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Serie B all’ultimo voto: Bedin batte pure il dossier e vede la presidenza di Lega. I club stringono, Balata e Veltroni ci provano

Lunedì nuova tornata elettorale per la guida della serie cadetta. Cento giorni di trattative, alleanze e sgambetti. Il ruolo di Abodi e Gravina. Undici candidature per il consiglio ma la nuova battaglia sarà sul consigliere federale. E intanto in serie A...
I presidenti di serie B in via Rosellini

Riuscirà Paolo Bedin – e riusciranno i suoi “grandi” elettori (Gravina, Abodi) – a rientrare nel portone di via Rosellini a Milano, stavolta però come presidente della scalcagnata Lega serie B e non più come direttore generale, come fu ai tempi della (ormai lontana) presidenza Andrea Abodi? Oppure l’uscente avvocato sardo Mauro Balata, trombato nel corso delle prime cinque votazioni e rumorosamente precipitato nel listino di gradimento dei presidenti cadetti, riuscirà a recuperare consensi confermandosi – sarebbe il suo terzo mandato di fila – come presidente? O ancora: l’outsider Vittorio Veltroni, nipote di zio Walter e manager ex Mondadori e Vodafone – sarà capace di risalire l’impervia scala e ascendere al trono cadetto?

Sono le classiche domande da exit-poll che circolano a poche ore dalle urne; al momento i sondaggi danno come favorito Bedin che intanto dieci giorni fa si è dimesso (indizio importante) dalla carica di direttore generale della Lega Pro (leggi qui), cancellando così il cavillo statutario che ne aveva impedito la candidatura – e, di conseguenza, l’elezione, data per scontata – già in estate (leggi qui), quando cioè la serie B era poi andata al voto dopo l’accelerazione voluta dall’uscente e tremolante Balata in pieno agosto: cinque adunate in un solo giorno e l’avvocato sardo, ex fedelissimo di Gravina, sempre lontano dal quorum necessario, niente 14 voti nelle prime due tornate e addirittura appena 8 sì nell’ultimo, disperato, tentativo. Briciole invece per Veltroni cui non sarebbe servito nemmeno l’endorsement di Beppe Dossena, ritiratosi dalla volata nel pieno subbuglio (rivolta, è giusto definire le cose per come sono) della maggioranza dei club cadetti.

Da allora sono passati quasi cento giorni, oltre tre mesi, e di acqua sotto i ponti ne è caduta (le altre puntate qui, qui, qui). La successiva assemblea elettiva (a ottobre) trasformata in operativa, interrogazioni parlamentari, le principali istituzioni sportive (Abodi e Gravina in prima fila) impegnate a trovare una via d’uscita, una serie di incontri e di ipotesi di candidature sul sempre più traballante tavolo, formule bizantine e tentativi di ticket che avrebbero visto impegnato persino il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il correlato avanzamento di Luigi Carraro, presidente della federazione internazionale di padel e figlio del “poltronissimo” Franco (inciso, l’85enne ex senatore, ex presidente Coni, ex presidente Figc, ex presidente Lega A, pare addirittura che aspiri a rientrare nella corsa-baruffa per Palazzo H…), costretto poi però a fare un passo indietro dopo aver incontrato – anche lui – le società cadette, e per qualcuno ritenuto però profilo un po’ troppo ingombrante.

Incontri ne hanno avuti anche Bedin, Balata e Veltroni, tutti hanno avuto modo e tempo di proporre un programma per il rilancio della serie B (leggi qui): il tempo della campagna elettorale è però finito, e lunedì a mezzogiorno le venti società di serie B torneranno al voto. Sgomberata (pare) anche l’ultima ipotesi di ticket (Veltroni in appoggio a Balata, dopo quella paventata con Carraro jr presidente a tempo e Bedin suo dg e poi presidente), saranno tre i candidati a cui poter dare la preferenza. Cosa accadrà nel segreto dell’urna? Arriverà la tanto attesa fumata bianca? E sarà necessario arrivare alla terza votazione (dalla quale serviranno 11 voti) o si riuscirà ad eleggere il presidente col quorum dei 14 voti previsto nelle prime due votazioni? Si voterà in prosecuzione, o eventualmente ad altra data? Accanto alle domande e agli exit-poll, si registra più di una accreditata voce cadetta: “La fumata bianca arriverà, e vincerà il meno peggio….”. Detto che ogni elezione riserva sempre sorprese, e detto ad esempio che nel 2021 il favorito Ezio Maria Simonelli (un deja vu, adesso il commercialista delle aziende che furono di Silvio Berlusconi corre per la poltrona di presidente di Lega A e dopo il primo inciampo – si è intanto dimesso dalle cariche in conflitto evidenziate nel parere del professore Irti secondo il quale però sarebbe in conflitto la posizione al momento della candidatura – potrebbe passare nella seconda votazione fissata per il 20 dicembre) – finì a bocca asciutta dopo l’accordo tra Gravina, Sebastiani (al tempo presidente del Pescara) e Galliani che sancì, proprio sul filo di lana, la conferma di Balata (leggi qui).

Chi, dunque? Il favorito è Paolo Bedin: sarebbero più di undici le società di serie B pronte a votarlo sin dalla prima battuta. Il lungo lavorio, anche di profili come quello dell’ad del Sassuolo Giovanni Carnevali assai vicini a Marotta sempre più vicino al palazzo federale, avrebbe dato fecondi frutti. È considerato un “tecnico” che conosce bene la macchina calcistica e che soprattutto conosce le dinamiche e le istanze della Lega di serie B, non è ritenuto un profilo politico ed è stato apprezzato anche per la sua voglia di “rifondare” gli uffici dell’associazione, che risultano assai sguarniti. È poi finito a salve anche il tentativo di fargli esplodere tra i piedi un’antica vicenda legata ai tempi nei quali era dg della Lega B: la vicenda risale al 2015 e riguarda un accordo con la società di advisor inglese Couchmans per la commercializzazione dei diritti per la fornitura di dati e video per le scommesse sul campionato ed è una vicenda che sarebbe ancora in piedi sotto forma di contenzioso ma anche qui sarebbero arrivate rassicurazioni. La “manina” che ha spedito il dossier sarebbe anche di facile individuazione (tutti gli indizi porterebbero a un presidente che da parecchi anni è nel giro…) ma testimonia soprattutto di come Bedin sia davvero ad un passo dalla vittoria e che si provi l’ultimo, disperato, tentativo di sgambetto. A inizio di questa settimana le venti società cadette hanno approvato il bilancio in un’assemblea tenutasi nella sede della Figc. A fare gli onori di casa in via Allegri a Roma c’era il “padrone di casa”, e cioè il presidente federale Gravina che non ha mai nascosto le simpatie e l’apprezzamento professionale per Bedin, caldamente abbracciato a novembre sull’uscio del portone della Lega Pro a Firenze.

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L’abbraccio tra Gabriele Gravina e Paolo Bedin

E nella riunione romana la candidatura dell’ex dg della Lega Pro e del Vicenza ha preso ancora più piede. Balata avrebbe recuperato qualche voto (Cosenza, Sudtirol, Cittadella, forse Juve Stabia, Frosinone incerto) mentre Veltroni avrebbe ricevuto l’endorsement di Pisa, Cesena, Brescia e (forse) Spezia. Anche se i due riunissero le forze, sarebbe complicato dunque sovvertire il risultato. Bedin avrebbe quindi tra gli 11 e 12 voti: se fosse così, passerebbe soltanto dalla terza votazione ma c’è da tener conto che le dinamiche assembleari e la voglia della serie B di chiudere questa lungo congelamento potrebbero portare a un risultato più ampio già dalla prima tornata. Oltre al presidente, si vota anche per il consiglio direttivo. Le candidature sono tante (11) e variegate (Cellino del Brescia, Corradino dello Spezia, Corrado del Pisa, Langella della Juve Stabia, Merola del Sudtirol, Piccoli del Mantova, De Laurentiis del Bari, Dini della Cremonese, Micheli del Cittadella, Salerno della Reggiana e in extremis Manfredi della Sampdoria): la vera e più aspra partita sarà però quella per l’elezione del secondo consigliere federale, diritto acquisito dalla lega cadetta dopo l’assemblea straordinaria della Figc nella quale Gravina ha riconosciuto un secondo consigliere e l’1% in più di peso elettorale (leggi qui). Saranno pure briciole, ma questo passa il convento…

 

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