Quello di domenica all’Arechi no, non ci sarebbero nemmeno i tempi, però magari quello del 23 gennaio potrebbe chissà, magari trasformarsi persino in un derby nel derby. La sfida Napoli-Salernitana allo stadio San Paolo Maradona è in programma all’inizio del nuovo anno. La sfida sul prato tra azzurri e granata però potrebbe spostarsi anche in tribuna: sarebbe la sfida tra proprietà che si fondano sul settore cinematografico. La società del produttore e distributore Aurelio De Laurentiis contro il club granata che potrebbe chissà essere acquisito da imprenditori, produttori e distributori di pellicole per il cinema e per la tv. Per ora hanno inviato una manifestazione d’interesse al “Trust Salernitana 2021”, hanno spedito una pec alla casella di posta certificata di uno dei due trustee – Isabella Isgrò (Melior trust) e Paolo Bertoli (Widar trust) – che entro il 31 dicembre devono alienare le quote di partecipazione societaria loro affidate dai due disponenti, l’Omnia Service di Claudio Lotito e la Morgenstern del cognato Marco Mezzaroma, pena l’esclusione (la Figc ha stabilito così anche se risulta sempre difficile ipotizzare un’azione che provocherebbe una serie di contro reazioni giuridico-economiche rilevanti oltre che schizzi pesanti sull’immagine del calcio campione d’Europa) dal campionato di serie A. È una manifestazione d’interesse che sta viaggiando abbastanza spedita pur se la Salernitana in campo suda e annaspa, pur se il passo in campo è ancora sofferto e lento nonostante le fanfare stonate del generale Ugo Marchetti, amministratore unico della società le cui esternazioni sono finite nel mirino non solo della tifoseria che in un amen l’aveva eletto a paladino (erano i giorni delle esternazioni populistiche nel “Ribery day”) e adesso gli rifila improperi sgranando il rosario. La porta d’uscita già s’intravede.
Intanto viaggia la manifestazione d’interesse: lo scambio di documenti e richieste, la verifica dei requisiti, il controllo delle garanzie, lo studio dei documenti contabili. È arrivata via pec a fine settembre, s’è aggiunta alle tre manifestazioni d’interesse – fondo estero, una holding della penisola araba e una di matrice italiana timonata da Antonio Romei, avvocato romano ed ex vice-presidente della Sampdoria – proposte definite però nel comunicato ufficiale diffuso dai due trustee (leggi qui) il 5 di ottobre come “attualmente non congrue, valide e vincolanti” e quindi significa almeno congelate (“nel confermare che proseguono le interlocuzioni con tali offerenti, al fine di addivenire ad una vincolante e congrua proposta…è data possibilità ad altri…”, così nel comunicato di inizio ottobre) in attesa di nuove offerte da nuovi potenziali acquirenti (o riofferte dei precedenti) da ricevere entro il 15 di novembre. È questo il nuovo limite temporale dopo quello quantomeno azzardato e bizzarro fissato in precedenza al 30 settembre (leggi qui) sempre dai due trustee che devono muoversi seguendo sempre paletti stretti, rigidi, definiti: paletti economici, giuridici, temporali da osservare stando anche ben lontani da eventuali interferenze, né dei disponenti certo ma nemmeno quelle delle Figc che però tra le mani si ritrova una bella rogna. A via Allegri qualcuno si consuma pensando al da farsi, nella sede dei due trustee si aspettano altre richieste mentre qualche potenziale acquirente aspetta pure che trascorra altro tempo. Di tempo però ne è rimasto poco. Bisogna evitare pasticci, intrecci e papocchi, lo dicono e ammoniscono tutti: la storia è assai lunga, l’ultima delle puntate pubblicate sta in fondo tutta qui (leggi qui).
La nuova si apre invece con la manifestazione d’interesse avanzata da due imprenditori del ramo cinematografico. Si chiamano Francesco Di Silvio (nel 2014 provò a rilevare la Fortitudo Bologna, nel 2019 e ad inizio del 2021 in cordata s’era fatto sotto con il Foggia ricevendo persino la benedizione mediatica di Luciano Moggi) e Pet (all’anagrafe Pietro Alessandro Umberto) Maggi. Il primo nato in Basilicata, trasferitosi giovanissimo a Bologna e adesso domicilio e interessi lavorativi soprattutto a Parigi; l’altro invece è nato a Milano, ha cittadinanza inglese e società tra Roma e Londra. Una delle società di Franco Di Silvio è la Virtuose Pictures (sede a Ginevra, ultima acquisizione di rilievo la distribuzione in Francia dell’ultimo film di Woody Allen), una delle società di Maggi è la Cine 1 Italia (sede a Roma e di proprietà al 98% di Movie Marketing Ltd, companies house che ha sede a Londra ed è controllata dalle famiglie Maggi-Folli, l’ultimo prodotto cinematografico di successo è la pellicola “Il delitto Mattarella”): a luglio insieme con Europictures ad esempio avevano annunciato l’acquisizione a “Cannes 2021” di “Paris 13th district”, lungometraggio al prestigioso festival del cinema del già Palma d’oro e candidato Oscar Jacques Audiard. Entrambi hanno rapporti di lavoro e interessi nel cinema, nel ramo della produzione, commercializzazione e distribuzione nazionale ed estera, nel cast registi, attori e amicizie di spessore e rilievo internazionale.
Insieme, i registi dell’operazione – Di Silvio e Maggi – hanno deciso di avanzare una proposta per l’acquisto della Salernitana ed hanno così bussato alla porta del trust. Hanno inviato la manifestazione d’interesse ai trustee che hanno valutato il documento e poi chiesto la presentazione dei requisiti economici, finanziari, patrimoniali e d’indipendenza espressamente previsti nel trust. Una volta verificati e prima di consentire l’accesso alla data-rom ai consulenti del gruppo per la visione dei documenti contabili del club – il bilancio d’esercizio a giugno 2021 è in via d’approvazione e chiuderà in leggero rosso – hanno richiesto e ricevuto le dichiarazioni di “indipendenza e confidenzialità”. È così partita la cosiddetta “due diligence”, ovvero la verifica e l’analisi di tutta la documentazione contabile, patrimoniale e fiscale della società e contemporaneamente hanno messo mano a un primo progetto di cash-flow. L’operazione propedeutica all’offerta è stata affidata a un commercialista sardo che nello scorso fine settimana ha completato lo studio e poi trasmesso il parere ai potenziali acquirenti che continuano a dialogare con i trustee. Adesso la palla passa però a loro, a Di Silvio e Maggi che intanto hanno aperto un conto bancario dedicato all’operazione, l’intera operazione condotta attraverso una banca d’affari londinese, le disponibilità transitate su conto italiano: per presentare una “proposta irrevocabile d’acquisto delle partecipazioni sociali” hanno tempo sino al 15 novembre – termine ultimo fissato dai trustee Isgrò e Bertoli – e la proposta deve essere accompagnata da un acconto del 5% del prezzo fissato per la cessione, cauzione che sarà restituita in caso di mancata accettazione dell’offerta oppure di decadimento dei tempi. La proposta irrevocabile, così come specificato dai trustee, deve essere irrevocabile e senza condizioni e sarebbe – come da comunicato – valida fino al 15 dicembre. Il prezzo fissato? I due trustee, come già spiegato e com’è nelle loro competenze, ne hanno fissato uno minimo che non è per forza quello stabilito e stimato dalle perizie condotte in estate, una dallo studio Laghi e un’altra dalla Ernst & Young, quel valore oscillante tra i 40 ed i 45 milioni di euro. Nel trust c’è espressamente scritto: “Il trustee, valutata la stima della perizia, determina in piena autonomia il prezzo minimo iniziale dell’alienazione. Fissato il prezzo minimo, fissa poi il termine entro cui ricevere le offerte. In caso di più offerte valide determina lee modalità di aggiudicazione per l’alienazione nel più breve tempo possibile. Può ridurre il prezzo minimo iniziale, sentito il parere del Guardiano”. Sono trascorsi quattro mesi, due di campionato hanno già certificato che per la Salernitana saranno dolori, stridori e sofferenze. L’appeal del titolo granata è sceso, il prezzo minimo anche: è una stagione difficile. Delicata e decisiva, come il passaggio azionario. Sul tavolo, oltre le tre offerte “congelate” e la proposta che fa capo al tandem Maggi-Di Silvio, sarebbero arrivate altre proposte, alcune scartate perché prive di qualsiasi garanzia, un altro paio invece in stato di valutazione, definita embrionale. Tra queste, sussurri di una straniera e di un’altra italiana. Quella italiana volteggia nell’area di una università telematica il cui fondatore ha origini campane e che sarebbe stato sollecitato a intervenire, ad entrare sulla scena al momento opportuno. Quando? Non si sa ancora. Intanto le lancette intanto scorrono, inesorabili. Da oggi restano 19 giorni al 15 di novembre, termine fissato dai trustee per presentare le offerte. Ne restano 49 al 15 di dicembre, termine di scadenza delle offerte vincolanti eventualmente ricevute entro il 15 novembre. Ne restano 65 al 31 dicembre, l’ultimo giorno di vita del “Trust Salernitana 2021”. I tifosi della Salernitana aspettano, logori e disperati, un titolo a lieto fine. Al cinema di solito arriva – a volte con lacrime liberatorie, a volte col sorriso – insieme al “The end”. Sarà così?