Nella surreale stagione corrente della Salernitana ogni giorno si aggiungono pagine che arricchiscono un campionario da circo barnum (ovviamente la compartecipazione è molteplice e variegata, spesso esula da influenze societarie e para-societarie). L’ultimo capitolo della serie (dopo De Giovanni, Arechi, Volpe, sportcity, procuratori, Dia, Decreto crescita, Sousa, campagna “rinforzi”, guerra politica, preparazione estiva, cambi di panchina, squadra che non si impegna, messe alla porta, arbitri, etc. etc.) è relativo all’interpretazione che viene data sullo stallo del club nel cosiddetto mercato di riparazione.
Se le parole dell’azionista di riferimento della Salernitana Danilo Iervolino erano state chiare già a settembre (e ancor di più prima della fine dell’anno: forse andata spiegata con più semplicità) si assiste però a una controversa e molteplice “spiegazione” veicolata (non da tutti, per carità) a chi attende spiegazioni chiare e obiettive. La frase più ricorrente è diventata un ritornello, spesso stonato e sballato: la Salernitana è bloccata dall’indice di liquidità. Il che fondamentalmente è vero. Ma è forse più corretto dire (e scrivere), restando agganciati alle Noif, che la Salernitana non può operare liberamente sul mercato perché non è in regola con il parametro “indicato” dall’indice di liquidità e che dunque potrebbe muoversi liberamente se lo “sbloccasse”.
Ma cosa è l’indice di liquidità, che cosa rappresenta?
L’indice di liquidità è un indicatore finanziario che, in concorso con altri, fotografa lo stato di salute di una società (non solo calcistica dunque, ma in senso generale). Come “indica” il nome, l’indice di liquidità rivela la solvibilità di una società, informa della sua capacità di onorare gli impegni finanziari iscritti a bilancio. In sintesi: se ha la liquidità sufficiente per onorare i propri debiti a breve termine.
Nel caso specifico delle società di calcio, nel caso ancor più specifico di questa campagna di mercato invernale, la fotografia dei crediti e dei debiti va fatta nel periodo che intercorre tra settembre 2023 e settembre 2024. È dunque inserita nella trimestrale che va consegnata alla Covisoc. Quindi: l’indicatore di liquidità che consente o meno l’accesso alla campagna trasferimenti di gennaio 2024 è quello ricavato dalla situazione trimestrale al 30 settembre 2023.
Tornando per un attimo all’indice di liquidità: è il rapporto, in estrema sintesi, tra le attività correnti e le passività correnti di una società. È un parametro che da anni stabilisce se una società può operare liberamente sul mercato o se invece, per farlo, deve ricorrere a un finanziamento soci. In sostanza indica se l’azionista di riferimento deve immettere o no liquidità se vuole acquistare calciatori senza trovarsi di fronte a vincoli e paletti.
Per questa stagione l’indice di liquidità è fissato allo 0,6%. Se si è sotto questa soglia, si viene bloccati dalla Covisoc. Che significa? Significa che per operare acquisti di calciatori (anche per i tesseramenti a parametro zero) bisogna immettere la liquidità necessaria a bilanciare il rapporto, tra attività e passività correnti, fotografato nella trimestrale al settembre 2023.
Un caso semplice, per spiegare. Stare nello 0,6% significa che se ho debiti (nel periodo di un anno, quindi fino a settembre 2024) per 10 lire devo avere crediti (sempre nello stesso arco temporale) per 6 lire: così posso operare senza vincoli. Se invece ho debiti per 11 e crediti per 6 significa che non rispetto il parametro (0,6%) e devo mettere soldi in cassa. Di quanto? Di quella lira necessaria a far scendere la passività da 11 a 10, riportando così l’indice allo 0,6%.
Nota bene: l’indice di liquidità di mercato non si ripiana con i soldi di campagna (cioè quelli incassati da cessioni) ma soltanto con il finanziamento soci e altre immissioni di capitale fresco.
Nota bene bis. Il parametro dell’indice di liquidità è vincolante per il mercato. Come riportato in un articolo-anticipazione (leggi qui) la Figc aveva pensato di inserirlo anche come parametro obbligatorio ai fini dell’ottenimento delle licenze nazionali ma la proposta federale (come previsto nell’articolo) non è passata in consiglio federale a dicembre perché i club si sono opposti (addirittura per qualche illustre procuratore intervistato di recente invece sarebbe stato introdotto…). Resta invece in vigore solo per il mercato anche per la stagione 2024/25.
Quando l’azionista di riferimento di un club può intervenire per “aggiustare” l’indice di liquidità? Sempre, può intervenire sempre. Può farlo ogni giorno per ovviare al blocco delle operazioni di mercato in entrata. Basta immettere liquidità e caricare sul portale Figc la copia dell’operazione effettuata. Come? Con “versamenti in conto futuro capitale, aumento di capitale interamente sottoscritto e in denaro, versamenti in conto copertura perdite, utilizzo di liquidità derivante da cessione di calciatori contabilizzate nella fase intermedia e esigibili oltre l’anno”, e ancora altri casi.
Lo sblocco della Covisoc è immediato. Quindi, per semplificare, si può intervenire anche il 27 di gennaio (o il 6 gennaio, o si poteva farlo il 20 dicembre o persino si potrebbe fare il 31 gennaio, etc etc.). Ovviamente quest’operazione è nella legittima e libera volontà dell’azionista di riferimento.
Come operare in entrata se un club non sblocca l’indice? Trasferendo un calciatore e tesserandone un altro che abbia al massimo il costo di stipendio pari a quello risparmiato dal calciatore ceduto. Esempio: trasferisco un calciatore che guadagna 5 lire? Posso prenderne uno (in prestito, non acquistandolo) che al massimo guadagni quelle 5 lire risparmiate. Dunque ci si può muovere nel ristretto cerchio della differenza determinata dai residui contrattuali in uscita e in entrata.
Ultima chiosa, sulla specifica situazione della Salernitana. Posto che per mettersi in regola con l’indice di liquidità sul mercato (per operare in entrata sul mercato invernale) servivano (e servirebbero) oltre 20 milioni di euro, bisogna aggiungere che, oltre all’indicazione di liquidità, ossia attività e passività correnti nei 12 mesi, ci sono gli indicatori correttivi, di indebitamento. Sono quelli del costo del lavoro allargato e quello del saldo economico calciatori.
Gli indicatori correttivi sono soltanto in maniera peggiorativa. Prima potevano esserlo anche in maniera migliorativa. Nel caso specifico della Salernitana, gli indicatori correttivi, anch’essi carenti, hanno però creato una maggiorazione della carenza finanziaria del 30%.