Pressioni e prescrizioni. A Salerno sono le due parole che fendono l’aria di questi giorni rendendo l’afa ancor più bruciante e asfissiante. Intrecciate e incatenate tra loro, camminano multiformi e claudicanti lungo una strada impervia che conduce sino alle porte sbarrate (da 17 anni, il settore è aperto parzialmente e solo per la tifoseria ospite) della curva Nord dell’Arechi e insieme domani faranno tappa in Prefettura, nel palazzo di Governo a due passi da Palazzo Guerra (il palazzo municipale), due palazzi accomunati dalla costruzione nel periodo littorio. Tanto per agganciarsi a un ricordo dell’epoca, giusto una settimana fa il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca convocava astanti, cerchio magico, curiosi, cittadini e tifosi alla presentazione del nuovo plastico e del nuovo progetto del nuovo Arechi: tutti convocati in un hotel a due passi da quello stadio che se ne viene a pezzi, non molti i presenti e tra gli assenti il primo cittadino dell’amministrazione comunale che è pur sempre proprietaria del bene e assente anche la Salernitana che utilizza – in forza di una convenzione rinnovata per sei anni appena quattro mesi fa e consapevole all’atto della firma (vedi articolo 2 e articolo 4 della convenzione, leggi articolo completo qui) dello stato attuale dell’arte e della capienza ridotta (29739 spettatori, compresi i 2000 del settore ospiti) – nonostante, questo sì, l’invito cartaceo spedito all’indirizzo del presidente Danilo Iervolino (oggi l’edizione de “Il Sole 24 ore” dà conto di un altro investimento nella “galassia Briatore”) al quale però non sarebbe giunta alcuna telefonata diretta di invito, a differenza di quanto affermato dal sindaco Vincenzo Napoli in consiglio comunale qualche giorno fa.
Sette giorni dopo, cioè oggi, quasi al tramonto della giornata, sempre a pochi chilometri da quel principe degli stadi che da anni è gracido ranocchio (vista anche l’acqua stagnante e le pozze disseminate, il paragone può starci), la Salernitana ha convocato un’altra adunata, chiamando i tifosi all’ascolto e alla parola, senza spedire l’invito né alla presidente della Regione (ma ci sta) e nemmeno al primo cittadino (anche questo ci sta). Si prevede certo una ben più ampia partecipazione di massa rispetto a quella registrata una settimana fa: a nome della società parlerà l’ecumenico amministratore delegato Maurizio Milan che dopo aver presentato a giugno dal palco di piazza della Concordia la festa salvezza (finanziata dalla Regione, per ora però l’esborso è stato del Comune) esporrà la posizione della società su Arechi e curva Nord nel centro pastorale “San Giuseppe” che si trova – la toponomastica a volte ci mette inconsapevolmente lo zampino – in via Guido Vestuti, Vestuti come lo storico stadio Donato Vestuti anche questo di epoca littoria (cadente gli si fa un complimento) nel pieno centro cittadino e che secondo il governatore De Luca potrebbe essere riqualificato in tempi record e addirittura ospitare il prossimo anno le partite di serie A della Salernitana in attesa del completo restyling dell’Arechi. Magari anche su questa vicenda l’ad Milan esporrà un pensiero. Magari, come pensiero rivolto alle genti tutte e in specie alle amministrazioni locali e nazionali, da qui si consiglia la rilettura di questa frase di Leo Longanesi: “Alla manutenzione, l’Italia preferisce l’inaugurazione”. Frase datata ma sempre attuale.
La cronaca (locale) però incalza. E le attese, al di là delle scenografiche adunate di popolo convocate da una parte e dell’altra, sono per la ristretta riunione di domani convocata in Prefettura, al tavolo ci saranno soprattutto il Prefetto Russo (nominato dall’allora ministro Salvini, il Questore Conticchio nominato dall’allora ministro Lamorgese), l’amministrazione comunale e la Salernitana che si porterà appresso il coordinatore della commissione infrastrutture della Lega serie A Andrea Cardinaletti. Lì domani, sul tavolo affilato, rimbalzeranno e risuoneranno due parole: pressioni e prescrizioni, azioni frutto di una strategia che ha come obiettivo quello di ottenere il via libera (dopo l’ultimo niet del 7 luglio giunto dalla Questura e vidimato dalla Prefettura, riunione chiusa col brusco e infelice dialetto dal delegato dell’amministrazione comunale Felice Marotta) per l’apertura completa della Nord riservandola all’ingresso della tifoseria locale una cui parte trasmigrerebbe (dipende poi sempre dai prezzi del biglietto) così dal settore Distinti. In sintesi, il libro si compone di tre capitoli; pressioni e prescrizioni si muovono come sopra una bilancia. Azioni correlate e tre sbocchi possibili.
Il primo: far abbassare le prescrizioni richieste dalla Questura in materia di sicurezza per consentire la creazione di un settore ospiti nel settore Distinti (capienza 1500 posti, l’ubicazione partirebbe in corrispondenza della lettera S che campeggia nel settore) riferite (oltre che alla creazione di bagni e punto ristoro riservati, così come l’accesso dentro lo stadio) soprattutto al percorso che la tifoseria ospite dovrebbe effettuare per entrare in sicurezza allo stadio. Il secondo, in caso di nuovo niet: separare in maniera verticale la Curva Nord (sono arrivati e pronti per essere installati, tre tornelli) prevedendo così due settori, uno per la tifoseria ospite e un altro per quella locale. Anche qui però la questione è stata già affrontata e valutata, e anche questa è stata già miseramente e precedentemente bocciata: resta sempre alto il livello di prescrizioni in materia di sicurezza richieste dalla Questura relativamente ai percorsi (e al parcheggio) separati per le due tifoserie. L’ultima strada è (sarebbe meglio coniugare il verbo al passato) quella legata a un cavillo, rimbalzato sotto forma d’appiglio e spedito il 20 luglio via pec all’indirizzo del presidente della Lega serie A Casini e a quello della segreteria Figc di Gravina – per conoscenza anche al ministro Abodi, al governatore De Luca e al presidente Iervolino – dalla casella di posta elettronica dell’amministrazione comunale. In sintesi: “vietare le trasferte alla tifoseria ospite” in forza di quanto previsto, in deroga, al punto 19 titolo II Criteri Infrastrutturali dell’allegato A del sistema licenze nazionali, richiesta sostenuta dalla tesi dell’avvio di lavori di ammodernamento e ristrutturazione nello stadio. Prima di entrare nel merito dell’ambigua e pittoresca richiesta e dopo aver constatato come Tafazzi qui alberga ogni minuto, c’è da chiedersi: il regista, il suggeritore di questa lettera che entra così nello specifico di complicate dinamiche e di numerosi cavilli di Lega A e pallone, può mai essere stato qualcuno (chiunque) all’interno di un Palazzo comunale spesso ignaro su ben altro oppure l’imbeccata è arrivata da altri, molto più addentro a questioni calcistico-regolamentari? Fonti (in alto e assai qualificate) confermano la seconda tesi. Sulla richiesta c’è da sottolineare come al momento non esistano lavori di ammodernamento in atto (a prescindere dall’ampliamento della zona ospitality in tribuna, autorizzato dall’amministrazione comunale e a spese del club che però al Comune ha chiesto l’allaccio delle utenze, chiesta pare anche la rateizzazione delle bollette di acqua, luce e gas) e nemmeno un cronoprogramma già avviato. A Milano, il presidente Casini ha girato la lettera all’Ufficio Competizioni mentre in Figc la lettera è rimasta semplicemente agli atti. Prima del verdetto della Lega A, ci si chiedeva: potrebbe mai la Lega serie A accettare questa richiesta in deroga (non è stata concessa nemmeno all’Atalanta che ha giocato in casa col cantiere) vietando l’Arechi alle tifoserie ospiti, e questa opzione potrebbe mai essere avallata (oltre che essere stata sdegnosamente bocciata dalla tifoseria granata, ma gli altri club poi non potrebbero chiedere lo stesso vietando la trasferta ai tifosi della Salernitana come ritorsione?) dall’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive? Intanto la risposta della Lega A è arrivata in tarda mattinata, spedita via pec al Comune e per conoscenza agli altri soggetti: niente da fare, niente deroga ma ampia disponibilità e sostegno alle iniziative e lodi per il progetto di riqualificazione. Nella lettera si specificano due punti: non è prevista deroga che tolga il settore ospiti e poi, passaggio importante, l’eventuale richiesta di deroga avrebbe dovuto formularla la Salernitana e non il Comune.La mossa in realtà pare(va) più una sorta di pressione sugli organi istituzionali (Questura, e poi Prefettura) per far sì che le prescrizioni richieste per l’apertura di un settore ospiti – nei Distinti o la divisione della Nord in due settori – calino.
Vengono definite severe, penalizzanti, ben oltre gli standard adottati negli altri stadi italiani. Comune e Salernitana erano pronti a lavori di adeguamento, osservando una numerosa serie di adempimenti: quelli però richiesti – secondo anche la Lega serie A – vengono definiti davvero eccessivi e hanno un costo esorbitante. Dagli 800mila euro previsti si è arrivati ben oltre i 2,7 milioni di euro. Un esempio, tanto per rendere l’idea, tenendo conto che ad esempio la Salernitana – così come c’è scritto nella convenzione d’uso – può compiere i lavori all’interno dello stadio nel settore Distinti specificatamente per “la creazione di un settore ospiti” con costi poi da compensare (al momento la Salernitana, defalcate le spese, deve oltre 500mila euro), ma ovviamente non può metter mano ai lavori esterni allo stadio. Ecco, per consentire l’accesso della tifoseria ospite nei Distinti le attuali prescrizioni prevedono la creazione di un percorso blindato che da piazzale Bottiglieri andrebbe poi lungo tutto via Pastore sino allo sbocco nei pressi della tangenziale della zona industriale con una serie di recinzioni, reti e barriere denominate betafence che, in aggiunta ai lavori per bagni, punto ristoro e settore nei Distinti, hanno portato la stima dell’esborso a 2,7 milioni di euro. Riducendo “drasticamente” l’uso di betafence si scenderebbe di un milione, dunque costo di 1,7 milioni di euro. Un esborso – specie il primo – esorbitante visto che l’Arechi dovrebbe essere oggetto di completo riammodernamento, una cifra così elevata che le casse comunali, tra tanti vincoli, non potrebbero proprio sopportare e inoltre la Salernitana direttamente – all’esterno – non può intervenire. Per questo la richiesta, in forza di un cavillo presente nei criteri infrastrutturali, appariva (immaginiamo, supponiamo) più come una sorta di arma di pressione: se voi (riferito a Questura e Prefettura) continuate a mantenere questo livello così alto di prescrizioni che non esiste in qualsiasi altro stadio italiano, siamo pronti (saremmo stati pronti) a chiedere la deroga vietando le trasferte (la questione passa dall’Osservatorio). Poteva mai arrivare il sì delle istituzioni calcistiche? Messa così una pietra sopra anche a questo ennesino (duale) pasticcio e detto che la questione delle prescrizioni severe permane anche nella soluzione della divisione della Nord in due settori (qui c’è sempre da creare percorsi separati), la palla torna domani – dopo l’adunata di oggi tra club e tifosi – al Questore e al Prefetto. La Salernitana ha elaborato un suo piano.
Sullo sfondo, in attesa del vertice di domani, continuano a registrarsi movimenti, manovre, incontri. Ad esempio il coordinatore della commissione criteri infrastrutturali Lega A Andrea Cardinaletti – ex Credito Sportivo, ex dirigente di Venezia, Ascoli e Brescia, in Lega A il contratto di consulenza pare sia stato suggerito da Claudio Lotito) – ieri pare abbia fatto capolino nella sede dell’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive che dipende dal Ministero dell’Interno (cui si rapportano Questore e Prefetto). Che parere avrà ricevuto lo si saprà forse solo domani. Intanto però continua nel suo diplomatico lavoro. Dopo aver spedito mercoledì scorso un telegramma di congratulazioni al governatore De Luca (“Ringrazio il presidente De Luca per aver coinvolto la Lega serie A in questo grande progetto che consegnerà per sempre a Salerno uno stadio di serie A. Iniziative come questa fanno bene non solo alla crescita dello sport della Regione ma di tutto il sistema calcio che ha bisogno di grandi fatti concreti come questo. Complimenti! Andrea Cardinaletti”), venerdì scorso ha incontrato non solo l’amministratore delegato Milan ma ha anche parlato con il presidente Danilo Iervolino. Con entrambi si è discusso anche della questione legata al nuovo Arechi, al progetto e al finanziamento varato dalla Regione Campania. Detto che è proprio di oggi l’attacco al Governo del sindaco di Firenze Nardella contro la revoca dei 55 milioni di euro inseriti nel Pnrr prima concessi per la costruzione del nuovo Franchi (Commisso si è dedicato alla costruzione del centro sportivo costato 120 milioni di euro e avrebbe voluto costruire anche un nuovo stadio ma il Franchi è blindato da vincoli storici della Sopraintendenza), il coordinatore della Commissione infrastrutture della Lega A avrebbe rimarcato come il progetto di restyling dell’Arechi varato dalla Regione sia da tenere in debita e anche alta considerazione perché è uno stadio (parole sue, “il primo 4.0 in Italia”) moderno, perché non comporterebbe esborsi da parte del club (Iervolino pare non abbia mai espresso concretamente, almeno sino ad oggi, l’intenzione di costruire uno stadio privato) e perché al progetto la Salernitana potrebbe aggiungere – ne ha parlato con De Luca – le proprie osservazioni ed esigenze e che la soluzione di chiudere l’Arechi per affrettare i tempi di consegna sarebbe la migliore soluzione. Ha invitato dunque le parti a trovare un punto d’incontro e a svelenire i rapporti: anche per la questione stadio alternativo – Eboli (qui i rapporti tra De Luca e il sindaco Conte non paiono ottimali), piuttosto che Bari o Benevento – perché alla fine una soluzione si troverebbe. La partita più vicina però si gioca domani. In Prefettura. Tutti convocati per la Curva Nord. Come fosse il nuovo Eldorado.