Altro (rumoroso) giro, altra (funambolica) corsa. Avanti così sulla giostra della serie B, la seconda Lega del calcio italiano, torneo che un pittoresco spot televisivo definisce come “il campionato degli italiani” e che pare sempre più diventato invece il campionario dell’assurdo eppure no, è tutto vero, tutto tragicamente reale (le precedenti puntate qui, qui e qui), roba da scriverci una (triste, miserevole) commedia.
Il 61enne presidente della Lega B Mauro Balata che per inseguire il suo terzo mandato di fila fissa l’assemblea elettiva in pieno agosto bruciando tempi e comprimendo diritti pur di sbaragliare il campo e trovarsi così da solo in corsa e poi (ancora, dal 2017) sulla poltrona, il presidente federale Gabriele Gravina e il ministro dello Sport Andrea Abodi che, in ordine sparso e non, cercano e inseguono alternative valide però niente, il candidato principe (Paolo Bedin) non è eleggibile per colpa di un cavillo statutario, una parte dei club di serie B che si rivoltano, il voto delle cinque sessioni nell’assemblea elettiva che stronca e sbaraglia il presidente uscente che si accontenterebbe della più risicata maggioranza pur di restare lì come una bandiera (senza vento e senza colore) nel fortino di via Rosellini a Milano (e pensare che ambiva, e qualcuno glielo aveva fatto persino anche credere, alla poltrona della Federcalcio di via Allegri a Roma) e invece viene trafitto e infilzato persino da alcuni club che in precedenza (appena pochi minuti prima) l’avevano votato (caso di scuola la quinta votazione quando, dopo una riunione coi club, e dopo aver ricevuto il via libera, i voti sarebbero precipitati a 8 con Catanzaro e Modena a unirsi ai dieci “rivoltosi”) mentre intanto i due candidati alternativi raccolti alla meno peggio raccoglievano meno delle briciole (anzi uno, l’ex campione del mondo Dossena, sfilandosi e appoggiando la candidatura del manager all’asciutto di calcio Vittorio Veltroni nipote di Walter, se ne usciva con la frase «è più facile allenare Gheddafi che stare in assemblea») nel corso di una giornata epica terminata con un nulla di fatto e un’unica certezza: il rinvio per una nuova convocazione assembleare elettiva. Era il 12 settembre. Nemmeno due settimane fa.
Intanto la giostra ha continuato a girare, sempre più follemente, sempre più velocemente. Balata che si ostina, che fa il giro delle quattro parrocchie (auto)convincendosi di avere i voti per essere eletto, lettere e riunioni, visite e telefonate mentre intanto la maggioranza dei club cadetti si allea e trova una linea comune dopo l’iniziale aut-aut di Pisa, Cremonese e Bari affidandosi alla regia di Giovanni Carnevali (Sassuolo) che astutamente sonda il terreno politico-istituzionale-sportivo-federale mentre intanto Gravina e Abodi (e forse anche Malagò) continuano a sondare il terreno e valutare candidati, nuove lettere e nuove richieste, sempre immutabile però un punto fermo: la serie B è a un punto di non ritorno, la serie B non può essere un feudo in mano al presidente Balata, non può essere gestita con i modi, le modalità e le visioni del presidente uscente, la serie B ha bisogno di una struttura adeguata se vuole sopravvivere e restare, per davvero, il campionato degli italiani. E allora, direte? E allora altro giro, altra corsa. Anzi no, tutti fermi. Alt.
Perché si torna indietro, tanto per arricchire la (triste) vicenda con un epilogo farsesco. Fermi tutti perché, fresca di convocazione, la nuova assemblea elettiva (fissata da Balata al 10 ottobre) si è trasformata (forse) in assemblea ordinaria, anzi operativa perché all’ordine del giorno sono (dovrebbero essere) stati fissati punti decisivi, dirimenti, determinanti e non sono solo quelli legati ai diritti tv (pietra di scandalo e sconforto, visto il “bagno” per le venti associate). Una trasformazione dell’assemblea (deve esserci un virus, visto il recente precedente dell’assemblea elettiva federale fissata da Gravina in estate e poi diventata straordinaria…) comunicata ieri (23 settembre) con una lettera (numero 181 di protocollo) dal presidente Balata ai venti club di serie B, una lettera con la quale Balata scrive in risposta alla lettera raccomandata inviata il 20 settembre dai club cadetti che chiedevano la convocazione di un’assemblea “ai sensi dell’articolo 6.5 dello Statuto” in risposta a una lettera inviata sempre da Balata il 19 settembre. Un bel circolo vizioso, roba da perderci la testa, che ne pensate?
Cosa ne pensa la maggioranza dei club di serie B lo sanno anche le porte della Lega B: non c’è alcuna intenzione di votare (ed eleggere) Balata, il “tamburino sardo” s’illude e spera sempre di raccattare almeno undici voti (dalla terza votazione) per restare nel “Palazzo” ma l’avviso di sfratto ormai ha i tempi contati. Eppure, cosa non si fa e cosa si scrive, per restare a galla.
E allora, si legge nella lettera di Balata… “..sarei dell’idea di revocare la convocazione dell’Assemblea del 10 ottobre, finalizzata al rinnovo degli organi, rinviando tale adempimento ad altra data, anche al fine di procedere con un ritrovato e pieno spirito collaborativo ad un confronto assembleare costruttivo volto ad individuare obiettivi e strategie comuni. Propongo, dunque, di convocare un’Assemblea operativa per esaminare le questioni sul tappeto che richiedono urgenti proposte di soluzione, assemblea che potrebbe tenersi, compatibilmente con i tempi necessari per prepararla adeguatamente ed evitando giorni di sovraffollamento a Milano dovuto alla presenza di eventi particolarmente attrattivi, lunedì 14 ottobre, subito dopo la sosta di campionato per le nazionali. Poiché, tuttavia, la richiesta di fissare la seduta del 10 ottobre per il rinnovo degli organi scaturiva, come ricorderete, dall’Assemblea dello scorso 12 settembre, mi sembra necessario che sul cambio di programma proposto vi sia adesione da parte della maggioranza delle Società. Vi invito, perciò, a manifestare il Vostro eventuale dissenso quanto prima e, comunque, entro le ore 18 di domani, martedì 24 settembre. In caso di condivisione, da ritenersi manifestata anche tacitamente in difetto di dissenso espresso, procederò ad adottare i necessari provvedimenti per dar seguito a quanto sopra”.
Sul tavolo, come in un rischiatutto, Balata ha messo punti come idee e visioni strategiche per la Lega nel prossimo quadriennio; riforma dei campionati e ottimizzazione delle risorse; modifica della “Legge Melandri” sulla mutualità e aspetti relativi alla mutualità in ambito europeo; indici di sostenibilità del calcio e formule per il contenimento dei costi; la costituzione di un board per procedere alla trattazione dei temi legati alla commercializzazione dei diritti audiovisivi con un pieno mandato assembleare. Quindi: un presidente (sfiduciato) pronto a tutto pur di restare al comando, mentre intanto i club si attrezzano.
In attesa di sapere se l’assemblea elettiva trasformata in operativa si consumerà per davvero, si consumano intanto i petali della margherita degli eventuali candidati alternativi. Subito dopo la sospensione della prima tornata elettorale, Vittorio Veltroni aveva inseguito il sogno di sondare meglio il terreno coi club e ripresentarsi. Intanto e però, si muoveva il “Palazzo”. Sondato Umberto Gandini, attuale presidente della Lega Basket serie A: niente da fare, c’è chi dice perché avrebbe rifiutato, chi invece perché la candidatura, da statuto, poteva essere rigettata. Avanti allora con un altro sondaggio: tornato (per un attimo) in pista Ezio Maria Simonelli, antico e storico commercialista di molte attività di Silvio Berlusconi, rivale di Balata nella tornata del 2021 e “trombato” dopo un accordo a tre con Galliani e Gravina, e poi “trombato” anche nell’elezione dell’anno seguente come consigliere indipendente della Lega serie A (al suo posto Blandini, voluto da Lotito). Niente da fare anche qui: per i club non un profilo qualificato. E allora avanti con Luca Lotti, ex ministro dello Sport nel Governo Gentiloni, ex fedelissimo di Matteo Renzi, amico di Lorenzo Casini (presidente Lega serie A e anche di Luigi De Siervo, ad della Lega), uno che si da del tu con Andrea Abodi e che ha ottimi rapporti anche col presidente federale Gabriele Gravina. Attualmente è consulente esterno dell’Empoli, cura i rapporti istituzionali tra il club di Corsi con Figc e Lega A e cura il progetto di restyling dello stadio Castellani: la sua candidatura ha tenuto banco per qualche giorno, è stato chiesto anche un parere per capire se gli attuali compiti calcistici potessero trovare uno sbarramento nello Statuto della Lega B e il parere è stato positivo. Però anche qui molti club avrebbero manifestato perplessità: l’etichetta politica sarebbe stata (Troppo) pesante. Alla fine il candidato forte (e favorito, e gradito) è stato trovato.
È Luigi Carraro, 45enne figlio di Franco (detto malignamente il “poltronissimo”) Carraro, attuale presidente della Federazione internazionale Padel. Dal “campionato degli italiani” al “di padre in figlio”: sarà il nuovo spot della serie B? La domanda galleggia (in realtà Carraro veleggia verso via Rosellini), mentre si galleggia sui tempi elettivi. Perché se si arrivasse a novembre, potrebbe tornare d’imperio anche la candidatura di Paolo Bedin, l’attuale dg della Lega Pro, un manager che conosce le dinamiche calcistiche, l’avversario tanto temuto da Balata (e l’uomo gradito ai pur divisi Gravina e Abodi) che per questo, si narra, aveva deciso di fissare l’assemblea a inizio settembre. A novembre sarebbe invece eleggibile (dovrebbe certo lasciare il remunerativo incarico a Firenze) ma c’è chi pensa come Balata sia pronto a fissarla prima del 4 novembre, giorno di assemblea straordinaria federale. Un muro contro muro. Vi farà breccia Carraro jr o si arriverà al commissariamento?