Pensava di correre da solo, senza avversari e senza opposizione, pensava di sbaragliare il campo e ottenere un altro pieno di voti necessari al suo terzo mandato di fila come presidente della Lega serie B e magari da questa posizione di forza rinvigorire le velleità (flebili) di aspirare al soglio della presidenza Figc, e per questo rush aveva già acceso i motori e dato fiato alle trombe, accelerando sull’indizione dell’assemblea elettiva e infischiandosene delle rimostranze su quella fissazione decisa subito dopo Ferragosto che ha stabilito il voto a soli venti giorni dopo (12 settembre), una decisione che ha visibilmente compresso tempi e possibilità di candidature alternative, avversarie, programmatiche: e invece sulla strada dell’avvocato cassazionista sardo-romano Mauro Balata è comparsa quasi di soppiatto l’ombra di un rivale che rischia di avvolgerlo, di sbalzarlo fuori dall’abitacolo, di lasciarlo a piedi in un testacoda non senza code velenose. Altro che tris a Milano e magari affondo a Roma, il rischio adesso è restare fuori dal Palazzo.
Perché nella corsa alla presidenza della serie B avrà un candidato avversario che ha numeri e sponde per vincere le elezioni, e del resto il mondo cadetto lo conosce benissimo perché per otto anni è stato il direttore generale della Lega serie B: si chiama Paolo Bedin, è l’attuale dg della Lega Pro, la scelta fu ufficializzata a giugno 2023 dal presidente Matteo Marani dopo i tre mesi di lavoro svolti come consulente nella Lega che ha sede a Firenze (leggi qui e qui e qui), il suo rientro nel calcio dopo i quattro anni trascorsi come dg del Vicenza e il suo nome caldeggiato dal presidente federale Gabriele Gravina che proprio pochi giorni prima del conferimento dell’incarico lo aveva ricevuto in via Allegri (leggi qui). Un manager apprezzato ed esperto, un tecnico, un uomo di calcio e di conti, un dirigente che per otto anni ha lavorato al fianco dell’allora presidente di Lega serie B Andrea Abodi che adesso (da ottobre 2022) è il ministro dello Sport e che a ottobre 2022 aveva già caldeggiato il nome di Bedin a Gravina per un incarico nel calcio (leggi qui).
In gran segreto si è lavorato per questa candidatura, destinata così a piombare a sorpresa sui destini della serie B e del suo presidente Balata, che magari però un colpo sinistro in questa direzione poteva pure aspettarselo: caldeggiato da Claudio Lotito nel 2017, diventato fedele scudiero di Gravina e riconfermato nel 2021, al presidente federale aveva dato appoggio incondizionato, ricompensato con la nomina a capo delegazione dell’under 21 (marzo 2021) e poi con l’ingresso nel comitato di presidenza Figc (2023), qualche mese fa, dopo i primi dissapori col presidente federale, aveva già perso la carica di capo delegazione dell’under 21, incarico poi conferito a Giancarlo Antognoni.
Gli ultimi mesi sono stati un continuo botta e risposta tra Gravina e Balata, ultimo plateale e plastico diverbio lo scambio di lettere al vetriolo di due settimane fa sulla questione dei diritti televisivi. L’accelerazione nello stabilire la data delle elezioni subito dopo Ferragosto e la convocazione dell’assemblea elettiva per venti giorni dopo, hanno poi incendiato lo scontro, anche perché proprio a luglio Balata aveva “rimproverato” Gravina al termine del consiglio federale, perché «approvare i regolamenti elettorali durante l’approvazione del decreto legge sport che modifica i pesi elettorali non è stata una scelta intelligente e utile. Per questo il voto della Lega B è stato contrario». L’accelerazione aveva infastidito Balata, che però poi si è comportato allo stesso modo di Gravina quando si è trattato di regolare i conti in casa propria. Come già successo per la Lega Nazionale Dilettanti con Abete e poi con Marani in Lega Pro, il presidente federale Gravina astutamente ha così deciso di sondare il terreno muovendosi tra i tanti e diffusi malumori che regnano tra i club di B per trovare un candidato. Senza entrare direttamente nell’agone, avrebbe (così si racconta) avviato e favorito una serie di contatti per arrivare alla scelta di un candidato da opporre a Balata, in un momento delicatissimo, perché intanto si sta discutendo con le varie componenti sui nuovi pesi elettorali da presentare come proposta all’assemblea straordinaria del 4 novembre andando incontro alle richieste della Lega serie A e perché il consigliere federale Balata non ha mai fatto mistero di volersi proporre (magari glielo ha lasciato intendere anche qualcuno della serie A…) come avversario di Gravina (che però scioglierà le riserve sulla propria ricandidatura dopo il 4 novembre) al soglio Figc.
Pochi giorni per trovare un candidato, pochi giorni per stilare un programma, pochi giorni per trovare una serie di club pronti a sostenere il candidato rivale di Balata: una rincorsa senza fiato e senza respiro, che però alla fine ha trovato una soluzione. Il 22 agosto il comunicato ufficiale numero 19 della Lega B, comunicando l’indizione dell’elezione (del presidente di Lega e dei componenti del consiglio direttivo) per il 12 settembre, ha dato fuoco alle fiamme: una scelta (per modi e tempi) apparsa soprattutto come un modo per evitare possibili candidati rivali, anche perché le candidature vanno presentate entro dieci giorni dall’assemblea elettiva e dunque entro questo fine settimana vanno ufficializzate insieme al programma quadriennale. Un’accelerazione che ha indispettito non solo “via Allegri” ma anche alcuni presidenti di club cadetti, da tempo sul piede di guerra, decisi a cambiare linea e rotta, stanchi della presidenza Balata. La scelta – sarà ufficializzata a breve – caduta su Paolo Bedin ha sì ricevuto il benestare di Gravina (sono legati da un antico rapporto) che però così manda anche un messaggio di “amorosi sensi” al ministro Abodi (Bedin ha lavorato per anni con Abodi proprio in Lega B) col quale i rapporti restano sempre tesi, ma soprattutto è il frutto del lavoro di una serie di club che in pochi giorni hanno raccolto adesioni e sono alla testa del movimento “anti-Balata”: il candidato Bedin è il candidato che piace a Gravina. Tra i club più attivi si segnalano il Pisa di Corrado e la Cremonese di Arvedi: specie il primo non ha mai fatto mistero di dissapori nei confronti della gestione Balata, non ha mancato di esprimere dissenso con lettere e prese di posizione, così come Cellino del Brescia e altri club. Ultimo caso (spinoso) della serie la vicenda Sampdoria aperta da un esposto proprio di Cellino sui tesseramenti a luglio del club blucerchiato che ha presentato un piano di ristrutturazione del debito in tribunale, una vicenda (dopo quella di due anni fa della Reggina che aveva creato malumori diffusi) dipanatasi poi tra congelamento dei tesseramenti, lettere e richieste di pareri inviate al segretario generale Figc Brunelli, pressing della Sampdoria e alla fine via libera al club blucerchiato. Uno dei vari nodi diventato spine per Balata, che adesso dovrà guardarsi dall’assalto di Bedin per mantenere la poltrona di presidente della Lega B: servono i 2/3 dei voti (venti sono i club) in prima votazione, serve l’identico quorum nella seconda (eventuale) votazione, dalla terza in poi basta la maggioranza dei voti (50% più 1) degli aventi diritti al voto. A proposito di voti, e di Leghe. In Lega Pro si voterà a fine settembre, Marani corre veloce verso una facile riconferma, del resto ha ben lavorato e ha il sostegno della maggioranza dei club: come avversario potrebbe ritrovarsi Marcò Scianò, ex dg del Piacenza che sta valutando perchè dice appoggiato da club del Nord, mentre in Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete otterrà la conferma.