Dal sito ufficiale Figc. “Come ulteriore opportunità di riflessione e confronto, ha consegnato il documento aggiornato sui criteri relativi alle Licenze. Il Manuale delle licenze verrà posto in votazione nella prossima riunione utile del Consiglio”.
“Ha inoltre posticipato dalla stagione 2024/25 all’inizio del campionato 2028/29 l’obbligo di dismissione delle multiproprietà in ambito professionistico”.
“Con riferimento al tema attenzionato dalla Lega B, il presidente Figc ha ribadito la contrarietà del mondo del calcio circa l’estensione ad altre federazioni della mutualità generata dai diritti televisivi della Lega A”.
“In attesa dell’esito dei ricorsi al Tar di Campobasso e Teramo, saranno Fermana e Torres le due società ripescate in serie C”.
«È stato un Consiglio molto produttivo – così Gravina in conferenza stampa – sotto il profilo delle idee e della progettualità».
Al solito. Tutto rinviato. Solo parole. Tutto scritto. Ieri (https://storiesport.it/…/conti-plusvalenze…/), un altro calcio alle riforme (licenze, multiproprietà, mutualità, conti, tutte indiscrezioni – frutto di un lavoro lungo e divertente che dura da parecchio – confermatesi plasticamente oggi).
Il punto non è però questo. Perché in realtà leggendo i passaggi del comunicato federale e le parole del presidente Figc pare quasi che le lancette del tempo tornino indietro. Indietro magari fino a posarsi all’epoca di quei bollettini diramati dal Minculpop fascista, a quelle telegrafiche comunicazioni del partito comunista cinese ai tempi di Mao, alla lettura della Pravda dell’Unione Sovietica. Propaganda, insomma.
Propaganda che plasticamente si riproduce ancora oggi, sfogliando pagine di quotidiani e siti on-line e che trova terreno distratto ma fertile tra gli utenti. Prima: tutto un fervore nel riportare annunci e svolte, il giorno dopo un esercizio sul filo dell’equilibrismo, del cerchiobbottismo, del menefreghismo. “Ma cosa vuoi che ce ne freghi? tanto tocca a quello mica a me, mica a noi”. “Ma che saranno mai una norma, una deroga, un lasciapassare?”. “Ma tanto se non c’è quello, ci sarà quell’altro…”. La propaganda produce, il popolo incarta. Intanto il tempo scorre. Le lancette del pallone italiano invece di andare avanti, tornano indietro.
Indietro magari a un anno e più fa. Ad esempio la vicenda sulle multiproprietà smaschera definitamente quanto s’è consumato sulla pelle viva della Salernitana da maggio a dicembre 2021. La vicenda fa giustizia di una montagna di “verità” somministrate a furor di popolo e di un cumulo di amenità trasformate in verità. La vicenda non fa altro che dimostrare plasticamente come il pallone italiano sia governato da logiche personalistiche e di retrobottega, altro che potere. Sembra poco, eppure basta a chi ne tiene le redini. Intorno, ha il deserto.