Mentre sulla porta della squadra più bucata d’Italia (81 reti, nessuno ha subito più gol tra A, B e Lega Pro) è finalmente calato il caritatevole gong di fine stagione, sulla porta della società resta invece sempre affisso il cartello “Cedesi attività”, un cartello finora senza troppo appeal accompagnato in sottofondo dal continuo e melodioso carillon ritmato dalla elegante dizione dell’amministratore delegato Maurizio Milan, «da un anno e mezzo riscuotiamo l’interesse di investitori e soggetti, al momento non c’è nulla di concreto, non c’è volontà di svendere, se poi più in là avverrà qualcosa di straordinario vedremo». Al netto di pifferi e veline, in realtà il cartello potrebbe essere forse più compiutamente declinato e coniugato in altro modo, del tipo “vendesi, locasi, affiancasi (passi il neologismo) etc. etc.”.
E allora? E allora, in attesa di significativi stravolgimenti che appaiono ben lontani dall’orizzonte, niente di meglio che affidarsi forse, e per il momento, a un gruppo che negli ultimi settanta anni ha fatto del proprio marchio il brand della vendita, del fitto, della ristrutturazione, della rigenerazione e intermediazione di proprietà immobiliari.
“Mister miliardo” al secolo Danilo Iervolino, proprietario del pacchetto azionario della Salernitana attraverso la “Idi srl” da gennaio 2022, sta da tempo interloquendo col Gruppo Gabetti, il cui amministratore delegato si chiama Roberto Busso e la cui somiglianza – fisica – al professore avvocato Francesco Fimmanò (sua la mirabile idea di intentare causa a Dia per risarcimento danni mentre i compagni di collegio pare non fossero d’accordo, danni quantificati in 20 milioni…, sulla questione Dia ce ne sarebbe da scrivere…) pare davvero sorprendente.
Perché non trovare un partner, una via di mezzo tra Infront e Mastergroup, un partner che assista il club in alcuni campi (non immissione di danaro né quote societarie) di consulenza e gestione, o magari di intermediazione alla ricerca di partner o acquirenti? Danilo Iervolino si è fatto la domanda e si è dato anche una risposta. Si è messo così a pensare (e parlare) ad alcune società del ramo (alcune si sono proposte) e tra queste la Divisione Sport del Gruppo Gabetti, valutando la possibilità di appaltare alcuni servizi di consulenza e gestione, procedendo così anche a una ristrutturazione della pianta organica del club con annesso abbattimento di costi (esagerati).
La Divisione Sport del Gruppo Gabetti è costola societaria nata a fine 2019 con una presentazione in pompa magna al circolo Aniene di Roma, padrone di casa il presidente del Coni Gianni Malagò, testimonial d’eccezione l’ex presidente Figc Matarrese e gli ex campioni del mondo Rossi e Tardelli. La divisione sportiva del gruppo nata cinque anni fa su idea e iniziativa di Ferdinando Elefante, salernitano di Angri, un passato da calciatore (e dirigente) nei Dilettanti e poi diventato manager del gruppo d’intermediazione immobiliare. L’ingresso nel mondo del pallone su suggerimento anche di Salvatore Fiore, amico di vecchia data e con un passato importante nel calcio italiano: fu ad esempio il manager che ai tempi dell’Udinese portò Zico in Italia. Dal mondo del mattone a quello (anche) del pallone: la divisione Gabetti Sport cinque anni fa è nata per affiancare e supportare le società di calcio, i dirigenti, i calciatori negli investimenti, nella gestione del club, nella riqualificazione degli impianti.
Nella missione si definisce come “temporary management” che tradotto significa “gestione temporanea”. Dizione che pare calzare a pennello con gli umori attuali dell’attuale proprietà, da tempo lacerata dal “passo, non passo”, “cedo o rilancio” ma soprattutto assai dolente e infastidita per l’accostamento della propria immagine a quella del fallimento gestionale, tecnico ed economico della Salernitana, retrocessa sul campo da mesi e, nonostante gli ingenti apporti della proprietà, con un significativo rosso a bilancio.
«Avanti con Iervolino? Io cambierei il titolo, direi avanti con il progetto»: le parole spese il 24 maggio da Maurizio Milan vanno nella direzione di quanto riportato una settimana fa (leggi qui, anche a proposito del nuovo ruolo offerto a Colantuono, «so già quale sarà il mio ruolo il prossimo anno» ha detto nel post San Siro, il ruolo sarebbe ufficiale di collegamento tra campo e proprietà-management), a proposito dei movimenti societari, delle (presunte) trattative di cessione (totale o parziale) delle quote societarie del club granata. Tra offerte (!?) farsesche e domanda (di rilievo), tra approcci e scambio di documenti e garanzie, tra iniziative partite direttamente dal club e piani di ristrutturazione quinquennale, si è però arrivati a fine maggio con un nulla di fatto. Entro il 4 giugno il club dovrà presentare la domanda d’iscrizione al campionato di serie B e, oltre agli adempimenti economico-finanziari (compresa una nuova ricapitalizzazione), dovrà anche esibire una fideiussione di 800mila euro. Tutti adempimenti che logicamente possono essere assolti (e sono stati in realtà già assolti) soltanto da Iervolino: un ipotetico potenziale compratore potrebbe intervenire adesso? Alla domanda se ne legherebbe poi un’altra: un acquirente animato dalle migliori intenzioni entrerebbe nel mondo del calcio accollandosi non solo gli effetti di una retrocessione ma anche il “rischio” di partire con una programmazione a scoppio ritardato, visto che le manovre (per dirigenti, tecnici e calciatori) sono già iniziate da tempo per tanti club di A e B? La Salernitana avrebbe certo potuto sfruttare il vantaggio di partire largamente in anticipo, visto che la retrocessione era in fieri da ottobre scorso. Ma invece…
Invece, così come confermato indirettamente dalle parole di Maurizio Milan il 24 maggio, «si va avanti con Iervolino? Cambierei il titolo con: si va avanti col progetto di questa società», l’imprenditore di Palma Campania continua a riflettere, valutare, analizzare; l’unica idea che non ha mutato, pur tra sbalzi d’umore, è una soltanto: stare il più lontano possibile dalla luce dei riflettori calcistici, possibilmente spegnere la luce se mai arrivasse una proposta soddisfacente, altrimenti andare di gestione ma senza mai più essere costretto a importanti immissioni di capitale. Ma l’eventuale dismissione di cui si scrive e si parla da mesi (totale o parziale) sarebbe forse più corretto (leggi qui) definirla al momento come una possibile ed eventuale traslazione di quote ad altro soggetto giuridico nel quale la presenza però dell’attuale proprietà sarebbe ravvisabile anche nella conferma dell’attuale ad, quel Maurizio Milan che intanto lascia sempre porte aperte a possibili novità mentre intanto cerca casa (per starci stabilmente) a Salerno e che intanto riceve consigli e indicazioni da alcuni manager calcistici, tra cui anche Adriano Galliani.
Per dare ancor più significato alla situazione reale (per un attimo la mente è tornata indietro fino al 2011 quando, in pieno stato di decozione societaria, e abbandonata dal suo proprietario, la Salernitana si avviava al fallimento pur se per mesi furono pubblicizzate e veicolate trattative per il passaggio societario, ma l’accostamento all’attualità è solo per le offerte e trattative, e non certo per la situazione dei conti granata: la Salernitana attuale non corre assolutamente alcun rischio) ecco una significativa postilla che fotografa però bene la situazione (e anche lo spreco di risorse di questi anni) propagandata sempre tra palco e realtà.
La Salernitana mesi fa si è affidata a una società di caratura mondiale, la “Alvarez & Marsal” (ha una sede anche a Milano), una società che fornisce servizi di consulenza, di miglioramento delle prestazioni aziendali e di gestione dei turnaround (sta per cambiamento); la società ha redatto un piano di ristrutturazione quinquennale del club e ha analizzato situazione patrimoniale, prospettive, quotazione e mosse future da compiere: è un documento che probabilmente è servito anche al club come “testimonial” in alcune trattative (una due diligence c’è stata) e che potrebbe magari essere esibito ancora, in caso di nuove e future trattative o passaggi di quote. È un documento che non arriva a venti pagine. Quanto è costata questa consulenza, qual è il costo che finirà nel bilancio al 30 giugno? Tra parte fissa e addendum, quasi un milione di euro…Un milione di euro per venti pagine…E dire che nel club figura un profilo di cfo (chief financial officer) e che da mesi nel club lavora un ex Deloitte che ha competenze e capacità.
Intanto, tra contatti e trattative (o ipotesi di trattative), la Salernitana di Iervolino vive così giorni tra contratti con società di consulenza di caratura mondiale e contatti con società di consulenza italiane avviatesi da pochi anni e ancora fuori da giri nazionali e internazionali. Per il momento, infatti, dalla porta principale della Salernitana potrebbe entrare la Divisione sport del gruppo Gabetti (partner della Lega Pro), gruppo Gabetti tra i partner dell’evento “Operazione Nostalgia che si terrà all’Arechi l’8 giugno: fornirebbe al club granata una serie di servizi di consulenza e gestione aziendale, o lo aiuterebbe nella ricerca di partner o acquirenti. “Mister miliardo” Danilo Iervolino potrebbe così “copiare” (e magari replicare) il progetto adottato la scorsa estate da altre due società campane, due club di Lega Pro: Juve Stabia e Casertana. Nella Juve Stabia proprio Elefante aveva assunto lo scorso anno il ruolo di direttore generale, mentre nella Casertana Vittorio Cozzella (ex attaccante granata, tra le fila della Divisione Sport della Gabetti c’è anche Arturo Di Napoli) era stato nominato direttore generale mentre l’avvocato napoletano Antonio De Luca aveva preso le redini di direttore organizzativo. Per scorgere ruolo, compiti e funzioni della Divisione sport, ecco la nota emessa dopo la promozione della Juve Stabia: “Un successo frutto anche dell’impegno congiunto e della visione strategica condivisa tra la società e il team di Temporary Management di Gabetti Sport. Grazie a questa partnership, il club ha beneficiato di una leadership competente e di una gestione ottimizzata. I pilastri della nostra collaborazione sono stati: la direzione generale e strategica del club, l’analisi e l’ottimizzazione del business, fornita da Gabetti Sport mediante Patrigest; lo sviluppo di partnership e sponsorizzazioni, che hanno contribuito alla gestione e alla crescita del brand Juve Stabia 1907”.
Dunque, sempre in attesa di possibili mutazioni societarie, la Salernitana potrebbe affidarsi alla gestione temporanea, per alcuni settori, della Divisione Sport del gruppo Gabetti. Sarà vero? Dopo metaverso e sinallagma, la terza via sarà quella giusta?