Come un copione che si ripete da sempre, nel calcio. A saltare sarà l’allenatore (o forse no, l’allenatore resta, chissà, del resto il dejà vu sarebbe nemmeno di nove mesi fa), dopo nemmeno due mesi di campionato, quando da quattro mesi tutto era già deflagrato: 8 partite, 0 vittorie, 4 gol segnati compresa la doppietta di Candreva alla “prima” e 17 gol subiti, difesa più bucata del torneo, -4 punti rispetto all’ottava giornata dello scorso campionato. Come un copione che si ripete – da nemmeno due anni – persino in una società che nelle parole si definisce “innovativa, dinamica, fuori dai soliti schemi e dai giochi di allenatori, procuratori e giocatori”. Del resto la frase must resta quella pubblicata in un comunicato ufficiale nell’estate del 2022, quando si trattò di incastonare il nuovo ds nella piramidale e liquida architettura societaria. «La scelta s’inserisce in un progetto più ampio all’insegna dell’innovazione e di un nuovo modo dinamico e trasversale di intendere il mondo del calcio».
Il copione si ripete anche oggi che siamo al 9 ottobre 2023 e nemmeno 20 giorni fa una foto pubblicata sul profilo ufficiale del club inquadrava il trio Iervolino–De Sanctis–Sousa elegante e sorridente, per giunta accompagnato dal solito abusato (stonato si può dire o è lesa maestà?) motto diventato slogan “Macte animo”, che starebbe per coraggio.
Coraggio e in aggiunta pazienza, i comuni mortali devono farsene una ragione. Il film che si ripete da mesi (dall’estate del 2022) ha un copione che deve essere interpretato alla lettera dagli attori. È un film da Oscar, non si può star lì a discutere, giudicare, valutare. C’è da interpretare e da applaudire, è un’opera d’ingegno e fantasia che i comuni mortali non possono nemmeno capire. E così le lancette dell’orologio granata ritornano sempre allo stesso punto: (estate 2022 e estate 2023), dalla scoppola di Sassuolo un autunno fa alla scoppola di Monza di quest’inizio autunno. Lo scorso anno, dopo Sassuolo ci sarebbe stata Firenze, e poi ci sarebbe stata Monza e Torino. Comunicati copia e incolla di fiducia e di “rinnovata armonia”, accompagnati da foto e conditi da summit. Fino all’ottovolante di Bergamo, fino all’esonero di Nicola, rientrato dopo nemmeno 48 ore con una lettera del dipendente che glorificava il principale della ditta, e col principale della ditta (cinematografica) che dispensava la grazia pur senza fare ammenda. Come dimenticare? È riportato tutto nel link (https://storiesport.it/salernitana-il-casting-e-nicola-il-film-da-oscar-di-iervolino/ ), il titolo eloquente “Salernitana, il casting e Nicola: il film da Oscar di Iervolino” e una rapida lettura servirebbe a non farsi trovare un’altra volta sorpresi e spiazzati. Quindi, avvertenze: tutto può accadere. Può accadere che Sousa salti, ma può anche accadere che Sousa resti. Che resti dopo che il club esaurisca le riflessioni e il casting dei possibili sostituti. Sull’emotività non si decide. No. Il passato dovrebbe servire da lezione. Anche per evitare figuracce. Meglio non esporsi troppo.
Era il 18 gennaio 2023, nove mesi fa (per la cronaca, due settimane dopo il licenziato-richiamato fu licenziato). Quel giorno il regista disse: «Il tecnico era stato sfiduciato ma però ora ha riottenuto la fiducia, è giusto che Nicola abbia un’altra chance per il bene della società. Mi ero sentito in dovere di cambiare, in quel caso puoi fare una sola cosa: rivedere il progetto tecnico, attraverso l’esonero dell’allenatore. Persona che stimo tantissimo, che ha un’umanità e una sensibilità fuori dal comune e questo posso garantirvelo. Noi abbiamo progetti ambiziosi come pochi, di allenatori ce ne sono quanti i pini marini e si sono offerti alla Salernitana circa un centinaio di mister da ogni parte del globo. Abbiamo ipotizzato l’identikit, c’erano stati dei colloqui in collaborazione con il direttore sportivo senza l’ansia di dover immediatamente portare qualcuno all’attenzione dei fan. Sarebbe stata una scelta di comodo da dare in pasto alla piazza».
“Di allenatori ce ne sono quanto i pini marini”. Una frase da Oscar, e chissà se nel nuovo copione sarà ripetuta dal regista-sceneggiatore. Intanto, su “La Gazzetta dello Sport” di oggi, nella pagina accanto al pezzo nel quale si celebra la vittoria del Frosinone coi gol dei giovani Soulè (in prestito dalla Juve) e Reinier (in prestito dal Real Madrid) che ha appaiato a 12 punti in classifica il Monza dei nove titolari italiani e che con una tripletta (primo gol di un 18enne all’esordio dall’inizio) tutta italiana ha travolto la Salernitana, in un articolo a firma di Mario Brega compaiono i nomi delle possibili scelte granata. Nell’elenco compaiono: Filippo Inzaghi, Daniele De Rossi, Massimo Oddo, Marco Giampaolo, Leonardo Semplici, Luca Gotti, Andrea Stramaccioni, Giuseppe Iachini, e poi anche Fabio Cannavaro, Vladimir Petkovic, Rolando Maran e addirittura – addirittura – Igor Tudor. Un casting completo. Qualcuno penserà: ma forse il giornalista ha esagerato, non sapeva che scrivere e allora li ha infilati tutti dentro. Mal pensanti, il collega seppure da lontano ha compreso bene il copione della Salernitana di Iervolino che ama i casting come il produttore cinematografico che ha come collega e ha la fortuna di averlo a Roma (dove ha fissato il nuovo domicilio) e a cinquanta chilometri di distanza dalla sede dove ha fissato il progetto calcistico: di allenatori ne esistono quanti i pini marini.
Un consiglio spassionato. Prima di parlare di calcio allora, diamoci tutti alla dendrocronologia: è lo studio delle correlazioni tra gli accrescimenti annuali di alberi a vita plurisecolare, e i fattori climatici. Poi, forse, capiremo il copione, il casting. E potremo applaudire al nuovo film da Oscar di Danilo Iervolino. Con o senza Sousa. Con un nuovo allenatore o con quello che c’è. The show must go on.