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Serie B, caos tra norme e deroghe: Lecco in bilico ma il Perugia ha il nodo del Curi. Spal e Benevento valutano, la Figc cerca la via

La decisione del Collegio di Garanzia, i ricorsi alla giustizia amministrativa, il via rimandato: tutto secondo copione. Le norme su riammissione, il no a deroghe su stadi, l'aiuto dell'Empoli

Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni che boccia la delibera del consiglio Figc nella parte che appena dieci giorni prima aveva accolto la domanda d’iscrizione in serie B del Lecco che in prima istanza (il 30 giugno) non aveva superato l’esame della Commissione Criteri Infrastrutturali, Commissione che invece aveva ribaltato il pensiero cinque giorni dopo (5 luglio), dopo cioè l’esame del ricorso presentato dal club lariano pur senza che il ricorso potesse prevedere integrazioni o sanatorie rispetto all’originale (la vicenda, leggi qui). Dopo il via libera della commissione sarebbe arrivato anche l’ok del consiglio federale del 7 luglio che ai voti accartocciava così l’opposizione presentata dal Perugia (e dal Foggia, che in questo caso chiedeva il ripescaggio) che invocava la riammissione in B a discapito del Lecco. Il Lecco che adesso escluso ricorre al Tar (2 agosto) così come la Reggina (esclusa, riammesso il Brescia) e il Foggia: stoppato dal Collegio di Garanzia che ha accolto il ricorso presentato dal Perugia per l’annullamento del comunicato ufficiale della Figc recante la delibera del Consiglio Federale con cui era “stato deliberato di accogliere il ricorso del Lecco e di concedere alla medesima società la licenza nazionale con conseguente ammissione al campionato di Serie B 2023/2024” , il club punta a riprendersi il posto in adesso passato al Perugia che dall’inferno pare a un passo dal paradiso: nel purgatorio però adesso si rianimano altre speranze di nuova vita.

Potrebbero essere quelle della Spal o magari del Benevento, terz’ultima e quart’ultima dello scorso campionato di serie B: anche loro da regolamento potrebbero aspirare alla riammissione, purché presentino domanda entro le ore 24 di oggi. Richiesta di riammissione a discapito del Lecco e del Perugia, così come potrebbero presentare domanda (di ripescaggio) alcuni club di Lega Pro, magari lo stesso Foggia oppure il Pescara oppure un altro club disposto in questo caso – nel caso cioè di ripescaggio – a presentare una fideiussione di 800mila euro per l’iscrizione, un’altra integrativa di 1 milione di euro più 1 milione di euro in assegno circolare come contributo straordinario. Nel caso poi sarebbe una graduatoria (classifica finale, bacino d’utenza, storia sportiva) a fissare la prima avente diritto. Un impegno economico-finanziario notevole? Lo faranno?

Chissà, intanto le norme emanate coi criteri di riammissione e ripescaggio (comunicati 191 e 193 dell’1 giugno, 202 del 5 giugno, tutti in base alle decisioni del consiglio federale del 30 maggio), dalla Figc parlano chiaro. Perché, sia nel caso di riammissione sia in quello d’integrazione organico, non sono previste deroghe sui criteri infrastrutturali. E se il Lecco non era in regola al 20 giugno con lo stadio di casa e l’istanza completata (in questo caso ammessa il 6 luglio e vidimata il giorno dopo in consiglio federale) è arrivata fuori tempo massimo (23 giugno), non lo sarebbe nemmeno il Perugia che nell’originaria documentazione aveva indicato il “Vigorito” di Benevento come stadio dove giocare le gare casalinghe in attesa dei lavori di adeguamento all’impianto di illuminazione del Curi. Il club umbro prova in extremis a correre ai ripari: chiesto l’aiuto dell’Empoli, pare siano in arrivo da stamattina delle lampade dello stadio Castellani, l’impianto umbro dovrebbe essere a norma entro le 24 di oggi (chissà se basta autocertificazione o va sul posto una Commissione, ma poi se tolgono le lampade dal castellani lo stadio dell’Empoli resta a norma?) per adeguare la domanda. “Le società, per conseguire la riammissione al campionato di serie B 2023/2024, dovranno ottenere la licenza nazionale relativa al medesimo campionato. Non saranno ammesse deroghe sui Criteri Infrastrutturali fissati dalle Licenze Nazionali per la predetta stagione sportiva”: così recita in un passaggio il comunicato numero 191/A del 30 maggio (nel 202 a pagina 11 c’è scritto in casa di integrazione organico) a firma del presidente federale Gabriele Gravina. Ora, se la perentorietà dei termini vale per il Lecco (che dalla serie B vinta sul campo rischia di ripartire dalla Terza Categoria) perché non dovrebbe valere anche per il Perugia o per qualsiasi altro club cadetto che al giorno della presentazione della domanda non era in regola coi criteri? In attesa della mezzanotte (tempo utile per presentare le domande di riammissione e/o ripescaggio) di oggi, in attesa della riunione di domani dei consigli direttivi di Lega B e Lega Pro, e in attesa delle motivazioni sulle decisioni del Collegio di Garanzia (entro il 20 luglio) risuonano – come fossero le note sul Titanic – le parole pronunciate dal presidente della Lega B Balata nel corso della presentazione del calendario, varato una settimana fa sulle sponde del lago Di Como. «Vogliamo essere un calcio “made in Italy” e trasferire il brand italiano nel mondo. La x nel calendario? Responsabilità non nostre..».

Il 7 luglio, nel giorno del consiglio federale, aveva invece detto: «Abbiamo rispettato il parere della Covisoc, come sempre accaduto in passato. In ogni caso, gli eventuali ricorsi che ci saranno, non possono in alcun modo incidere nel format della serie B. Lecco? Noi su questo siamo asettici, abbiamo preso atto del parere della Commissione. Aspetteremo gli esiti dei ricorsi, come ribadito dal presidente federale». Il presidente federale che nel frattempo aveva commentato così: «Il 28 luglio il Consiglio federale valuterà le domande di riammissione, quindi, grazie alla cosiddetta norma Gravina, entro 30 giorni verranno definiti tutti i contenziosi. Quindi aspetteremo qualsiasi forma di giudizio. Avere questa norma è un privilegio, l’abbiamo chiesta e ottenuta per avere certezze sul format e poi ce ne infischiamo dei tempi? Non siamo più credibili… Forse dovremo anticipare i tempi rispetto al famoso 20 giugno». E Balata, deciso, a fare subito da controcanto: «L’unico principio che abbiamo voluto sottolineare è quello dell’intangibilità del format di serie B». Cioè: la B resterà a 20, altro che 21 o 22 squadre. Già, e se invece fosse costretta a scendere nel format, da 20 a 19? Un caso ipotetico, eppure possibile, regolamento, comunicati e norme alla mano: se il Lecco non vincesse il ricorso, se la domanda del Perugia fosse egualmente considerata carente rispetto ai criteri infrastrutturali (i lavori al settore ospiti partiti ieri in attesa quelli per l’illuminazione mentre è in fieri il passaggio di quote del club), se Spal e Benevento non presentassero domanda di riammissione e se nessun club di Lega Pro presentasse istanza di ripescaggio, cosa si farebbe? In attesa di risposte, è tutto rinviato, sospeso, bloccato: la fatidica e fissata data d’inizio della serie B prevista per il 19 agosto è stata già strappata dal calendario.

Magari Sandro Veronesi, Antonello Grimaldi e Nanni Moretti potrebbero pensare a un sequel: dopo “Caos calmo” potrebbero prepotentemente tornare sulle scene. Lo scrittore stendendo un nuovo romanzo su cui il regista potrebbe adattare un altro film affidandosi all’interpretazione dell’attore romano. Il titolo sarebbe già pronto: “Caos Figc”. E già. Il copione è persino già pronto. Scritto da altri. Nemmeno la fatica di stare lì a pensare: la realtà a volte supera l’immaginazione.

Perché il calcio italiano governato dalla Figc di Gabriele Gravina poteva mai risparmiarci un’altra estate di ricorsi sportivi e battaglie giudiziarie, di norme e cavilli che si aggrovigliano fino a diventare una matassa senza (apparente) via d’uscita, un nodo che soffoca, che toglie aria, che toglie la residua credibilità? No che non poteva. Chissà, magari quando il presidente federale parla di “rinascimento del calcio italiano” forse pensa a Giambattista Vico, il filosofo famoso anche per quella frase dei “corsi e ricorsi storici”: alcuni accadimenti si ripetono con le medesime modalità anche a distanza di tempo e ciò avviene non per puro caso ma in base a un preciso disegno stilato dalla divina Provvidenza” sosteneva nel XVII secolo. Quattro secoli dopo la Provvidenza nel caso specifico pare centri nulla, nel caso del calcio italiano la ciclicità e la ripetitività di alcuni accadimenti paiono dovute a ben altro. Un anno fa ad esempio l’avvio del campionato di Lega Pro fu sospeso e congelato per un mese: il varo del calendario rimandato a 24 ore dalla presentazione in pompa magna, un mese di vacanza per tutti in attesa che la battaglia tra Campobasso e Figc terminasse il suo iter nelle stanze della giustizia amministrativa.

Un anno dopo ecco che la scena si ripete: stavolta tocca alla serie B, con l’aggravante che il calendario della Lega cadetta presieduta dall’avvocato Balata (un fedelissimo di Gravina) è stato varato una settimana fa – ah, la fretta! – in pompa magna nel fantastico scenario incastonato sulle rive del lago di Como, eppure la deriva era incombente visto che i ricorsi (Reggina, Perugia, Foggia) erano già partiti. La prima giornata era stata fissata al 19 agosto: toccherà rinviare la partenza di almeno due settimane. Non si sa quando, non si sa quante, e non si sa chi parteciperà. La parola fine, prima che il pallone inizi a rotolare sul prato, dovranno metterla ancora una volta i giudici della giustizia amministrativa. Il 2 agosto i ricorsi al Tar, il 29 quelli prevedibili davanti al Consiglio di Stato. Un caos. Il solito caos estivo del pallone italiano.

Serie B, caos tra norme e deroghe: Lecco in bilico ma il Perugia ha il nodo del Curi. Spal e Benevento valutano, la Figc cerca la via Storiesport

“Per colpa di chi ?” si chiedeva Zucchero Fornaciari in una celebre canzone di 28 anni fa. Per colpa di chi verrebbe da chiedersi se il calcio italiano ogni estate si trova coinvolto in queste gazzarre? Nel caso di specie – la questione tra Lecco, Perugia ed eventuale terza interessata, perché la situazione critica della Reggina è un caso a parte che non può prevedere ulteriori sviluppi se non il riconosciuto diritto del Brescia a prendere il posto del club calabrese – di chi sono le responsabilità? Del Lecco che non ha completato la domanda in tempo pur se i tempi dalla promozione in B alla presentazione della domanda d’iscrizione non fossero superiori alle 48 ore? Della burocrazia italiana che solo il 23 giugno ha dato il via libera (in questo caso di parla della Prefettura di Padova) per l’Euganeo? Della Lega Pro che non ha per tempo fatto richiesta alla Figc di dilatare i tempi di presentazione visto lo slittamento dei playoff causa un contenzioso (Siena) sportivo-giudiziario? Della Figc che ha emanato in troppa fretta il via libera (o che fissa quasi a fine giugno la presentazione della domande) e che va di deroghe in deroghe, e deroghe che derogano alle deroghe? Della Commissione infrastrutturale che un giorno decide che la domanda del Lecco è carente e che una settimana dopo invece la valuta come idonea pur se nel ricorso non vi può essere stata – perché non ammessa – integrazione? L’avvocato del Perugia (Giani) che ha visto accolto il ricorso ha giustamente parlato di «ingiustificabile dilazione interpretativa del termine perentorio da parte della Figc».

La Figc con l’avvocato Giancarlo Viglione – il capo dell’ufficio giuridico della federazione – che dice, dopo aver ribadito che il presupposto per la domanda d’iscrizione è il titolo sportivo: «Certe scadenze erano state fissate quando la finale era fissata per l’11 giugno: i vincitori avrebbero avuto 9 giorni per la documentazione. Il Lecco non avrebbe mai potuto farlo per il 15 (scadenza per gli stadi), prima ancora che il match si giocasse, ma nemmeno per il 20 (scadenza per gli altri adempimenti). Ha fatto tutto in meno dei 9 giorni che avevamo considerato». Poi un’aggiunta importante, da tenere a mente: «Il Lecco ha meritato la promozione sul campo. La Figc ha sbagliato: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario, il 27 aprile, avrebbe dovuto modificare il termine per l’iscrizione della vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposte. L’errore commesso non può abbattersi sul Lecco, laddove i 9 giorni erano stati rispettati». Sembra una scialuppa in favore del Lecco che intanto presenta ricorso mentre il Perugia pensa alla serie B ma intanto la sua domanda – rispetto ai criteri infrastrutturali – è in regola? Come si concilia con il comunicato 191/A quell’indicazione dello stadio Vigorito di Benevento? Come sarà la serie B 2023/24? A 20 squadre? A 21? a 19? Quando comincerà? Domande in attesa mentre i pensieri di Gravina volano altrove: «Diritti tv serie A? Non sono preoccupato, ci sarà un buon risultato».

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