Scherzando ma mica poi tanto, nel mondo del basket italiano c’è chi ripete sovente, non senza lamentarsi ma chiedendo però di preservare l’anonimato. “Fip sta per federazione italiana pallacanestro ma ci starebbe pure per federazione italiana Petrucci, visto che Petrucci ci sta da una vita…”. La frase sta assumendo la forza di un tornado pronto ad avvolgere le strategie elettorali del presidente uscente Gianni Petrucci e dello sfidante, l’avvocato romano Guido Valori la cui candidatura ha ricevuto l’adesione dei Comitati Fip di Lombardia, Veneto e Lazio. E mentre lo sfidante ha presentato il proprio programma elettorale (leggi qui) e continua a muoversi sul territorio in cerca di adesioni al progetto di rinnovamento della pallacanestro tricolore, l’uscente si attrezza e si muove seguendo una strategia che conosce a fondo, visto che nel Palazzo risiede praticamente da sempre. Come riportato giorni fa (leggi qui), ipotizzati i possibili motivi di tante ripetute dolcezze verso il ministro Abodi e la sua riforma sulla Commissione che controllerà gli adempimenti economico-finanziari dei club professionistici di calcio e basket (leggi qui) continua nel melodioso canto pro-ministro.
Nel decreto legge approvato c’è anche il tema elettorale: sono state apportate delle correzioni, ma per quanto riguarda la ricandidatura dei presidenti oltre il terzo mandato non c’è stato alcun passo indietro governativo. Resta dritta (e alta) l’asticella dei 2/3 dei voti validi da superare. E il totem del 66,6% dei voti da ottenere nell’assemblea elettiva è montagna ripida da scalare, anche per Petrucci: deve ottenere infatti 73 sì sui 110 votanti (nel caso votassero in meno, comunque dovrebbe raggiungere il 66,6%) che infileranno il 21 dicembre allo stadio Olimpico la scheda nell’urna elettorale. Anche un solo voto in meno – nel caso di raggiungimento del quorum assembleare – significherebbe per l’ottantenne presidente federale dover abdicare, per sempre, al regno Fip. Non potrebbe infatti più candidarsi: sarebbero quindi indette nuove elezioni se lo sfidante (o gli sfidanti) non raggiungessero il 50% più 1 dei voti. Ma niente più ipotesi di ballottaggio o commissariamento. L’uscente (sconfitto, e dunque non eletto) manterrebbe però la carica di presidente fino alle nuove elezioni, gestendo così la transizione e la macchina federale, magari candidando alla guida un profilo a lui vicino (Datome, Bertea?): nel decreto legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri compare infatti questo cadeau che sembra essere stato lo zuccherino dato dal ministro Abodi ai palati golosi di tutti quei presidenti di federazioni che si candidano almeno per il quarto (in alcuni casi parecchi di più) mandato. Questo però appare in contrasto con il principio che quando ci si candida e si procede alla votazione, non si è più in carica se non si viene rieletti: questo passaggio potrebbe forse essere emendato nell’iter parlamentare che porterà poi alla conversione del Decreto Legge in Legge dello Stato. Petrucci ovviamente punta a vincere la tornata elettorale e, dopo l’incidente automobilistico, è tornato a essere la solita macchina, pronta a sbaragliare e mandare in testacoda i rivali. Incontri, accordi, promesse, in qualche caso minaccia di cause, ipotesi di deferimenti, defenestramenti e commissariamenti (leggi qui). Un tourbillon, una giostra, una ridda di ipotesi, annunci, accordi. Ad esempio.
Due settimane fa, nel corso dell’ultimo consiglio federale, ha annunciato in pompa magna di aver affidato all’ex capitano della Nazionale A Gigi Datome – intanto ancora alle dipendenze dell’Armani Milano e già investito a novembre 2023 del ruolo di capo delegazione della Nazionale – l’incarico di coordinatore di tutte le nazionali maschili, incarico che ufficialmente entrerà in vigore dall’1 luglio. Per far spazio a Datome, Petrucci ha praticamente congedato Salvatore Trainotti, che resterà in servizio part-time. L’ha salutato affettuosamente, nel corso del consiglio federale. «Un grazie speciale a Salvatore da tutti noi: Salvatore resterà in famiglia ma lavorerà anche con un club. Salvatore, tu continuerai a guadagnare parecchio». Così Petrucci il 13 maggio rivolto a Trainotti, che intanto sta accasandosi alla Scaligera Verona in A/2.
Un incarico dato a Datome per guardare al futuro? Oppure per tornare all’indietro? La domanda in realtà si pone ed è legittima perché, dopo aver sostituito Trainotti con Datome, Petrucci ha subito trovato anche chi affiancherà l’ex capitano dell’Italbasket nel delicato compito. Ha infatti promesso il ruolo di direttore generale del settore nazionali a Massimo Faraoni, potente segretario della Lega Nazionale Pallacanestro che già con Maifredi presidente Fip aveva ricoperto tale incarico: Petrucci corre e parecchio, tanto da aver già messo in contatto Datome con Faraoni. I due dovranno adesso trovare una “chimica” di coppia.
Faraoni è il deus ex machina della seconda Lega italiana di basket, e porta in dote un pacchetto di voti che può servire a Petrucci per tamponare alcune pericolose falle, che in alcune regioni stanno diventando vere voragini. Eppure c’è chi giura come fino a pochi giorni fa Faraoni fosse invece pronto a saltare la barricata, aumentando così le fila dei sostenitori di Valori. Niente da fare, però.
Faraoni però non è soltanto il segretario della Lega Nazionale Pallacanestro, è anche il presidente del Comitato Regionale Fip della Toscana. È quindi in una posizione che dovrebbe quantomeno far sorgere domande e interrogativi su potenziali (?) conflitti d’interesse sportivi, e forse non solo. Perché sono tante le società toscane in Lega Nazionale, le stesse società toscane che dipendono da Faraoni in qualità di presidente del Comitato Regionale Fip Toscana. E ancora: anche se l’amministratore unico della Don Bosco Livorno è un altro (Marco Andromedi), è risaputo a Livorno e non solo come Massimo Faraoni sia anche molto vicino ai destini della Don Bosco Livorno (società di C Gold), società che inoltre gestisce il “PalaMacchia”, il palazzetto dove gioca non solo la Don Bosco ma dove giocano anche le due squadre livornesi di B nazionale (Libertas Livorno e Pallacanestro Livorno, in lotta per la promozione in A/2). Due anni fa il vecchio palazzetto fu al centro di una querelle arrivata in consiglio comunale: la Don Bosco aveva infatti chiesto ai due principali club labronici 1240 euro (di cui 240 euro di pulizie e 1000 per l’affissione dei cartelloni pubblicitari degli sponsor delle due società principali di Livorno) a cui andavano aggiunti poi 368 euro di affitto, costo stabilito da determina comunale. In totale 1600 euro per giocare una singola partita…
Da segretario generale LNP, e da presidente del Comitato regionale Toscana, Massimo Faraoni ha ovviamente rapporti con gli altri presidenti di Comitati regionali-provinciali e con tante società. Un buon rapporto pare lo abbia con Pino (Giuseppe) Gonnella che è responsabile relazioni istituzionali della Lega Nazionale Pallacanestro ed è anche presidente del Comitato regionale Liguria Fip. Proprio la moglie di Gonnella (tesserata Fip) sarebbe tra i possibili candidati come delegato per la Liguria nel voto che il 21 dicembre sarà espresso per il presidente federale.
Faraoni è anche in ottimi (e datati) rapporti con Julio Trovato, in passato consigliere della Lega Nazionale Pallacanestro. Sulla sua bacheca Linkedin attualmente si legge, alla voce impiego: “direttore generale Moncalieri Basket”, “direttore generale Collegno Basket” e “direttore generale part time Trapani Shark”. È poi proprio di questi giorni l’indiscrezione che riporta come Trovato potrebbe passare esclusivamente e definitivamente al Trapani, alla corte del presidente (romano) Antonini (schieratosi con Petrucci) e dell’ambizioso club siciliano che punta alla promozione in A/1 e che a Trovato avrebbe offerto un contratto da centomila euro. Restando in Sicilia, la presidente del Comitato Regionale Fip Cristina Correnti, dopo pare aver avuto nei mesi scorsi un incontro-confronto proprio con Faraoni sul tema elettorale, ha confermato l’incondizionato appoggio a Petrucci a cui servono voti per restare sul trono, mica chiacchiere, così come aveva detto lui stesso in consiglio federale. Servono voti e non comunicati già, perché non è che ogni pubblica adesione di un club (pure di B, C etc. etc.) significhi automaticamente voto diretto al candidato scelto. Al voto andranno infatti solo 110 “grandi elettori”, e tra i “grandi elettori” ci sono anche quelli espressi dalle varie leghe.
A proposito di leghe, pare che Petrucci stia caldeggiando e alimentando i desideri di Giancarlo Rossini, patron della squadra di Battipaglia femminile (che ha conservato ai playout l’A/1) e deus ex machina in Campania, una regione dove Petrucci sta lavorando alacremente per fronteggiare il fronte Valori-Fucile. Rossini punta alla presidenza della Lega basket femminile, lì dove al momento siede Massimo Protani che nel corso degli ultimi consigli federali ha ricevuto una valanga di complimenti da Petrucci, dal canto suo diventato spettatore assiduo e interessato al basket rosa (sarà per la storia del girone dell’Europeo casalingo?). Il rapporto tra Petrucci e Protani è così tanto stretto e familiare che appena un mese fa sul sito Fip è comparsa una nota di auguri e felicitazioni rivolti a Protani appena diventato nonno. Già. E se tra poco diventasse anche ex presidente della Lega basket femminile? Arriverebbe anche qui un’altra nota (di felicitazioni, ringrazimento o commiato) Fip?