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Arbitri, Trentalange torna al settore tecnico col nì di Gravina. Aia: passa la linea Senesi, Pacifici nel guado. Guida Rocchi, valzer tra Can e Cra

Domani nomine del Comitato Nazionale dopo la squadra arbitri: effetto domino. No alla proposta Gravina. Trefoloni cambia. Ambrosino da "Calciopoli" al timone del Cra Campania

Gianluca Rocchi sarà per il terzo anno di fila il responsabile della Can: il segno della continuità nella commissione arbitri nazionale è però il fotogramma di un’associazione spaccata, è un punto naturale e obbligato di un equilibrio interno assai instabile. Rocchi resta capo della squadra arbitrale di serie A e B e s’è dovuto per ora accontentare Gabriele Gravina: non è un mistero che il presidente federale lo avrebbe voluto come presidente dell’Aia qualche mese fa, quando l’associazione era tornata alle urne per dare un successore al dimissionario Alfredo Trentalange, però alla fine dei giochi (di potere) sarebbe uscito dal cilindro il duo PacificiZaroli, l’uno papa romano e l’altro cardinale lombardo cui il conclave aveva affidato il compito di ricucire le ferite e dato un mandato temporaneo. Due mesi sono bastati per cambiare le carte sul tavolo e i giochi (di potere) sono già ripartiti perché in fondo tra un anno sarà un’altra volta tempo d’elezioni e un altro ballo di valzer definirà nel 2024 la composizione del Comitato Nazionale: magari la carta Rocchi oppure la carta Orsato diventeranno l’asso per chiudere il conto e i conti col passato.

Golden-share federale e nodo Trentalange. Intanto il presidente Figc mantiene e rinsalda la golden-share sull’Aia dopo il caso D’Onofrio che ha portato Trentalange al processo (unico imputato, alla fine prosciolto da ogni accusa quando però aveva dato le dimissioni), il commissariamento della giustizia domestica e l’indizione delle nuove elezioni per il nuovo Comitato Nazionale che, appena un mese dopo l’insediamento, ha sfiorato l’implosione sul voto per le modifiche al regolamento che disciplinano l’inquadramento nella Can trovando una sintesi (una pace armata) dopo due rinvii, minacce di dimissioni e il serio rischio commissariamento (leggi qui, qui, qui, e qui). Pace fatta al Comitato nazionale una settimana fa? Tutt’altro. Con Zaroli ormai apertamente a capo della fronda presidenziale anti Trentalange-Baglioni e Katia Senesi a capo dell’opposizione interna insieme a Marconi, Camiciottoli e Mazzaferro, gli schieramenti rimangono assai divisi, con il presidente Carlo Pacifici che rischiererebbe ora di divenire il vaso di coccio tra due vasi di ferro. Zaroli e Pacifici in questi mesi hanno presidiato quasi ogni evento dell’Aia sul territorio nazionale provando ad aumentare il consenso, sostenuti dalle posizioni di netta chiusura nei confronti del recente passato di Archinà e Affinito. Più laica invece sarebbe la posizione di Zappi che, come tecnico della materia giuridica oggetto del contendere (la reintroduzione dei limiti di età e appartenenza, 45 anni e 10+2 anni di appartenenza), in alcune riunioni regionali si dice abbia assunto posizioni assai prudenti sulle riforme della Can, al punto che la sua mediazione ne sterilizza di fatto l’attuazione per diversi anni, in attesa che la riforma dello sport magari chiarisca alcune questioni evidenziate dalla lettera-denuncia di Aureliano senior. In questa posizione di apertura, qualcuno avrebbe intravisto anche una mano tesa a Trentalange. E qui si torna inevitabilmente al punto di partenza. Che è il vero punto in atto. Al ritorno di Trentalange, annunciato da tempo (leggi qui) e al pensiero di Gravina. Le quotazioni ballano, scendono e risalgono tra un incarico e un altro.

L’incarico al settore tecnico e il cambio di maggioranza. Perchè la golden-share federale stavolta si sarebbe manifestata con un messaggio ai naviganti che guidano il tremebondo battello arbitrale: non sarebbe la miglior soluzione affidare a Trentalange una casella di comando, responsabilità e visibilità all’interno dell’Aia. Per questo pare abbia offerto e proposto al torinese il ruolo di rappresentanza e collegamento della Figc/Aia presso il Coni, una nomina sulla falsariga di quella affidata due mesi fa all’uscente vice-presidente Duccio Baglioni, coordinatore del “tavolo federale” che si occupa di contrastare il fenomeno della violenza sugli arbitri. Trentalange ha però declinato l’offerta, dopo esser uscito immacolato dal doppio “processo D’Onofrio” aspira a rientrare più significativamente nel mondo arbitrale, si aspetta ed è convinto di meritarsi una sorta di rimborso innanzitutto morale. Dalla sua futura posizione, o meglio dalla sua prossima collocazione, dipendono una serie di caselle che dovranno completare il puzzle. È lui la pedina decisiva del risiko, l’ago affilato e pesante della bilancia. Dalla sua parte ha una parte del Comitato Nazionale: Senesi, Marconi, Mazzaferro e Camiciottoli spingono affinché all’ex presidente venga riconosciuto un incarico di rilievo e prestigio (e il mantenimento di un accordo raggiunto da un vertice Aia-Figc a dicembre a Coverciano, con Trentalange a rassegnare le dimissioni per evitare il commissariamento e pronto ad affrontare il processo), dall’altra parte l’attuale risicata maggioranza (cinque) potrebbe perdere petali e la margherita spennata trasformarsi così in un lucente ramoscello d’olivo. Perché è proprio sul riconoscimento dell’incarico all’ex presidente Aia che potrebbe essere siglata la pace tra Pacifici e la vera e propria leader dell’opposizione interna, Senesi. A quel punto, il gruppo di maggioranza dei cinque (oltre al presidente, il vice Zaroli, Archinà, Zappi e Affinito) diventerebbe una minoranza di quattro se non addirittura di tre, questo cioè se anche il “pontiere” Zappi aprisse a un ritorno dell’ex presidente Aia. Potrebbe quindi presto tornare in scena Alfredo Trentalange: sarebbe, chissà, il primo significativo passo sul campo in vista delle elezioni presidenziali del 2024…

Le riunioni e il conclave. All’eco dello scontro sul voto al regolamento Can che non si è ancora spento si aggiunge il suono sempre più forte della stessa domanda: dove posizionare Trentalange? Risuonano sempre gli stessi spifferi: Trentalange come responsabile del settore tecnico è l’ipotesi più robusta, resiste certo anche e ancora quella di responsabile della Commissione osservatori nazionale. Gravina accetterà senza colpo ferire o insisterà per un incarico all’ombra della federazione? E il Comitato Nazionale approverà? Se Trentalange occupasse una di queste due caselle, a cascata dovrebbero seguire altri spostamenti. Ad horas (domani mattina) è in programma la seconda riunione del Comitato Nazionale che dovrà mettere mano alle nomine del responsabile del settore tecnico, degli osservatori e dei presidenti dei Comitati regionali. Lunedì alle 14 la conferenza stampa che farà da sintesi alla tre giorni di riunioni e votazione. Intanto la prima riunione è andata in archivio. Ma il conclave continua.

La squadra dei 47 arbitri e la nuova Can. Senza sorprese la composizione della nuova squadra di arbitri che si occuperà delle partite di serie A e B. Da 50, l’organico a disposizione di Rocchi (che avrebbe gradito un maggiore dimagrimento) scende a 47. Nessuna sorpresa, era già stato tutto scritto e previsto (leggi qui). Hanno salutato Miele, Meraviglia, Gariglio e Paterna, s’è dimesso Maggioni, a casa è andato pure Serra mentre Valeri e Irrati si dedicheranno solo al Var. Promossi dalla Can C – anche qui nessuna sorpresa – Di Marco, Bonacina (finito nel tritacarne dopo la direzione di Foggia-Lecco, inopportuna forse la designazione ma tanti giurano su una carriera da internazionale), Collu, Tremolada e Monaldi. Dall’anno prossimo la squadra di arbitri della Can sarà definita anche dai limiti di età e appartenenza, reintrodotti dopo un lungo tira e molla nel voto di otto giorni fa del Comitato Nazionale: le modifiche sono entrate in vigore dall’1 luglio e produrranno effetti a partire dal giugno 2024 (in pratica riguarderà gli arbitri promossi a ritroso dal 2012). Gianluca Rocchi sarà quindi anche per questa stagione ancora il responsabile della Can: come componenti conferme per Gabriele Gava, Elenito Di Liberatore e Andrea Gervasoni. È data per sicura l’uscita del toscano Lorenzo Manganelli che forse chissà “paga” anche per l’incomprensione nel caso Di Meo (leggi qui, qui, qui) e per un rapporto non fluido col designatore Rocchi. Al suo posto è dato in entrata il milanese Mauro Tonolini che nella carriera da assistente arbitrale – guarda un po’ gli scherzi del destino – era uscito spesso in coppia proprio con Manganelli, ad esempio nella Supercoppa del 2014 a Doha tra Napoli e Juve e ai mondiali under 20 (l’arbitro della spedizione italiana era Orsato) nel 2015: due anni fa Tonolini era stato vice-commissario designatore della Can C. Resta un’altra casella da riempire, quella lasciata in inverno da Domenico Messina che aveva deciso di candidarsi alla successione di Trentalange e poi costretto al passo indietro dopo un colloquio con Gravina. In lizza ci sarebbero il pugliese Domenico Celi (da gennaio responsabile della Commissione osservatori nazionali dopo le dimissioni del piemontese Luigi Stella: a proposito, anche lui è dato come rientrante mentre il segretario Aia Silvia Moro, altra fedelissima di Trentalange, è data in bilico), l’altro pugliese Antonio Damato (in passato responsabile Can C) e il toscano Matteo Trefoloni che è attualmente il responsabile del settore tecnico. Sarebbe proprio lui il favorito se dovesse lasciare l’incarico a Trentalange che tornerebbe così a guidare il settore tecnico come ai tempi della presidenza Nicchi. Certo, potrebbe restare se invece l’ex presidente dell’Aia venisse dirottato alla Commissione osservatori nazionali al posto di Celi che gli spifferi dell’ultim’ora danno come grande favorito su Franco Natilla e l’uscente Favia per la carica di presidente del Comitato arbitri regionali della Puglia. Dunque qui la corsa per un posto nella Can di Rocchi sarebbe tra Damato e Trefoloni. Tutto come un effetto domino, il rush finale appeso al futuro incarico per Trentalange che pare sempre più lanciato al settore tecnico.

Can C, Can D e Cra: nomine, valzer e scambi. Viaggia verso la riconferma il responsabile uscente della Can C, Maurizio Ciampi. Nelle ultime ore ha preso sempre più piede la conferma del romano che è in ottimi rapporti con Pacifici, romano pure lui e presidente dell’Aia. In corsa viene dato come outsider il livornese Luca Banti. In realtà c’era stata la suggestiva ipotesi Orsato, se l’arbitro di Schio avesse però deciso di appendere il fischietto al chiodo quest’anno rinunciando così anche ad Euro 2024. Alla fine però avrebbe deciso di continuare per un altro anno, mantenendo così anche l’incarico di rappresentante degli “arbitri in attività” in una fase cruciale per la vita dell’associazione. Come componenti, viaggiano verso la conferma il pugliese Nicola Giovanni Ayroldi, il lombardo Gianluca Cariolato, il piemontese Fabio Comito. In uscita ce n’è uno tra il marchigiano Oberdan Pantana e l’abruzzese Pasquale Rodomonti: per il posto dell’uscente altro ballottaggio. È derby toscano tra Lorenzo Manganelli che lascia la Can A-B e Riccardo Pinzani, nell’ultima stagione responsabile della formazione degli addetti all’arbitro e della comunicazione tra Aia e club di A e B.

Quanto alla Can D, invece: potrebbe restare il responsabile, il lombardo Alessandro Pizzi. In uscita sono Paolo Dondarini, Michele Giordano e Andrea Crispo: per tutti e tre sono imminenti le nomine come presidenti di Cra regionale, rispettivamente dei comitati Emilia Romagna, Sicilia (dove lascia Cristina Anastasi e con la sua uscita e quella della Pirriatore in Emilia va in soffitta il “progetto donna”, manifesto del duo Trentalange-Baglioni che, insieme alla Ferrieri Caputi come arbitro in serie A, aveva portato al vertice di due importanti regioni due donne) e Liguria. Andranno via dalla Can D anche il siciliano Stefano Cassarà e il veronese Simone Manzini. Tra i nuovi ingressi vengono dati invece il lombardo Renato Faverani, il ligure Fabio Vicinanza che lascia il Cra Liguria, Graziella Pirriatore che lascia il Cra Emilia Romagna e forse Nicola Favia che, come già scritto, dovrebbe lasciare il posto di presidente del Cra Puglia a Domenico Celi. Qui però si gioca un’altra battaglia all’interno del Comitato Nazionale: Senesi, Marconi e Camiciottoli sarebbero sul piede di guerra per l’avvicendamento di uno degli uomini più vicini a Baglioni. Si accontenteranno del posto in Can D e di Celi al Cra Puglia? Nel valzer delle nomine ai Cra, si segnala poi quella dell’ex arbitro Riccardo Ros in Friuli Venezia Giulia. Nel Lazio si profila, un po’ clamorosamente, l’ascesa di Francesco Massini che è di estrazione calcio a 5.

Chicca finale per il Cra Campania che Affinito ha lasciato per entrare nel Comitato Nazionale al posto di Nicola Cavaccini. Proprio Cavaccini ambiva alla carica ma sul suo nome non s’è raggiunta la necessaria convergenza (l’opposizione guidata dalla Senesi ha chiesto per lui un posto nella CON Pro), i voti sono invece convenuti sull’ex assistente arbitrale Marcello Ambrosino che sarà dunque il nuovo presidente del Cra Campania. Il suo nome compare in una pagina triste e nera per il calcio italiano e per l’associazione italiana arbitri. Marcello Ambrosino finì dentro l’oscuro affaire “Calciopoli”, accusato di aver usato due “sim svizzere” elargite da Luciano Moggi, accusato e condannato dalla giustizia sportiva a un anno e mezzo d’inibizione (fu assolto nel procedimento penale nel processo tenutosi a Napoli), sentenza passata in giudicato dopo l’ultima istanza, l’istanza bocciata cioè dall’allora (era il 2009) Tribunale nazionale di arbitrato per lo Sport che confermava le conclusioni di colpevolezza e la misura dell’inibizione stabilite dalla Corte di giustizia federale nei confronti dell’ex assistente arbitrale di Torre del Greco. Novità anche nel mondo del calcio a 5 dove si dà ormai per scontata l’uscita del responsabile della CON 5, l’umbro Francesco Peroni. Al suo posto arriverebbe un veneto. In tutto il panorama degli organi tecnici nazionali, il capo della commissione cambierebbe quindi solo alla CON Pro (nodo ancora assai complicato) e alla CON 5. Confermati Rocchi, Ciampi, Pizzi, Gaggero (Con Dil), Galante (Can 5 Elite) e Falvo (Can 5). Domani arriveranno i verdetti ufficiali.

 

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