Poi dici: chi ha vinto? Leggi il risultato dello scrutinio segreto, Gravina al 73%, Sibilia eroso fino al 26% (che perdesse una parte del Nazional Dilettanti si sapeva in anticipo) e non c’è nemmeno da pensare: beh, non c’è stata proprio partita. Sì, l’uscente ha proprio stravinto. Poi ti giri, ti guardi intorno, ti volti nel salone dell’Astoria dove 266 delegati hanno partecipato alla rielezione del presidente federale e lo scorgi. E’ lì, come sempre. Da sempre. Da tredici anni al centro, dal 2009 a centrocampo. Pronto a impostare e rinculare, svelto nel contropiede nonostante la stazza e poi lesto, quasi mefistofelico nel piazzare la zampata. Ha la mascherina che gli copre il volto, l’espressione è sempre la stessa. Un’aria tra il compiaciuto e l’indaffarato mentre i telefonini per qualche minuto restano spenti. Il momento è solenne. Mentre sussurra sorride, mentre biascica accenna, mentre romaneggia filosofeggia. “Che v’avevo detto, oh? Adesso mettiamoci a lavorare”. Intorno, il solito siparietto. Delegati e presidenti. Allenatori e figurine.
Giocano. In mezzo al loro danza il pallone. E come capita da tredici anni sul pianerottolo del Palazzo c’è lui, Claudio Lotito. Che continua a tenere il pallone tra i piedi, pure se il pallone hanno provato a sfilarglielo. E dire che l’hanno avvisato più volte, negli ultimi mesi: la legge sul quarto mandato, la multiproprietà, i tamponi, i passaggi di calciatori tra Lazio e Salernitana. I conti. Niente.
Ma come uno dice, ma come è possibile, dai ma mica ha vinto Lotito? La domanda rimbalza come “sor Claudio”, come il pallone. Da una parte e dall’altra. Poi torna a metà campo. Dal 2009 fa anche il consigliere federale. Rieletto ancora, è la quarta volta. Non si poteva ma se la legge Lotti non vale per Gravina e Malagò perché dovrebbe valere solo per me, si chiede l’uomo abituato a domandarsi in latino e a rispondersi in romano. Sarebbe pronto persino a riscrivere i codici di giustizia, se glielo chiedessero. A lui però chiedono altro. Non gli chiedono di declinare in latino, non di riscrivere le regole. A lui chiedono i soldi. Lo mandano a trattare, puntano su di lui per afferrare quanto più si può dai diritti televisivi. Il calcio italiano ha bisogno di moneta, per non saltare in aria. “Gravina è più affidabile di Sibilia ma la presenza di Lotito nel consiglio è fondamentale”. La frase rimbalza nel salone, sottovoce ma mica tanto. Parla il tabellone.
Nove voti per Lotito, è il più votato tra i due neo (riconfermati) consiglieri federali in quota serie A, Marotta si consola con otto preferenze, tre le schede bianche. L’hanno capito molti presidenti di A, persino Agnelli, uno dei nemici giurati. E’ stato Lotito il capo della commissione che ha trattato con Sky e Dazn per i diritti del triennio: gli 840 milioni sul piatto un frutto insperato, e un frutto avvelenato quello dei fondi, l’altro punto su cui il fronte Del Pino-Gravina da una parte, Lotito e otto sorelle di A, s’è spaccato. Poi dici, ma sono chiacchiere, saranno le solite ricostruzioni fantasiose. Gravina al 73%, Sibilia al 26% e te ne esci con Lotito? Ma come ti ripeti, nel consiglio federale dei 21, 13 (14 con Gravina) sono la maggioranza, poi c’è Sibilia che dice «io e i cinque consiglieri faremo come sempre la nostra parte, sostenendo con convinzione le istanze della base e partecipando ai processi decisionali della Figc nell’interesse comune del calcio italiano», e il ventunesimo è Lotito: dai, non c’è partita.
Poche ore, e le agenzie battono una notizia. “Arriva la conferma di Tim alla partnership con Dazn. Con riferimento alle odierne indiscrezioni di stampa, relative a un accordo tra TIM e DAZN per la distribuzione in streaming delle partite di serie A nelle prossime tre stagioni, TIM precisa. Non è tra i partecipanti alla gara indetta da Lega Calcio per l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2021/2024; ha sottoscritto un’intesa volta a integrare l’accordo di distribuzione già in essere, anche nei termini economici, condizionata all’aggiudicazione a DAZN della gara. Ai sensi dell’accordo, TIM si qualificherebbe come operatore di telefonia e Pay Tv di riferimento per l’offerta dei contenuti di DAZN in Italia nonché per la partnership tecnologica. La collaborazione partirebbe da luglio 2021 e comprenderebbe tutta l’offerta di contenuti sportivi live e on demand di DAZN”. Non c’è bisogno di commenti, solo di ricordare che venerdìì 26 ci sarà il round finale in Lega per l’assegnazione dei diritti.
A Milano si tireranno le somme mentre ancora risuonano le parole dell’appena rieletto Gravina: «Mi impegno a ricomporre le lacerazioni, tutti dovremo cedere qualcosa nell’interesse del calcio italiano». Tradotto: basta litigi, basta guerre, sporche o pulite. Ai club, agli allenatori, ai calciatori, agli arbitri interessa uscire dalle sabbie mobili della crisi economica e finanziaria. Gravina si farà scivolare pure Lotito, e Lotito si farà scivolare pure Gravina. Il neo presidente una frase ad effetto l’ha pur detta. «Ora comincia il secondo tempo». Di solito, quando si elegge un Papa, si chiede ai cardinali. Così uno dei cardinali del pallone ha messo il sigillo. “Ad oggi c’è la maggioranza anche in consiglio. Il problema è l’incapacità, preparatevi a un “secondo tempo” bello come il primo”. Chi vincerà? Bah, di solito nel calcio le partite si vincono a centrocampo.
Castelli di sabbia, 25