Elezioni arbitri: Messina si ritira, è Pacifici la soluzione ponte per il dopo Trentalange. Il candidato unico Aia fa sorridere Gravina

Designata anche la squadra del Comitato nazionale: fuori Baglioni e Cavaccini, gli altri sono tutti confermati. Le new-entry Mazzaferro, Affinito e Sani. Il voto fissato a metà aprile
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Alle urne, con un candidato unico. Per una soluzione ponte. Il sibilo sempre più assordante è diventato un fischio, anzi un triplice fischio: fine della confusa e velenosa partita, tutti a testa bassa negli spogliatoi. C’è un’unica scheda e un unico nome da barrare. Carlo Pacifici sarà l’unico candidato alle elezioni dell’Aia perchè Domenico Messina s’è sfilato dalla contesa: i presidenti di sezione e i delegati voteranno nel fine settimana del 15/16 aprile e così decreteranno il successore di Alfredo Trentalange, dimessosi a metà dicembre e sotto processo sportivo per il caso D’Onofrio (si torna nell’aula del Tribunale federale nazionale il 17 marzo), un voto nel segno della continuità con l’attuale governance Aia che sceglie così un presidente destinato a restare in carica però soltanto per un altro anno e qualche mese, perché poi sarà di nuovo battaglia elettorale. La scelta Pacifici era stata compiuta due settimane fa (leggi qui), in risposta alla “discesa” sul prato di Messina (leggi qui): giorni affilati e delicati, giorni di tensione e trattative, giorni seguiti con attenzione anche dalla presidenza federale di Gabriele Gravina. Nuovo il presidente (Pacifici) e “nuovo” per così dire sarà anche il vice: è Zaroli, il potente e influente esponente del Comitato Nazionale uscente che governa la Lombardia e che per una questione di mandati non poteva candidarsi come componente ma soltanto alla presidenza o alla vice-presidenza. Il nuovo Comitato Nazionale in sostanza sarà praticamente quasi lo stesso del precedente: fuori ovviamente Trentalange, insieme al significativo passo indietro dell’attuale reggente Duccio Baglioni si segnala la fuoriuscita solo del napoletano Cavaccini, al suo posto un altro rappresentante della “litigiosa e spaccata” Campania che alla fine ha trovato una sintesi sul nome di Michele Affinito, attuale presidente del Cra Campania.

Il nuovo comitato nazionale Aia. Nel nuovo lestino compare per l’area Nord la new-entry Mazzaferro (presidente della sezione di Torino) assai vicino a Trentalange e il veneto Antonio Zappi che Pacifici avrebbe preferito come vice. Per l’area Centro i riconfermati sono Marconi (Umbria) e Senesi (Marche) insieme alla new-entry Sani della Toscana, la regione di Baglioni. Per l’area Sud oltre a Affinito il calabrese Archinà incassa la conferma. Una sintesi tra esigenze, istanze e pressioni, un’operazione non riuscita a Messina costretto invece a fare dietrofront appena venti giorni dopo l’ufficializzazione della candidatura e dietro cui si muovevano ex truppe attribuibili all’ex presidente Nicchi (cui Gravina due settimane fa ha affidato il ruolo di capo delegazione dell’under 20, leggi qui) pur se anche qui tra distinguo e differenziazioni. Alcune regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte, Lazio) si sono tirate indietro), alcuni candidati in pectore hanno declinato l’invito, pare anche grazie ad un’operazione di moral suasion compiuta dai vertici arbitrali e federali: i segnali poi dalle elezioni nelle sezioni per la scelta dei delegati avevano lasciato intuire come la scalata fosse sempre più impervia, senza dimenticare appunto il mancato gradimento anche della presidenza federale che a Messina lo aveva detto in un incontro riservato, ribadendo l’auspicio di una candidatura unica. E così, ieri mattina Domenico Messina ha telefonato a Carlo Pacifici comunicandogli la decisione di fare un passo indietro. Lasciando campo libero.

Il retroscena. Venerdì sera, nelle stesse ore in cui dai banchi di Coverciano – accanto a lui il designatore Gianluca Rocchi – Roberto Rosetti teneva una lezione a Coverciano agli arbitri della Can, Messina prendeva la decisione sofferta ma ormai inevitabile: sfilarsi dalla candidatura alle elezioni Aia, un dietrofront sofferto ma obbligato. Appena venti giorni dopo la decisione di scendere in campo, appena venti giorni dopo aver dato le dimissioni da tutti gli incarichi arbitrali: impossibile trovare una quadra, anzi una squadra capace di affrontare l’agone elettorale e soprattutto di scalzare il candidato dell’attuale governance, l’ecumenico dirigente bancario Carlo Pacifici.

Il nome uscito dopo un’altra sofferta trattativa, dopo ad esempio il rifiuto dell’attuale designatore Can a candidarsi nonostante il pressing deciso anche della presidenza federale. Rocchi ci aveva riflettuto, aveva all’inizio chiesto un interim fino al termine della stagione, e poi aveva messo paletti affilati, ribadendo il pensiero all’attuale reggente Duccio Baglioni: niente Katia Senesi come vice nel ticket elettorale, al più uno tra Zappi e Pacifici.

Pacifici

L’ex fischietto romano (dirigente bancario di Unicredit) sarà così il candidato unico, una sorta di soluzione in cassaforte, come mettere in banca un risultato certo: la soluzione della candidatura unica caldeggiata anche dal presidente Figc Gabriele Gravina che, in un momento assai delicato della stagione – il 17 marzo torna in aula il processo sportivo a Trentalange (leggi qui), la serie A è nel pieno e i fischietti sono sempre nel mirino – non voleva altre tensioni e veleni nel mondo arbitrale. E per questo, si racconta, a Rocchi negli ultimi giorni era stato affidato un mandato preciso, spinto anche dagli arbitri di vertice: battere il campo palmo a palmo per arrivare a una candidatura unica e sgomberarlo da nuove tensioni, frizioni, spaccature, veleni. La candidatura unica è arrivata ma tensioni, frizioni e veleni resteranno, anche perché la base – sempre più disorientata e divisa – auspicava un cambiamento o quantomeno una contesa a più voci. La scelta invece è maturata e nata anche grazie al peso dei presidenti di sezione, a un’opera di moral suasion dei vertici federali e arbitrali e anche perché alcuni dei candidati di Messina si sono, uno dopo l’altro, sfilati. Eclissati. Rocchi resterà il designatore della Can, e continuerà anche il prossimo anno, poi si vedrà. Di certo ha scelto di non “rompere” con il corregionale Baglioni, costretto però al passo indietro. Costretto ad incassare il no sulla Senesi come vice: un’ipoteca che Rocchi, nel caso di sua candidatura, non poteva accettare. E costretto anche perché una serie di Comitati regionali erano contrari al nome della marchigiana: tra tutti pare il Veneto di Zappi che però è anche il Veneto di Orsato il cui nome continua a farsi come il candidato forte per le prossime elezioni. Non queste che si terranno ad aprile e che fungono come soluzione ponte.

I nomi. Un ponte non l’ha trovato Messina, costretto a sfilarsi. Venerdì sera un ultimo, disperato, tentativo. Una telefonata a Narciso Pisacreta, ex vice di Nicchi e tra i fautori della candidatura Messina, aveva praticamente messo lo stop alla corsa. Troppe divisioni, troppi passi indietro: il voto in alcune decisive regioni in bilico. Mentre in Campania si registrava la spaccatura sul nome – al candidato in pectore del salernitano Giancarlo Rubino s’era contrapposto quello dell’altro salernitano Nello Di Mauro, e la scelta pareva ormai ricaduta su quest’ultimo – si provava a metter dentro il ligure Ivaldi. Complicato. Impossibile poi penetrare nel Lazio (con Domenico Trombetta di Roma 2, realizzando che Roma e dintorni sarebbero rimasti unitari con Pacifici) ed in Veneto: quadrato intorno a Zappi, provocando il rifiuto alla candidatura di Dino Tommasi di Bassano del Grappa ed il tramonto immediato di altra soluzione improvvisata dopo il rifiuto del bassanese col candidato veronese Mario Carrozzini. Al Sud l’altro nome in agenda era quello del palermitano Cassarà (o Saia) mentre al Nord la scelta pareva fosse caduta su Cuttica, presidente della sezione di Alessandria. Con Messina – come vice il designato era Giannoccaro – venivano dati in corsa Silvia Spinelli (attuale vice presidente CRA Umbria) e Massimo Cumbo (ex arbitro internazionale di futsal). Un turbinio di nomi e ipotesi, tra i quali quello dell’ex assistente emiliano Zuccolini e quello del marchigiano Ridolfi. Alla fine della fiera tutto dissolto. Tutti alle urne. C’è un candidato unico. Una soluzione ponte. Reggerà?

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