Ricorso Juventus, il Collegio di Garanzia studia il verdetto. Una corrente spira per il rinvio alla Corte d’Appello Figc: rimodulare il -15

Domani al salone d'Onore del Coni il dibattimento sul ricorso presentato dai legali bianconeri. Le riflessioni della presidente Sandulli e dei presidenti delle Sezioni. Tre le soluzioni possibili
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Come e quando finirà, se mai finirà? Le domande rimbalzano sempre più impetuose, accompagnano le ultime frastagliate e affilate ore della vigilia. Intanto il campo di battaglia si prepara alla guerra, intanto John Elkann scrive che la «Juventus non ha commesso alcun illecito», intanto giudici del Coni rileggono per l’ultima volta carte e appunti, intanto il collegio difensivo bianconero dà una ripassata alle cento pagine del ricorso e intanto una sfilza di media accreditati si prepara ad invadere il Salone d’Onore del Coni senza però la possibilità di trasmettere, né in diretta né in differita, contenuti e frammenti audio-video anche parziali della contesa. Come e quando finirà?

Le domande termineranno solo domani, quando subito dopo pranzo e a tre mesi dalla sentenza di condanna, il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni a Sezioni Unite stopperà finalmente il countdown scandito da chiacchiere, supposizioni, previsioni per dare finalmente il via alla discussione sul ricorso presentato dalla Juventus contro i 15 punti di penalizzazione inflitti dal collegio della Corte federale d’appello presieduto da Mario Luigi Torsello, collegio che accogliendo il ricorso per revocazione del procuratore capo Figc Giuseppe Chinè validava il suo piano d’accusa andando persino oltre l’originaria richiesta di 9 punti di penalizzazione. Chinè e la Figc non compaiono nel processo di legittimità che si terrà dinanzi ai giudici del Coni, non si sono presentati per contrastare i rilievi e le accuse del collegio difensivo bianconero che, punto per punto (almeno 9) punta a scardinare l’intero castello. A recitare la parte dell’accusa sarà invece il prefetto Ugo Taucer, procuratore generale dello Sport al Coni, mentre il Collegio di Garanzia dello Sport che dovrà giudicare è composto dalla presidente Gabriella Palmieri Sandulli e dai presidenti delle diverse sezioni, e cioè Vito Branca, Attilio Zimatore (presidente della II sezione, quella competente in materia di questioni disciplinari Figc e il cui vice-presidente Piero Sandulli si è auto-sospeso) Massimo Zaccheo, Dante Alessio (stessa composizione della scorsa estate quando si espresse sul contenzioso tra Figc e Lega serie A su indice di liquidità),

Come e quando finirà? Sul limite temporale, almeno per quanto riguarda la comunicazione del verdetto, la risposta potrebbe venir facile: di solito la camera di consiglio si pronuncia nella stessa giornata del dibattimento che gli esperti prevedono si svolgerà nell’arco di tre ore massimo. Dunque la decisione (non le motivazioni) potrebbe arrivare in serata pur se la complessità della vicenda potrebbe farla slittare di un giorno. Evasa la domanda sul quando, resta quella sul come. Come finirà? È la domanda delle domande, è la domanda che accompagna l’Italia calcistica – divisa al solito tra innocentisti, colpevolisti e complottisti – da almeno tre mesi, cioè da quando il 20 gennaio la Juventus (e i suoi dirigenti) era stata condannata. Condannata quasi un anno dopo il doppio processo (al Tribunale federale e poi alla Corte d’Appello, sempre presieduta da Torsello) che aveva sbriciolato, sino a renderle bolle di sapone, le accuse di “plusvalenze artificiose e fittizie” mosse a lei e ad altri club dal procuratore capo federale Chinè. Era aprile ed era maggio 2022. Non si arrivò al terzo e ultimo grado di giudizio sportivo, cioè non si arrivò al Coni.

Un anno dopo lo scenario invece è radicalmente cambiato. L’istanza di revocazione del processo sulla Juventus è stata accolta, a gennaio è arrivata la condanna: meno 15 punti alla Juventus e pesanti inibizioni nei confronti dei suoi dirigenti, da Andrea Agnelli a Fabio Paratici e via giù con l’elenco. Un anno dopo la domanda però resta sempre la stessa: come finirà? Le vie del giudizio sono tre. Il Collegio di Garanzia dello Sport conferma la legittimità della sentenza. Il Collegio di Garanzia dello Sport la cancella. Oppure, ancora e infine, il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni rinvia il pallone nella metà campo della Figc, chiedendo così alla Corte Federale di ripronunciarsi modulando (in questo caso sarebbe più completo scrivere, diminuendo) la sanzione afflittiva. Ai giudici del Coni spetta un giudizio di legittimità, quindi in teoria non possono (non potrebbero) entrare nel merito del giudizio ma il confine, specie nel diritto sportivo, spulciando più approfonditamente tra le diverse pieghe del codice di giustizia del Coni e quello della Figc, è assai labile. I giudici hanno letto la sentenza della Corte federale e hanno letto e riletto le cento pagine dell’articolato ricorso della Juventus, ricorso firmato dagli avvocati Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e dal professore Angelo Clarizia che nel 2018 il presidente del Coni Giovanni Malagò nominò sub commissario della Figc definendolo «come il migliore nel suo campo».

Sul campo, a poche ore dall’inizio della sfida, resiste una domanda: come finirà? I pensieri sono disparati, le ipotesi e le congetture si sprecano come le previsioni e i pronostici. Ci sarebbe da andarci cauti, pure con gli spifferi. Ad esempio, ripararsi da uno spiffero che da qualche giorno ha preso a spirare impetuoso, accompagnato da un’altra domanda: quale sarà la valutazione della presidente Gabriella Palmieri Sandulli nel caso la maggioranza dei giudici prendesse una determinata decisione? L’articolato ricorso bianconero in fondo è stato letto e riletto: i legali bianconeri si concentrano sulla “violazione delle norme di diritto” e scendendo un po’ più nel dettaglio, sul fatto che non ci potesse essere revocazione di un doppio processo archiviato un anno fa (e dunque a un errore del procuratore capo Chinè), sul fatto che la condanna sia arrivata per contestazioni diverse rispetto (leggi qui) a quelle mosse nel filone originario (e che aveva dato origine al doppio processo), sul fatto che «non è stato possibile alcun contraddittorio della difesa dei deferiti», che la data sulle famose note Covisoc (leggi qui e qui) dava inizio all’azione disciplinare in un momento precedente e dunque quella seguente giunta in un momento tardivo, sulla misura della condanna e sostanzialmente sull’assenza delle motivazioni di condanna, dunque per una «omessa o carente motivazione». Sulla frontiera dei variegati pronostici e sull’esito del giudizio – conferma, cancellazione, rinvio – si staglia all’orizzonte l’ipotesi più concreta legata alla traiettoria che domani il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni indirizzerà al ricorso della Juventus. Cioè, delle tre questa: la palla potrebbe essere rispedita nel campo della Figc, rimbalzando così di nuovo davanti agli occhi dei giudici della Corte federale d’Appello che dovrebbero ridefinire e modulare la misura della sentenza di condanna (tempo quindici giorni per l’emissione della riformulazione). Almeno questa sarebbe la valutazione e la soluzione caldeggiata da tre dei cinque giudici del Collegio di Garanzia dello Sport. Che ne pensa la Sandulli, come si comporterà? E, soprattutto, come finirà? La domanda vale milioni e milioni di euro. Meglio non scommettere. E andarci cauti.

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