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De Laurentiis patteggia e paga, Gravina incassa dopo il sì di Chinè: la presenza di Moggi a bordocampo costa 2500 euro al Napoli

Dopo cinque mesi si chiude così l'indagine avviata dalla procura Figc dopo l'inchiesta del 17 gennaio di storiesport: il club evita il deferimento. Riconosciuta l'indebita presenza del radiato
Moggi e Pessotto a Cercola

Aurelio De Laurentiis chiede e propone, il capo della Procura Figc Giuseppe Chinè acconsente e trasmette l’informazione al Procuratore generale dello Sport presso il Coni Ugo Taucer che prende nota, il presidente federale Gabriele Gravina non formula osservazioni sull’accordo di patteggiamento, la Figc presenta il conto al Napoli che adesso dovrà pagare l’importo dell’ammenda: 2.500 euro di multa da versare con un bonifico bancario sul conto della Federcalcio entro trenta giorni, pena la risoluzione dell’accordo e la prosecuzione del procedimento.

È questa la catena di azioni che ha chiuso così la porta a una vicenda sportivo-giudiziaria apertasi dopo un articolo scritto su questo sito il 17 gennaio (leggi qui), vicenda che tre settimane dopo aveva indotto la Procura federale ad aprire un fascicolo e ad avviare le indagini, con tanto di annuncio dato dall’Ansa. L’inchiesta di www.storiesport era invece nata per l’indebita presenza di Luciano Moggi (soggetto radiato dall’ordinamento calcistico federale) a bordocampo nello stadio di Cercola in occasione della partita del 14 gennaio tra Napoli e Juventus Primavera. L’ex dirigente della Juventus era stato immortalato mentre parlava con il dirigente bianconero (e suo ex calciatore) Gianluca Pessotto. L’articolo si chiudeva con questa domanda: le norme federali vietano la presenza nel recinto di gioco e i contatti con tesserati: ci sarà indagine della procura federale?

Tre settimane dopo, subito dopo l’annuncio dell’avvio dell’inchiesta, Luciano Moggi aveva detto all’agenzia di stampa Lapresse: «Abito a Napoli e ho letto che c’era questa partita. Sono andato a Cercola insieme a due amici, che sono testimoni e che citerò, e siccome non sono pratico del campo ho chiesto all’inserviente, che mi ha fatto passare a bordo campo. Lì ho incontrato Pessotto (ds dell’under 19 bianconera), che ho salutato calorosamente perché è stato un mio giocatore. Chinè non può dire che io non posso parlare con qualcuno, perché questo è stalking. Non possono vietarmi pure di parlare». E ancora: «Io andavo verso la tribuna, a una certo punto è arrivato anche Pessotto e ci siamo messi a parlare del nostro passato, niente di straordinario. Non si capisce bene perché Chinè abbia prima mandato a Torino una persona della procura per parlare con Pessotto e non sia andato invece a Napoli a sentire l’inserviente di quel campo. Probabilmente gli avrebbe dato la spiegazione che ho dato io. Se fossi in Gravina gli farei pagare addirittura le spese per aver mandato una persona a Torino, così imparerebbe a comportarsi. Perché il livore, nel calcio ma anche nella vita, certe volte va poi a confondere le idee».

L’inchiesta, avviata il 3 febbraio, si è conclusa a fine giugno. In questi mesi il procuratore Figc ha inviato un ispettore a Torino per interrogare Pessotto e sentire la versione della Juve, ha ascoltato i testimoni, ha interrogato dirigenti del Napoli, è infine arrivato alle conclusioni. Luciano Moggi certo non poteva essere punito perché soggetto radiato. La Procura federale era pronta al deferimento del Napoli (come società ospitante) quando però è arrivata – come previsto dal codice di giustizia sportiva – la richiesta di patteggiamento prima del deferimento (art. 126) che è nelle facoltà del soggetto che rischia il deferimento e che prevede un dimezzamento della pena del 50% (per il patteggiamento prima del procedimento si ha una decurtazione del 30%): informato dell’imminente avvio della procedura, il Napoli di De Laurentiis ha ammesso le proprie responsabilità (da società ospitante, ha autorizzato o non ha vietato o non si è accorta, dell’ingresso sul campo di un soggetto non presente né in lista gara né tra gli accreditati, cameraman, fotografi…) visto che foto, filmati e un’inchiesta giornalistica riportavano come un soggetto radiato (colpito da “preclusione a vita alla permanenza in qualsiasi rango o categoria Figc) fosse in campo e che parlasse con tesserati prima della gara.

Dopo l’avviso di conclusione indagini della Procura Figc, sul Napoli pendeva dunque questa accusa di violazione: “a titolo di responsabilità ai sensi dell’art. 6, comma 3, del Codice di Giustizia Sportiva, per aver consentito e, comunque, non impedito l’indebito accesso – vietato dall’art. 9, comma 2, lett. c), del Codice di Giustizia Sportiva – e la presenza nel recinto di gioco del sig. Luciano Moggi, soggetto radiato dall’ordinamento federale, prima dell’inizio della gara Napoli-Juventus del 14/01/2023, valevole per il Campionato Primavera 1 e disputata presso lo stadio “Arena G. Piccolo”, nel centro sportivo sito in Cercola”.

Aurelio De Laurentiis ha chiesto il patteggiamento come presidente del Napoli, l’informazione è stata trasmessa alla Procura dello Sport presso il Coni, la Procura Figc ha dato il suo consenso, il presidente federale non ha mosso osservazioni sull’accordo di patteggiamento raggiunto tra le parti (cioè Napoli e Procura Figc) e così è stata applicata la sanzione dell’ammenda: 2500 euro. In caso di deferimento l’importo sarebbe stato il doppio. De Laurentiis ha risparmiato qualcosa, la Figc ha incassato due spiccioli. Soltanto Moggi però sarà rimasto profondamente scontento: si augurava che Gravina facesse pagare le spese alla Procura federale per un’indagine che non stava in piedi e invece…

 

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