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Nazionale last minute di Mancini e Gravina, il cambio programma costa salato. Figc costretta a pagare una penale

Il ct aveva chiesto di anticipare il volo in Germania per l'ultima sfida di Nations League, charter saltato e penale all'albergo tedesco. Incidente diplomatico col delegato Uefa a Monchengladbach

Cinque partite in due settimane, da Coverciano a Londra, poi da Bologna a Cesena, infine da Wolverhampton a Monchengladbach prima di ritornare a casa per le vacanze, prima del rompete le righe, prima dell’arrivederci a settembre. Un vero e proprio tour de force in giro per l’Europa tra ritiri e allenamenti, voli, scali e trasferimenti, alberghi e centri sportivi: sconfitta a Wembley dall’Argentina nell’edizione della “Finalissima”, la Nazionale italiana di Roberto Mancini ha poi chiuso l’amara stagione con i primi impegni della nuova edizione di Nations League. Girandola di partite, girandola di viaggi. Dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, il nuovo corso è ripartito tra provini e parole, pensieri e promesse. Programmi e partite. Il saldo (parziale) del prato riporta: una vittoria, due pari, una sconfitta. Sonante, per non dire umiliante. Cinque gol presi dalla Germania, le parole di Mancini, «siamo a buon punto perché pensavo di perdere già a Bologna questa partita 2, 3 o 4-0. Se abbiamo 5 punti le cose sono state fatte abbastanza bene. La strada è lunga e sarà piena di circostanze così. Dobbiamo accettarle, potremmo diventare una squadra più forte. Sono molto più positivo stasera che dopo l’Inghilterra o a Bologna: ci sono state cose e se ne sono capite d’importanti a livello di gioco. Torneremo a essere una squadra che detta il gioco», le dichiarazioni a caldo di un innervosito capitan Gigi Donnarumma che avrebbero poi scatenato un ampio dibattito, ben più acceso della figuraccia azzurra, delle sue prospettive di riscatto. Invece il saldo del viaggio per l’Europa, il conto del tour de force tra ritiri, scali aerei e alberghi, si sarebbe chiuso per la Figc con un conto un po’ più salato rispetto a quello previsto nel budget. Oltre dodicimila euro in più sborsati dal “Club Italia”, la struttura che sovraintende, dirige e coordina tutte le nazionali azzurre. Il “Club Italia” presieduto dal presidente federale Gabriele Gravina. Il presidente che ha confermato se stesso e Mancini nonostante la mancata qualificazione in Qatar.

Dodicimila euro in più come penale da versare all’albergo tedesco che avrebbe dovuto ospitare l’Italia alla vigilia della sfida alla Germania del 14 a Monchengladbach: il volo dall’Inghilterra fino a Dusseldorf, la seduta di rifinitura, la conferenza stampa e poi il giorno dopo la partita. Questo era il programma azzurro definito e stabilito giorni prima d’accordo col ct. Soltanto che, una volta in Inghilterra, Mancini pare non avesse trovato le condizioni ideali e migliori per allenare e ritemprare il gruppo, e così avesse pare chiesto di cambiare il programma. Cioè partire un giorno prima dall’Inghilterra, lasciare in anticipo la contea del West Midlands lì dove l’Italia – atterrando a Birmingham e poi giocando (venerdì 11) a Wolverhampton – aveva affrontato l’Inghilterra chiudendo la sfida con un pari in bianco. Sarebbe dovuta ripartire da lì solo il lunedì, invece Mancini pare avesse chiesto di partire prima, di anticipare lo spostamento in Germania di un giorno. Per una decina di giorni pare si fosse andati avanti col dilemma: spostare, cambiare oppure lasciare il programma originario. In extremis sarebbe poi nata la decisione di cambiare. E così la macchina organizzativa azzurra s’era messa in moto, cercando di accontentare il ct. Aveva chiesto alla direzione dell’albergo tedesco il pernottamento sin da domenica e su domenica s’era contemporaneamente provato ad allestire un volo charter. L’inciampo sarebbe nato però proprio in aeroporto – pare per assenza di personale – un piccolo scalo impreparato per un viaggio last minute di domenica, senza largo pre-avviso. E così l’Italia di Mancini sarebbe rimasta a terra, rimasta in Inghilterra anche domenica. Poi ripartita, come da programma iniziale, solo il lunedì per la Germania. Alla possibile penale da versare per il volo charter saltato, s’è però aggiunta la penale versata alla struttura albergheria che aveva prenotato il soggiorno anche per la domenica. Il conto? Quasi dodicimila euro, la tariffa da 200 euro a persona e lo staff composto da una sessantina di persone tra tecnici, staff, giocatori e dirigenti.

Nello stadio del Borussia Monchendglabach l’Italia ne avrebbe poi presi cinque di gol, chiudendo la stagione con una figuraccia sul prato. Nello stadio tedesco però la Figc col supporto della Rai avrebbe dato visibilità in Italia ai propri partner commerciali attraverso una grafica virtuale sovraimposta sui Led posizionati a bordocampo. Una pubblicità virtuale ottenuta grazie ad una tecnologia basata su un software d’intelligenza artificiale capace di distinguere in tempo reale i movimenti e gli oggetti davanti ai Led. “La Figc conferma così la sua strategia commerciale dinamica, che ha già determinato negli ultimi anni una netta crescita dei ricavi provenienti dai diritti tv, dalle sponsorizzazioni e dal licensing”: c’è scritto proprio così in una nota stampa della Federcalcio. Da nessuna parte invece c’è scritto dell’inciampo “istituzionale” che sarebbe avvenuto proprio nella patria dove l’orologio non conosce ritardi: la squadra azzurra sarebbe arrivata allo stadio con mezz’ora di ritardo rispetto al programma stabilito. Mezz’ora di ritardo pare dovuto non per il traffico autostradale ma soltanto perché la delegazione azzurra sarebbe partita dall’albergo con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario fissato in mattinata nel corso dell’ultima riunione tecnica. All’arrivo il delegato Uefa avrebbe fatto notare il ritardo, un dirigente azzurro pare abbia risposto con toni accesi. L’incidente diplomatico si sarebbe chiuso poi con le scuse al delegato. Tracce di nervosismo latenti, esplose poi con le piccate dichiarazioni del capitano azzurro all’inviata della Rai.

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