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Italia a Wembley, il pallone Figc in rosso: a Coverciano grana albergo-ristorante. Gravina piazza Abete alla Federcalcio servizi

La società che gestiva le strutture all'interno del centro tecnico federale aveva chiesto lo sconto: non rinnovato il contratto. La questione Imu e il ruolo della società partecipata. Valentini cerca sponsor e partner ma il brand è in caduta

Torna in campo l’Italia, stasera a Wembley sfida l’Argentina indossando la nuova divisa sfornata dalla Puma che non ha raccolto commenti entusiasti: il contratto con lo sponsor tecnico è in scadenza, tra sei mesi tutte le nazionali azzurre vestiranno Adidas. Il rinnovamento non riguarda però i vertici – dirigenziali e tecnici – tricolore, né tantomeno programmi, prospettive e riforme del pallone azzurro, tutto fermo, anzi tutto rotola da mesi: Gabriele Gravina s’era blindato già prima della mancata qualificazione ai Mondiali, da mesi fisso e sordo sulla poltrona di presidente federale ma anche di responsabile del Club Italia, carica per la quale riceve un compenso annuo di 240mila euro. È il suo rinascimento. Di oltre tre milioni annui invece è lo stipendio del ct Roberto Mancini: mandarlo a casa sarebbe stato come ammettere il fallimento, aprire una fessura dentro la quale si sarebbero infilati venti sfavorevoli, avrebbe significato ripensare a responsabilità e incapacità, insomma sarebbe stato un pericoloso autogol per il presidente federale. Che ha ben altro cui pensare, soprattutto adesso. «Sono preoccupato della tenuta del sistema», ha detto ieri l’altro, nello stesso giorno cioè in cui il presidente dell’Uefa Ceferin mostrava perplessità sulle possibilità che l’Italia possa ospitare la fase finale dell’Europeo 2032, «la situazione delle infrastrutture e degli impianti è abbastanza terribile per un Paese di calcio come l’Italia». Impianti inadeguati, infrastrutture obsolete, sistema impazzito, governance grigia (in fatto di anzianità) e nulla (in fatto di risultati): il bipolare Gravina (dentro il consesso Uefa deve avere inteso il vento che spira, da un anno è nella Giunta esecutiva) è tornato così a chiedere aiuto alla politica, al Governo. Nello stesso convegno (Camera di Commercio di Roma) prima ha detto: «Per l’Europeo 2032 siamo ben posizionati, l’Italia è finalmente credibile». Poi però l’altra parte di sè ha dovuto ammettere: «Se non arriverà un aiuto dal Governo, garantendo nuovi impianti, potrebbe essere un problema».

Tra prato e bilancio. I problemi li ha pure il ct Mancini che dopo la fine del campionato ha inaugurato una sorta di casting per il futuro. “L’Italia che verrà” l’hanno intitolato: convocati 53 calciatori a Coverciano, via vai di giocatori, provini e appunti sul prato che poi però hanno lasciato spazio ai veterani, ai convocati e ai pensieri per l’impegno di stasera con l’Argentina e poi per le gare di Nations League. L’Italia in quindici giorni deve provare a conquistare successi effimeri e specie nuovo appeal, il fascino dell’azzurro – pure commerciale – è precipitato dopo la figuraccia con la Macedonia. I successi portano sponsor e contratti, significano soldi: adesso le casse federali battono… cassa. Molti contratti sono in scadenza, i ricavi da sponsor e pubblicità in netto calo, come le royalties: un bagno di sangue il mancato Mondiale. C’è da lavorare e attirare parecchio. Sarà per questo che nello stesso giorno in cui Mancini rifiniva a Coverciano la sfida all’Argentina, nel centro tecnico federale sulla collina di Fiesole andava in scena il “Partner day”: porte aperte per un’intera giornata a partner e sponsor della Figc, accolti dal responsabile dell’area business Giovanni Valentini. «È un evento esclusivo che organizziamo per far vivere una giornata speciale a tutti i nostri partner commerciali, un momento per stare insieme come una squadra, condividendo emozioni e sensazioni al fianco dei giocatori». Tra l’aperitivo di benvenuto e il pranzo con gli azzurri è stato infilato anche un workshop, tenutosi in una delle tante sale del centro tecnico di Coverciano. Più calciatori che partner commerciali: questo è il resoconto da Coverciano.

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Un centro da sfruttare, cambiali elettorali da onorare. Un centro sportivo di prim’ordine, inaugurato nel 1958 e intitolato alla memoria del marchese Ridolfi. Cinque campi di calcio (4 regolamentari, due in erba artificiale), campi da tennis, pista d’atletica e piscina, palestre e campo di calcio a 5, auditorium, sale convegni e aule didattiche, un ristorante da 150 coperti e un albergo con 53 camere doppie dotate di ogni comfort. Beni immobili di proprietà della “Federcalcio servizi srl”, società che ha come oggetto sociale “l’attività di gestione del proprio patrimonio immobiliare, finalizzato a favorire la pratica del gioco del calcio mediante i campi sportivi e le sedi degli uffici federali”: è dotata di un suo capitale sociale, ha un suo statuto, ha un suo consiglio di amministrazione, è partecipata al 100% dalla Figc. Insomma, la “Federcalcio servizi srl” è la cassaforte della Figc: tra vendite d’immobili e gestione delle strutture, fanno milioni e milioni da iscrivere a bilancio. Un posto di comando e controllo, posto delicato destinato solo ai fedelissimi. Qualche giorno fa s’è dimesso da presidente del cda Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro che Gravina ha voluto come vice-presidente federale come a sottolineare la sua attuale posizione di forza in consiglio in contrapposizione alla Lega serie A: una “cambiale” elettorale onorata come un’altra. Perché per liberarsi del nemico Cosimo Sibilia, il presidente Figc aveva soffiato sul commissariamento della Lnd, nominando commissario straordinario Giancarlo Abete, indicato e poi votato dai Comitati come nuovo presidente della Lega Dilettanti. Adesso siede da fedelissimo nel consiglio federale ma non può votare, causa limite mandati. È comunque una figura di dirigente federale di prestigio che non poteva esser tenuta così, soltanto come copertina. E così Gravina, subito dopo aver accolto con un sorriso le dimissioni di Ghirelli che aveva presto il posto del deposto Sibilia, ha proposto in consiglio federale di nominare il già due volte presidente Figc come presidente del consiglio d’amministrazione della “Federcalcio servizi srl”: l’indicazione diventerà approvazione e ufficialità nella prossima e imminente assemblea della società partecipata. Abete accetterà l’incarico per il quale è previsto un compenso, liberando così un’altra casella, perché il gioco elettorale a incastri non finisce mai: Abete dovrà giocoforza lasciare la poltrona di presidente della “Lnd servizi srl” che potrebbe essere occupata da Carlo Tavecchio, l’ex presidente federale scaricato da Gravina nel 2017 e tornato in auge e alla bisogna adesso, prima eletto come presidente del Comitato Lombardia e poi strategico nella guerra condotta a Sibilia. Le “grandi manovre” continuano. Anche perché ci sono questioni urgenti da affrontare. Il cda della “Federcalcio servizi srl” (il consigliere delegato è Mauro Grimaldi, un altro fedelissimo di Gravina dai tempi della presidenza in Lega Pro, l’altro posto in consiglio è occupato da Luca Perdomi) deve risolvere ad esempio la questione della gestione del centro sportivo federale di Coverciano. Ci sono nuovi lavori da appaltare, e ci sono contratti in scadenza. Ai primi d’agosto scade ad esempio il rapporto con la “Coverciano sport Living” che aveva da anni in gestione il ristorante e l’albergo di Coverciano. Storia di una convenzione stipulata anni fa, erano gli anni di Michele Uva direttore generale Figc e del fiorentino Luca Lotti ministro dello Sport: a quei tempi fu siglato l’accordo con la società “Soges srl” del manager fiorentino Andrea Galardi, società che da vent’anni è impegnata nel settore “congressuale ed alberghiero” e che ha dato vita al cosiddetto “Place of charme”. È così che nella brochure di presentazione il centro sportivo federale di Coverciano fa bella mostra insieme altre incantevoli strutture: resort, alberghi, ristoranti di lusso. Da qualche mese la società ha rilevato un’altra struttura a Coverciano mentre nel pieno dell’estate dovrà lasciare la gestione di ristorante e albergo “federali”. Il contratto scade, la società di Galardi aveva chiesto di rivedere le cifre del contratto visto che negli ultimi due anni la pandemia aveva praticamente azzerato le entrate ma la Figcha risposto picche, e così il rinnovo è saltato: adesso la Figc attraverso la Federcalcio servizi srl dovrà mettersi in proprio, gestire in house l’attività. Bisognerà trovare una formula, e bisognerà trovare un accordo relativo al personale. Deve ancora sedersi, ma sul tavolo di Giancarlo Abete c’è già la prima grana da risolvere.

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Risorse, entrate, Imu e accordi. “Il ristorante vi lascerà di stucco. Pavimento in parquet, moderna illuminazione led e soprattutto ampie finestre con affaccio su uno dei campi di allenamento più belli del Centro Tecnico. È qui che si consumano le colazioni, i pranzi e le cene. La sala è la stessa utilizzata da tutte le selezioni della Nazionale Italiana ed è in questo ristorante che troverete lo chef che segue, anche in trasferta, la Nazionale A. Questo ambiente può ospitare fino 150 persone a sedere e può offrire sia soluzioni a buffet che servito. I nostri cuochi, specializzati in cucina per atleti, sono a disposizione per soddisfare le esigenze nutrizionali delle squadre o creare piatti più ricercati per i vostri eventi. Per ogni informazione e per personalizzare il vostro pranzo o la vostra cena contattateci via e-mail all’indirizzo info@covercianosportliving.it o al numero di telefono (+39) 055 6120230”: così ancora si legge sul sito di “Coverciano Sport Living”, la società del gruppo Soges srl che gestisce ristorante e albergo “federali”. Una presentazione da incanto c’è anche per le 53 camere doppie dell’albergo. Ristorante e albergo sono disponibili per ricevimenti e ospiti, meeting e congressi (“il centro vanta numerose sale conferenze ed ospita continuamente congressi e meeting di aziende private o enti”, così nell’homepage della società “Coverciano Sport Living”), non è aperto solo ai tesserati Figc, Coni, Uefa, Fifa, Cio, alle nazionali di calcio ed altri sportivi (nel centro c’è la sede dell’Aia di Firenze, c’è la sede del Comitato Dilettanti Toscana, c’è la sede del Comitato regionale arbitri, c’è la scuola del Settore tecnico federale, c’è la sede dell’Aiac riammodernata di recente e per la quale pare l’Aiac non versi nemmeno un euro di fitto), sponsor potenziali ed effettivi: ristorante ed albergo sono come una miniera dalle uova d’oro poi visti i tanti corsi banditi e tenuti dal Settore tecnico federale. Ad esempio quelli per allenatori e aspiranti allenatori, preparatori atletici, preparatori portieri, match analyst, osservatori, responsabili settore giovanile, direttori sportivi, dirigenti addetti agli arbitri. Tutto passa da Coverciano. Ogni “studente” deve versare la quota per il corso che va alla Federcalcio (8mila euro per i tecnici Uefa Pro, 2.556 per l’Uefa A, 5.566 per Combinato Uefa B + A, 1.778 per Uefa C più licenza D, 2.566 per preparatori portieri, 2.056 euro per il corso preparatore atletico, 2.000 per match-analyst, 2.000 per osservatore, 3.500 per responsabile settore giovanile, 1.000 per dirigente addetto all’arbitro, , 5.200 per direttore sportivo, ogni corso ha una sua tariffa, poi ci sono i corsi misti organizzati con altri enti) ma poi ogni studente deve anche mangiare e pernottare e per questo è prevista una convenzione con la struttura ristorativa-alberghiera. Per farsi giusto due calcoli, può giovare sapere che nel bilancio del 2019 solo la quota versata per i corsi – denominata quota d’iscrizione – a bilancio aveva come cifra 5,9 milioni di euro. «Ma cosa volete, volete che non paghiamo i nostri docenti?». Così uno stizzito Gabriele Gravina un anno fa, nel corso di una puntata di Report su Raitre. Nella puntata ci si occupava di un’altra questione delicata, una questione ancora in sospeso. Dal 2007 la Figc non paga l’Imu, tributo comunale che va versato dai proprietari di beni immobili. Il centro sportivo di Coverciano si estende su 8 ettari, ha campi, strutture sportive, museo, palestre, auditorium, sale convegni, albergo, ristorante. Per tre volte la Figc ha perso il giudizio contro il Comune di Firenze, per due volte in appello. Deve oltre un milione di euro (comprese more e interessi) eppure continua a far orecchie da mercante, aspettando che si esprima la Cassazione. S’è imbarcata in una guerra catastale dopo aver sdoppiato funzioni, l’utilizzatore è un soggetto, il proprietario un altro: la Figc incassa ad esempio le quote dei tantissimi corsi che si svolgono all’interno di Coverciano ma si sente legittimata a non pagare l’Imu su Coverciano perché la proprietà degli immobili è di un’altra società. A Coverciano, dove si svolgono numerose attività commerciali, come ad esempio quelle relative a ristorante e albergo. A Coverciano dove negli anni sono stati girati parecchi spot pubblicitari, guarda caso aziende e marchi partner della Figc, come il ct Mancini che ordina la spesa da Lidl o la Cinquecento della Fiat che gira nel centro tecnico. Sono spot, magari come quelli di Gravina. «La questione non è se l’ente è una società di capitali, la questione invece è se l’ente ha fine di lucro oppure no». Così Gravina un anno fa, la questione però è ancora in attesa di risposte: la Figc ha tentato un accordo col Comune di Firenze ma nulla da fare. Intanto la Cassazione ha sancito che la Figc – anche sulla sede di via Allegri a Roma è aperta la disputa – debba versare l’Imu sugli immobili di proprietà a Monza, Milano, Ancona. Gravina però è come un muro di gomma, tutto rimbalza. «Noi non siamo la Chiesa ma riteniamo comunque che sia un principio sbagliato, aspettiamo la Cassazione e intanto abbiamo accantonato un fondo rischi a bilancio». Intanto la “Federcalcio servizi srl” continua nella vendita d’immobili, attualmente in vetrina ha un appartamento in uno stabile a Cremona e un altro prestigioso di 300 metriquadri nel palazzo Pizzofalcone a Napoli. L’attività immobiliare, le dismissioni, la gestione del centro tecnico federale di Coverciano con annesso albergo e ristorante: adesso tocca a Giancarlo Abete.

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Un bilancio in rosso. La pandemia ha provocato danni economici, ovunque. Pure in casa Figc: quest’anno ad esempio i corsi sono ripresi in presenza, dopo due stagioni da casa: minori entrate da vitto e alloggio. La mancata qualificazione ai Mondiali ha provocato un danno anche alle casse federali, dirette e indirette: si va dai mancati ricavi per la partecipazione a Qatar 2022 a minori entrate a livello commerciale. Quasi come avesse un presagio, la Figc nel budget previsionale del 2022 non aveva calcolato i proventi dalla partecipazione ai Mondiali. Come premi Fifa, si può dire che tutte le partecipanti avranno 2,5 milioni di dollari, 8 milioni andranno poi alle squadre eliminate al primo turno: dunque già così, considerando un’ipotetica uscita al primo turno, l’Italia avrebbe incassato 10,5 milioni di dollari. Ovviamente andando avanti nella competizione le sarebbero stati corrisposti nuovi premi: si calcola che alla vincitrice della Coppa del Mondo andranno 47,5 milioni di dollari. Altro aspetto da considerare è quello delle sponsorizzazioni tra corrispettivi e royalties legati a un Mondiale: un decina di milioni di euro in meno se si raffronta il bilancio relativo all’anno di partecipazione azzurra all’ultimo Mondiale (2014) rispetto a quello prima o seguente. Altro tema è quello dei ricavi commerciali. Nel budget per il 2022, la Figc indica come dato preventivo per i ricavi commerciali e di pubblicità un calo di 9,6 milioni rispetto al 2021, passando da 58,4 a 48,7 milioni. Un decremento “ascrivibile ai bonus derivanti dalla vittoria della Nazionale all’Europeo: la Federcalcio inoltre “nell’ottica di un orientamento prudenziale” ha considerato l’ipotesi della mancata qualificazione ai Mondiali e per questo ha “considerato i malus contrattuali che maturerebbero in tale evenienza e il possibile esercizio delle clausole di way-out da parte di alcune aziende sponsor”. Il brand azzurro tira meno, molti contratti sono in scadenza e potrebbero essere rivisti al ribasso. Sollievo per l’accordo chiuso mesi fa con lo sponsor tecnico: da gennaio le nazionali azzurre vestiranno Adidas, l’accordo frutterà 35 milioni all’anno, praticamente il doppio di quanto versava Puma. È sua la nuova divisa che sarà indossata dall’Italia stasera a Wembley contro l’Argentina tra sei mesi sarà solo un ricordo. Avrebbe dovuto indossarla ai Mondiali: tra sei mesi li vedrà da lontano.

 

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