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Salernitana: Iervolino approva il bilancio di Lotito e Mezzaroma. Il conto di Marchetti e il nuovo consiglio d’amministrazione

La perdita al 30 giugno 2021 è di 1,6 milioni di euro senza ricavi da botteghino. Il neo proprietario solleva il generale ed i trustee e si riserva "eventuali azioni nei confronti dei vecchi proprietari". Gli incassi dalla Lazio, la plusvalenza Akpa Akpro, il contenzioso su Diallo Ba Moudo e con Cerci, il premio promozione di 5 milioni. Il ruolo di Aiudi e Tiscini, gli ingressi di Ientile e Miele

Un milione e seicentomila euro. È questa la cifra della perdita iscritta nel bilancio d’esercizio al 30 giugno 2021 (stagione 2020/2021) della Salernitana. Il bilancio approvato il 13 gennaio a Scafati, nello studio del notaio Francesco Coppa, subito dopo la stipula del contratto di cessione dell’intero pacchetto azionario del club, passato dal “Trust Salernitana 2021” nelle mani del facoltoso ed effervescente imprenditore Danilo Iervolino, i dieci milioni (più oneri e spese, tre milioni e spicci) nelle tasche dei disponenti, la “Omnia Service” (famiglia Lotito) e la “Morgenstern” (Marco Mezzaroma), disponenti sul piede di guerra e intenzionati a far causa, in primo luogo una richiesta di risarcimento danni alla Figc (leggi qui) e magari anche ai due trustee (Melior Trust, Susanna Isgrò) e Widar Trust (Paolo Bertoli) per le condotte tenute, per la “svalutazione” della compravendita: s’indaga e si cerca (a Roma ma anche alla Procura di Salerno, dopo la denuncia di un fondo estero e la deposizione come persona informata sui fatti di Claudio Lotito, leggi qui) in una vicenda nata a giugno, avallata dalla Figc di Gabriele Gravina a metà del mese ben prima del fatidico 7 luglio con lo scontato via libera (leggi qui) e conclusasi felicemente proprio sul suono del gong.

Un sì scontato, un numero senza sorprese. Sette mesi logoranti. Voci e veleni, colpi sinistri e passi felpati. Speranze e attese, qualche manifestazione d’interesse particolare a metà ottobre, tra il cinema e l’università (leggi qui), fino al lieto fine. Come un finale già scritto, mentre migliaia e migliaia di spettatori venivano sommersi dalle più disparate (volute?) (dis)informazioni. Congetture, ipotesi, sentenze. Nodi su nodi, l’ultimo quello relativo all’approvazione del bilancio, ritenuto ai più il vero e unico passaggio fondamentale per il… passaggio delle quote. Eppure i numeri quelli erano, eppure l’approvazione del bilancio ritardava solo perché mancante di un parere, quello della società di certificazione (Bdo) legata all’ipotesi di continuità aziendale, parere senza il quale l’amministratore unico Ugo Marchetti proprio non se la sentiva di chiudere il bilancio (avrebbe comunque potuto farlo) e sottoporlo così all’approvazione dei due soci, cioè i due trustee. Solo un passaggio burocratico, tanto più che Iervolino nella proposta vincolante d’acquisto formulata il 31 dicembre per conto della “Idi srl” dichiarava di “ben conoscere le situazioni giuridiche attive e passive della società e di conoscere dettagliatamente e di accettare integralmente, senza riserve di alcun tipo, la situazione economico-patrimoniale e finanziaria attuale e prospettica della società, senza condizione alcuna, non trovando nulla da eccepire o contestare”. Incontestato e anzi confermato quanto più volte scritto: la perdita d’esercizio al 30 giugno 2021 è di 1,6 milioni di euro (per le perdite si può ricapitalizzare in cinque anni, la ricapitalizzazione toccherà alla Idi srl). Bisognava soltanto modificare il capitolo sulla relazione della gestione, aggiornare il paragrafo sulla continuità aziendale; poi, dopo la relazione della società di revisione (avvenuta, per la Bdo c’è la firma di Alessandro Fabiano), e quella del collegio sindacale (12 gennaio) sarebbero dovuti passare almeno quindici giorni per la convocazione dell’assemblea per l’approvazione del bilancio. Per accelerare i tempi c’era la possibilità di avvalersi della “rinuncia ai termini”. Così è andata. Del resto Iervolino giustamente scalpitava, la sua nuova Salernitana non poteva mica attendere. Tutto insomma è andato come doveva andare, come un copione già scritto (leggi qui). E così, dopo il gradimento dei due trustee (4 gennaio), la decisa accelerata.

BILANCIO

L’approvazione del bilancio e la clausola. Nello studio del notaio Coppa a Scafati, lì dove nel 2016 le quote della Casertana sarebbero passate nelle mani dell’avvocato Luca Tilia, cedute da Giovanni Lombardi, l’imprenditore titolare di laboratori di analisi ai quali la Salernitana di Iervolino s’è subito rivolta (leggi qui) per i tamponi, davanti ad un vassoio di sfogliatelle il 13 gennaio è stata prima perfezionata l’operazione di cessione delle quote. Nello studio, oltre all’amministratore unico della “Idi srl” Generoso De Luca, oltre a Iervolino e all’advisor finanziario della Idi, Rosario Bifolco, c’erano anche l’amministratore unico del “Trust Salernitana 2021” Ugo Marchetti, il trustee Susanna Isgrò, c’era in video-conferenza il presidente del collegio sindacale Ulderico Granata e l’altro sindaco effettivo (Stefano Di Natale), irreperibile e assente l’altro sindaco (Giorgio Giulianelli). Perfezionato il passaggio azionario, alle ore 13.55 (congedata la Isgrò con tanto di giustificato e beneaugurale brindisi) avrebbe poi avuto inizio l’assemblea alla presenza del socio unico, cioè la Idi srl. Al nuovo socio quindi (non ai due trustee, soci fino al passaggio delle quote) è spettato il compito di approvare il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2021: dunque il sì ai conti della gestione societaria – l’ultimo anno di gestione della coppia Lotito-Mezzaroma – è toccato alla proprietà Iervolino. Un particolare da sottolineare: non un voto sulla gestione dei due trustee, parziale e fermatasi a dicembre 2021, e comunque rientrante nel bilancio da chiudersi a giugno 2022 e da approvarsi entro la fine dell’anno solare. Dunque, l’approvazione del bilancio dell’ultima stagione del duo romano affidata a Iervolino. Tanto che, in sede di approvazione, il socio unico (Idi srl), precisa che “… l’approvazione del bilancio d’esercizio al 30 giugno 2021 non costituisce e non può in alcun modo essere intesa come una rinuncia a qualsivoglia azione e/o diritto e/o pretesa a tutela dell’integrità del patrimonio sociale e del valore della quota di partecipazione per eventuali atti e/o omissioni e/o condotte poste in essere da qualsivoglia soggetto nel periodo antecedente rispetto alla nomina dell’attuale amministratore unico, generale Ugo Marchetti e alla gestione delle partecipazioni da parte dei trustee, formulandosi sul punto ogni più ampia riserva di azioni all’esito dei doverosi approfondimenti contabili e gestionali coni conseguenti effetti a qualsivoglia fine”. In sintesi: sollevati da ogni responsabilità il generale e i due trustee, eventuali atti e azioni di responsabilità sarebbero eventualmente da proporre ai vecchi soci ove mai i conti di bilancio non quadrassero. Già, i conti. Chiusi da una perdita d’esercizio ripetuta e ribadita a più riprese, il quadro chiaro sin da ottobre: 1,6 milioni come perdita, in una stagione di serie B e in una stagione senza ricavi da botteghino. Al confronto degli altri attuali 19 club di serie A, verrebbe da scrivere nulla. Anzi, meno del nulla. Sempre e certo, se tutti i conti tornassero. A Iervolino pare comunque che al momento tornino.

Le parole di Iervolino. Tra link, hub, istant-team e osmosi, il nuovo proprietario granata ha sempre ripetuto e continua a ripeterlo – non era passato nemmeno il primo dell’anno e oggi siamo al 10 febbraio – che lui avesse deciso di acquistare il club solo il 30 dicembre. Tutto di corsa, tutto d’istinto. Non troppo tempo per vedere, studiare, controllare, verificare: i numeri del club, la situazione economica, patrimoniale e finanziaria di una realtà acquistata per dieci milioni di euro. Una società di serie A. «Una società che si autofinanzia e che ha i conti a posto, mi dica lei quanto vale?»: così Lotito nel corso della puntata di Report su Raitre (leggi qui). «Non c’è stato il tempo di verificare tutto, di compiere una due diligence approfondita»: così invece avrebbe risposto Iervolino alla domanda sui beni immateriali nel corso della sua prima conferenza stampa, sempre il 13 gennaio, poche ore dopo il perfezionamento dell’acquisto del club e l’approvazione del bilancio. L’1 febbraio, nel forum al Corriere dello sport, invece: «Il 30 dicembre vengo sapere che secondo la stampa sarei interessato all’acquisto del club. Mi ricordano che Salerno mi porta bene perché vi ho fondato Pegaso. Allora ho consultato le carte. Ho trovato un bilancio semplice e sano. Ho ricevuto le valutazioni dei gestori. Ci è bastato. Siamo sempre stati rapidi nel concludere gli affari».

Il nuovo cda e singolari curiosità. Tornando al fatidico 13 gennaio. Dopo aver approvato il bilancio d’esercizio 2020/21, dopo aver accettato le dimissioni dell’amministratore unico del “Trust Salernitana 2021” Ugo Marchetti, generale ringraziato pubblicamente anche poche ore dopo nel corso della prima conferenza stampa da proprietario di Danilo Iervolinouno straordinario lavoro il suo, come quello degli ex proprietari e del direttore Fabiani, la loro colpa è stata quella di non creare un link d’amore con l’ambiente»), e prima ancora all’uscita dallo studio notarile dove aveva completato l’acquisizione del 100% delle quote del club, («Marchetti? Un galantuomo, sceglierei lui per una funzione di controllo come compliance manager»), ecco la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione, in carica nel prossimo triennio. Danilo Iervolino presidente del cda mentre i consiglieri sono il cilentano di nascita Angelo Giovanni Ientile e il napoletano Mario Rosario Miele. Tra le varie cariche, Angelo Giovanni Ientile ricopre quella di consulente giuridico di Invitalia SpA. È consulente giuridico presso l’Autorità di gestione POR FERS 2014-2020 della Regione Campania, è nel cda del Consorzio Industriale Lazio. È stato professore a contratto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università telematica Pegaso, fino a due mesi fa compariva anche nel cda dell’Università Unimercatorum. Pegaso e Unimercatorum, il trampolino di lancio di Danilo Iervolino nell’universo imprenditoriale nazionale ed internazionale vista poi la cessione al fondo britannico Cvc che gli ha fruttato l’etichetta di “Mister Miliardo”. Nel consiglio d’amministrazione della Unimercatorum figura invece l’altro componente del cda della Salernitana, Mario Rosario Miele: napoletano, lavora a Roma, è presidente del consiglio d’amministrazione Caf Cisal: ha studiato presso l’Università telematica Pegaso dove ha conseguito la laurea. Si è invece laureato alla Luiss in Economia e Commercio Riccardo Tiscini, professore associato di Economia aziendale presso l’Università Mercatorum e prorettore della stessa università telematica nella quale Iervolino figura come presidente del cda. Riccardo Tiscini è anche un commercialista, titolare di uno studio di contabilità e consulenza a Roma. Proprio a questo studio di contabilità e consulenza s’era affidato il generale Ugo Marchetti a fine settembre per i conti del “Trust Salernitana 2021”: della nomina e dell’incarico (pare per 80mila euro) se n’era già scritto in un articolo (leggi qui), così come dell’incarico affidato a Luigi Aiudi, nominato da Marchetti come direttore amministrazione, finanza e controllo del club (contratto, pare, di 200mila euro): sempre nello stesso articolo (il titolo era “Salernitana, cessione trust con tinte di giallo”, era il 27 settembre) si ritrovava una precedente esperienza lavorativa con uno dei due trustee, Paolo Bertoli. Aiudi amministratore delegato di Net insurance SpA e Bertoli nel collegio sindacale di quella società, oggetto poi di una vicenda tutta particolare arrivata sin sulle soglie del Vaticano. Aiudi compare ancora nell’organigramma della nuova Salernitana, quella cioè targata Iervolino. Chissà se anche lo studio di contabilità e la consulenza siano ancora affidate allo studio Tiscini. Ma perché il generale Marchetti nominò Aiudi e s’affidò a una consulenza contabile esterna? Lo spiega e lo scrive l’ex amministratore unico del trust Marchetti nelle prime pagine della relazione (66 pagine) sulla gestione al bilancio d’esercizio al 30 giugno 2021. Si legge: “…in conseguenza del trust la società è stata interessata da una rilevante discontinuità organizzativa prima gestita da strutture centralizzate esterne alla società alle quali è stato impedito ogni collegamento… tale situazione ha impedito un fluido avvio della gestione… l’azione amministrativa ha dovuto implementare, riorganizzare e ristrutturare gli uffici e i processi introducendo nuove risorse… per questo l’inserimento di una nuova figura manageriale come cfo e un adeguato supporto consulenziale”.

Akpa Akpro, la correlata, stipendi e ricavi: i numeri della promozione. Il bilancio – come giustamente e doverosamente ricorda il generale Ugo Marchetti nella nota – riguarda la gestione condotta, per la sostanziale totalità (fino al 25 giugno 2021) dal precedente organo amministrativo: il precedente amministratore unico era Luciano Corradi, in carica dall’avvento della coppia Lotito-Mezzaroma. Una stagione chiusa con la promozione in serie A senza aver ricavi da botteghino, tanto che nel bilancio si fa notare (“in presenza degli incassi, si sarebbe chiusa la stagione in equilibrio”) come la perdita sia stata causata da questo fattore. La stima – basata sulle annate precedenti – è di almeno 2 milioni di euro in meno, considerando che la squadra ha lottato e poi vinto il campionato. Il valore della produzione è di 13.960.000 euro, così scomposta per voci: 2.104.000 euro dai diritti tv da Lega, 3.267.000 da sponsorizzazioni e proventi pubblicitari, 5.229.000 euro da contributi Lega in conto esercizio (crediti campagna acquisti-cessioni) e 3.360 di altri ricavi. Costi operativi per 24 milioni di euro, la fetta più grande quella relativa a stipendi e premi ai tesserati: 10.963.000 il totale degli stipendi corrisposto ai calciatori che poi hanno ricevuto 5.850.000 euro come quota variabile legata ai risultati (dunque il premio promozione), mentre la cifra degli stipendi per allenatori e staff si è attestata a 1.121.000 euro. Il capitale immobilizzato è di 3.169.000 euro, la voce più rilevante quella per acquisto calciatori (2.348.000). I rapporti con le correlate. Dalla “S. S. Lazio Marketing & Communication” 1,45 milioni di euro e un credito di 700mila euro per utilizzo dei diritti commerciali, pubblicitari e di sponsorizzazione. Dalla S.S. Lazio ricavi per 1,5 milioni di euro come premi di valorizzazione di calciatori, e 11,9 milioni come plusvalenza per la cessione di Akpa Akpro. Proprio il caso del centrocampista aveva tenuto banco per mesi, aveva indotto a ipotesi, congetture, valutazioni. La cessione e la corresponsione della cifra (pagamento triennale attraverso camera compensazione Lega, pagamento già avviato) è stata iscritta a bilancio seguendo le direttive e le norme Ifrs e le raccomandazioni Uefa. Si legge: “Nel caso in cui il trasferimento preveda, a favore della società di provenienza, il riconoscimento differito di ulteriori compensi sottoposti a condizione, tali compensi saranno rilevati, a titolo di conguaglio prezzo, ad incremento del costo iniziale al momento in cui la condizione si è verificata”. I crediti complessivi verso la Lega (campagna trasferimenti) al 30 giugno 2021 erano di 9.410.000, 737mila verso il Comune di Salerno (da compensare però con i debiti). Assenti i ricavi da botteghino, ecco 2.104.000 di sponsorizzazioni e pubblicità, 980mila da sponsor. Riconosciuti alla Salernitana premi di valorizzazione per calciatori in 1,5 milioni, la gran parte dalla Lazio, 5 i milioni dalla Lega B, 172 mila i proventi da merchandising, 444mila le spese per i tesserati (la gran parte sono spese sanitarie), 241mila euro corrisposti come intermediazione, 563.000 le spese per vitto, alloggio e viaggi. Alla fine della giostra, sul prato sarebbe arrivata la promozione in serie A e una perdita di 1,6 milioni di euro. «Un gran bel lavoro hanno fatto i vecchi proprietari, e anche il diesse che c’era prima, bisogna riconoscerlo: loro però non hanno creato feeling con la piazza», così Iervolino nella sua prima conferenza stampa da proprietario di un club che in A riceverà alla fine della stagione almeno 32 milioni tra diritti tv e sponsor. Restano comunque appendici. Alcune curiose.

I contenziosi aperti. La società è infatti in causa con la Gianto srl: ne ha chiesto la condanna al pagamento (ben 2.320.000 euro) per “la tardiva consegna del materiale prevista nel contratto con Givova”. La causa pende davanti al Tribunale di Salerno, la prossima udienza è fissata al 17 maggio. Un’altra è pendente con la Seleco, società poi fallita, società che era sponsor nella stagione 2018/19: è stata chiesta l’ammissione al passivo per 635mila euro. Tra le cause passive ci sono invece quelle col Comune di Salerno per “il rimborso delle spese sostenute per il servizio di ordine pubblico per alcune gare casalinghe per un importo di 33mila euro”. Quella relativa alla richiesta di risarcimento danni avanzata da Alessio Cerci per “asserite violenze cui sarebbe stato sottoposto il calciatore da parte del direttore sportivo per indurlo alla firma del nuovo contratto nella stagione sportiva 2019/20”. Il giudizio è ancora pendente. Nella relazione firmata da Marchetti si legge che “il calciatore non ha provato quanto sostenuto e che il collegio arbitrale respingerà completamente la domanda in quanto infondata, per questo non è stato ritenuto di predisporre accantonamenti perché i rischi sono ritenuti di natura particolarmente remota dai professionisti che seguono la pratica”. Un’altra causa pendente è quella con la “Sport Shop srl”: 785mila euro come risarcimento danni e 74mila euro per il mancato pagamento di una fattura relativa a materiali sportivi forniti alla società, a cui è seguito decreto ingiuntivo, poi opposto. Si è in attesa delle conclusioni per entrambe le vicende. C’è poi un’altra causa, quella con la società Ifm Sports Ltd. Causa scissa in tre giudizi, pendenti presso il tribunale di Salerno, quello di Roma e quello di Firenze. La prima riguarda il mandato Casasola. È un’opposizione alla richiesta fatta alla Salernitana di 90mila euro per il mancato pagamento della transazione successiva (marzo 2019) al mandato (febbraio 2018). Si contesta non l’importo dei 90mila euro, ma quello della penale (200 mila euro). L’importo della sorte (90mila euro) e il 60% della penale (60mila euro) sono comunque voci accantonate nel bilancio appena approvato. Il secondo giudizio riguarda sempre un mandato Casasola (20 gennaio 2018): è una richiesta di 40mila euro fatta alla società per il mancato pagamento della terza rata del mandato sottoscritto a gennaio 2018. La società contesta perché ritiene che al procuratore spetti una percentuale e non un importo forfettario. L’onere è comunque stato iscritto a bilancio. Il terzo giudizio è invece assai più interessante e intrigante. La Salernitana è in causa sempre con la stessa agenzia di procuratori sportivi, società svizzera nella quale lavorano manager maltesi, italiani, tedeschi, francesi e svedesi. Il giudizio pende davanti al tribunale di Firenze e riguarda il mandato per il contratto di Diallo Ba Maoudo. Senegalese con passaporto spagnolo, il contratto dell’esterno destro classe ’99 fu depositato nell’estate del 2019, quasi sul gong della sessione estiva di mercato. Dopo un periodo di prova con la Primavera allenata allora da Beni, vice del primo Colantuono sulla panchina granata, fu contrattualizzato dall’allora ds Angelo Fabiani e poi subito girato in prestito al Rieti. Una meteora senza tracce terrene. Almeno sul prato granata. Tracce d’inchiostro però restano nelle cause iscritte a bilancio. La “Ifm Sports ltd” reclama infatti il pagamento di 710mila euro oltre Iva (510mila come sorte e 200mila di penale). “Il parere dei legali del club – c’è scritto nel bilancio approvato il 13 gennaio – riporta elevate probabilità di successo nel contenzioso ma comunque resta iscritto per prudenza l’importo della sorte”.

Transazioni completate. Per evitare rischi patrimoniali, l’organo amministrativo ha però chiuso transazioni per alcune vicende. All’avvocato Leonzio Capobianco sono stati così riconosciuti 30mila euro: ne chiedeva 83mila dopo essersi costituito in mora per l’assistenza legale fornita e non ancora riconosciuta. All’ex preparatore atletico Filetti 5.318 euro, al procuratore di Curcio 20mila euro, alla “Cosat srl” 200mila euro per un debito di 349mila euro: nell’accordo transattivo figura però la sottoscrizione di un contratto per la stagione corrente e per quella successiva sotto forma di pubblicità per un importo di 146mila euro con relativa fattura. Al procuratore Romualdo Corvino (controversie su Billong e Schiavi) sono andati 215mila euro (il debito era di 318mila), all’agente Nappi della “All Start Management” per il contratto di Walter Lopez sono invece stati riconosciuti 60mila euro.

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