla servirà nemmeno il passaggio di quote che Saladini ha effettuato in queste ore ad Ilari: ai confini della irrealtà la possibilità che Tar o Consiglio di Stato diano ragione al club calabrese. Dunque, Brescia certo del posto della Reggina mentre per l’altro posto ci sarebbe la Spal se il Lecco non vincesse il giudizio: le parole di Gravina e il voto del 7 luglio in consiglio lasciano almeno pensare che il club lombardo abbia ancora buone speranze. In Lega Pro invece, certo del posto il Mantova che subentrerà al Pordenone, e certo l’ingresso dell’Atalanta under 23 al posto del Siena la cui situazione è di coma irreversibile. Per l’altro posto in Lega Pro c’è come primo ripescato il Fano che avrebbe regolarizzato la documentazione sulle autentiche delle liberatorie dei calciatori. Gelbison (o Casertana) entrerebbero in gioco se il Lecco fosse costretto a ripartire dalla Terza categoria. Ma come d’abitudine consolidata, a decidere la composizione dei campionati sarà la giustizia amministrativa. Tocca aspettare fine agosto: mettersi l’animo in pace e aspettare. Anche le riforme promesse da Gravina.