Napoli-Salernitana, il derby dipende dai tamponi: quelli azzurri e granata sono tutti di marca Giovanni Lombardi

La sfida di domenica allo stadio Maradona ancora in bilico. L'attesa per i test molecolari. Già partner del club di De Laurentiis, anche quello di Iervolino si è affidato ai laboratori dell'imprenditore casertano. Già attivo alla vigilia della Lazio. Il suo ruolo da consigliere della nuova società e uno staff ancora da definire
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Si gioca o non si gioca? La domanda rimbalza. A quarantotto ore dalla partita. A due giorni dal derby Napoli-Salernitana, sarebbe la prima volta in serie A al San Paolo diventato nel tempo stadio Maradona. Si gioca oppure si rinvia? La decisione da prendere in base al nuovo protocollo ufficializzato ieri dalla Lega serie A che ha mandato al macero il precedente, varato sotto bufera e Befana. Nemmeno due settimane fa. Eppure anche col nuovo resistono pieghe e risvolti: da valutare, scrutare, soppesare. Napoli-Salernitana, si gioca oppure si rinvia? Dipende tutto dal numero dei giocatori positivi, dal conto degli eventuali negativi che dovrebbero poi ottenere la nuova idoneità sportiva – dunque sottoporsi a una serie di esami clinici e diagnostici – per avere il via libera e così poter scendere in campo. Adesso c’è una lista da presentare: 25 giocatori. E una percentuale su cui fare il calcolo: il 35%. Ovvero 9 calciatori. Se positivi, si salta. Se meno di nove, si gioca. Numeri. Altri numeri. Intanto mancano solo due giorni alla sfida. Il tempo intanto scorre, il tempo è tiranno. Il tempo dice che il conto è in continuo aggiornamento. Al momento il Napoli è a quota zero, la Salernitana invece ha nove giocatori positivi, l’escalation dei contagi è una curva che ancora non si abbassa, nell’ultima settimana (pur con qualche negativizzato e dunque riarruolato) una linea senza soluzione di continuità. Proprio il giorno prima della sfida con la Lazio dai controlli molecolari erano emersi due positivi, altri quattro a poche ore dalla sfida contro la squadra dell’ex patron Claudio Lotito. Quei controlli effettuati in albergo dall’equipe di un laboratorio di analisi diverso da quello al quale la Salernitana s’era affidata dall’inizio di stagione. Con il cambio di proprietà e l’avvento di Danilo Iervolino, è cambiata difatti anche la struttura sanitaria che effettua i tamponi molecolari e che poi li elabora. Il laboratorio (presente nei giorni scorsi con un’unità mobile anche al campo Volpe) è una delle strutture sanitarie che appartengono a Giovanni Lombardi, l’imprenditore (anche ramo sanitario) di Capua che proprio sabato scorso pare fosse impegnato in prima persona a coordinare il lavoro del personale medico intento a raccogliere i test molecolari dei calciatori della Salernitana, anche lui nell’albergo, lì proprio a due passi dall’Arechi. Poche ore dopo di sicuro c’era anche lui in tribuna ad assistere alla sfida dei “resti” granata contro la Lazio. Un ritorno all’Arechi atteso e agognato da anni: undici anni fa aveva corso per il titolo sportivo ma poi l’allora sindaco Vincenzo De Luca l’aveva affidato al duo Lotito-Mezzaroma, anni dopo poi ci avrebbe provato sondando direttamente Lotito. Voleva acquistare la Salernitana, nel 2018 aveva avanzato anche una proposta ma l’offerta però fu ritenuta non congrua. Alla Salernitana non ha mai smesso di pensare, come non ha mai smesso di pensare al calcio. Una passione. Una vetrina. E anche lavoro. Del resto nel conto dei ristori al mondo del calcio c’è pure quello delle spese per i tamponi (leggi qui).

Derby dei tamponi, derby in famiglia. Dall’estate scorsa il suo gruppo ha avviato una collaborazione con il Napoli. Fu ufficializzata con un tweet di Aurelio De Laurentiis nel corso del ritiro in Trentino. “Giornata di tamponi oggi a Dimaro Folgarida per il Napoli. Lo staff medico azzurro è stato affiancato da un partner di eccellenza, la “Nefrocenter”, gruppo sanitario specializzato nel settore della nefrologia, dialisi e diabetologia, oltre a essere presente negli ambiti della cardiologia, neurologia e riabilitazione”. Sul sito del Napoli, si leggeva e si legge ancora: “La Nefrocenter affiancherá la SSC Napoli in qualità di partner ufficiale per tutta la stagione sportiva”. Non ancora ufficializzata l’eventuale partnership con la Salernitana: intanto uno dei tanti laboratori del gruppo si occupa dei test molecolari dei giocatori granata e continua a farlo ovviamente per i giocatori del Napoli. Due settimane fa, prima della sfida con la Juventus, sulle frequenze di “Radio Kiss Kiss” intervenne proprio Giovanni Lombardi. Prima con aggiornamenti sulla situazione, «non so dove stanno portando Elmas, ma sicuramente stanno rifacendo il tampone. Si sta ripetendo il tampone di Elmas e di un altro calciatore il cui tampone non convince. Elmas ha avuto tre tamponi negativi, tra quelli fatti in Macedonia e a Napoli. Non si tratta dunque di una vera e propria positività, probabilmente, ma di un residuo dopo aver contratto il virus nelle scorse settimane», poi rifilando una sonora stoccata all’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marottamancano le linee guida tra lo sport e il Ministero della Salute, bisogna decidere sul protocollo da attuare. La competenza delle Asl va limitata», aveva detto), «ma come si permette, pensasse alle plusvalenze e lasci stare gli operatori sanitari che in questo periodo stanno facendo un lavoro straordinario». Un anno fa il gruppo di Giovanni Lombardi aveva deciso di finanziare una start-up per supportare il lavoro di ricerca del Dipartimento di Nefrologia dell’Università di Napoli nello studio sugli effetti del Covid nei pazienti affetti da precedenti patologie. Uno “start-upper” s’è definito e lo è realmente Danilo Iervolino, l’ambizioso neo presidente granata possiede nel proprio vasto portafoglio anche le quote di un incubatore certificato che finanzia, progetta e vara numerose start-up innovative, in Italia e nel Mondo. Telemedicina e medicina sono tra gli interessi principali. Interessi, affari, progetti, acquisizioni. In estate la famiglia Iervolino aveva ad esempio avanzato e depositato una proposta per l’acquisto del 90% delle quote del “Gemelli Molise SpA” di Campobasso”, proposta curata dal professore Francesco Fimmanò: l’apertura delle buste avrebbe poi sancito come vincitore (e acquirente) un fondo svizzero di proprietà del finanziere Petracca.

Le firme e il notaio. Giovedì 13 gennaio c’era anche il loquace (in questi giorni il più esposto mediaticamente, dibatte continuamente tra pareri su cause e mosse di mercato) avvocato-professore Fimmanò nello studio del notaio Francesco Coppa a Scafati, nel giorno della stipula dell’atto che ha sancito il passaggio del 100% delle quote della Salernitana dal trust “Salernitana 2021” all’Idi srl, società di Danilo Iervolino. Non c’era a Scafati, città dove ha il domicilio Giovanni Lombardi. Non c’era nemmeno nello studio del notaio. Un notaio che però conosce. Nel 2016 ad esempio fu proprio il notaio Francesco Coppa a stipulare l’atto di vendita delle quote della Casertana, ceduta da Giovanni Lombardi all’avvocato Luca Tilia, e fu ad esempio il notaio Francesco Coppa nel 2011 nello studio di Salerno a stendere l’atto di costituzione di una Onlus -“Fondazione Per Aspera ad astra” – alla presenza di Giovanni Lombardi, della moglie Elena Scarlato e della figlia Margherita.

Passaggio quote
Il passaggio di quote della Salernitana a Iervolino nello studio del notaio Coppa

Le vie del calcio e dei tamponi. Per aspera ad astra: la via della virtù e della gloria è spesso irta, a volte lunga e tortuosa. Nei corridoi del calcio poi tutto ancora più maledettamente complicato. C’è da lottare persino con spettri e spifferi, che sono sempre tanti. A volte soffiano impetuosi. A volte soffiano capziosi. Voci comunque, da ascoltare, registrare, valutare, decifrare. Come quella che vole(va) in corsa Giovanni Lombardi per un ruolo di primo piano nella nuova Salernitana di Iervolino, al termine di una storia col lieto fine già scritto, lui tra i principali fautori dell’affare (leggi qui). Dopo l’atto notarile del passaggio delle quote e al primo consiglio d’amministrazione della società, c’era chi ipotizzava per Giovanni Lombardi un’investitura ufficiale, magari da amministratore oppure come direttore generale. Del resto non è certo un segreto come avesse proposto tempo fa – affiancato dal professore Fimmanò (un tempo avvocato della Salernitana di Aliberti nella causa avviata nel 2005 contro la Figc e poi diventato membro della corte federale d’appello invece di seguire nell’incarico col passaggio alla curatela, anche lui ha il pallino del pallone e basterebbe ascoltarlo nel corso degli interventi che rende da opinionista in una tv napoletana per farsi un’idea) – l’ingresso nel Palermo. Del resto non sono certo un segreto né costituiscono scandalo i buoni rapporti che conserva nelle stanze del palazzo federale, soprattutto con il presidente federale Gabriele Gravina e il consigliere federale (e presidente Lega Pro) Francesco Ghirelli. Del resto non è un segreto: Giovanni Lombardi ha proprio il pallino per il calcio. Ha la passione, si definisce un intenditore. Non riesce a starne lontano. Ci rimase male nel 2011, si sentiva ad un passo dalla Salernitana. Rimase a bocca asciutta. La sua storia pallonara sarebbe poi continuata. Storie di avventure calcistiche e imprenditoriali: nel calcio una vera e propria girandola. Dalla Scafatese alla Cavese, dalla Casertana al Benevento, esperienze consumate tra veleni, polemiche, divorzi, pochi successi e qualche clamore, ad esempio il primo presidente di calcio a ricevere un daspo (era il 2016) per un’invasione di campo. Da qualche anno in astinenza calcistica, da qualche anno il suo nome ha cominciato a comparire sempre di più sulle pagine di cronaca giudiziaria, quasi come una sorta di contrappasso alla scelta di gettarsi a capo fitto anche nel campo dell’editoria, prima con Metropolis e poi nell’acquisizione del quotidiano “La Città” da Gedi Editoriale, una pagina triste e amara ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria dopo il fallimento della società che in fitto editava la testata dopo una girandola di società, soci e amministratori: nel 2017 e poi nel 2019 indagato per reati tributari, il suo nome un anno fa comparso poi nell’indagine sull’impero del boss stabiese Adolfo Greco. Più di un anno fa poi l’interesse – poi scemato – per l’Avellino di Taccone, altro imprenditore nel ramo dei laboratori di analisi, laboratori a cui Lazio e Salernitana si sono affidate per l’effettuazione dei tamponi molecolari ai tesserati. Adesso i tamponi molecolari per i giocatori della Salernitana li effettua una struttura del gruppo di proprietà di Giovanni Lombardi. Magari chissà, a breve arriverà pure l’ufficializzazione della partnership, così come per il Napoli. Per adesso Lombardi si limita a un impegno di collaborazione esterna. Dispenserebbe, pare, consigli. Anche all’Arechi, nell’intervallo della gara con la Lazio e poi a fine partita, non si sarebbe sottratto a discorsi e valutazioni. Nessun ingresso ufficiale come socio. Almeno non adesso. Non subito. Non ora. «Oggi sono solo e non ci penso ad avere soci. Se un giorno penserò all’apertura del capitale sarà solo per il bene della società»: così ha detto solennemente Danilo Iervolino nel corso della sua prima conferenza stampa ufficiale da proprietario del club. Così, per evitare “voci e corti circuiti di questi giorni”, avrebbe poi aggiunto. Ad amici, Giovanni Lombardi ha del resto smentito qualsiasi ipotesi di coinvolgimento diretto. “Sono troppo preso dagli impegni con le mie aziende”. Magari, contattato e sondato vista la sua esperienza nel ramo pallonaro, si sarebbe limitato – e si limiterebbe – solo a qualche consiglio. Ad esempio, oltre a quello di farsi avanti per l’acquisizione della Salernitana, di puntare su Walter Sabatini come direttore sportivo, il “primo campione” del nuovo progetto sportivo, il primo tassello di altri che dovranno essere inseriti nello staff dirigenziale (e magari anche qui qualche nome e qualche consiglio potrebbero arrivare), progetto sportivo che intanto prova a compiere passi decisi. Una strada difficile, tra i contagi da Covid e i contatti-contratti di mercato, tra ricorsi sulle partite saltate e acquisti da inserire al più presto in organico. Restano quarantotto ore alla sfida Napoli-Salernitana. Si gioca o non si gioca? Dipenderà dall’esito dei tamponi. Quelli delle due squadre sono della stessa marca. Marca Lombardi.

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