Il presidente-dg-ds-allenatore (e molte altre cose, capo del marketing e capo dell’area comunicazione ad esempio) del Napoli Aurelio De Laurentiis convoca i dirigenti del suo club in una riunione nella quale sembra di rivedere l’imperatore romano Caligola parlare con il suo cavallo: via Garcia, l’allenatore scelto dopo una lotteria estiva a eliminazione, tecnico commissariato ancor prima che mettesse piede a Castelvolturno. Avanti un altro. Tudor magari perché Conte continua a dir di no, e se non riesce con il croato via con il remake Mazzarri oppure ciak per la bandiera azzurra Fabio Cannavaro: l’imperatore Aurelio lo comunicherà ai suoi dirigenti che senza nemmeno alzare il braccio approveranno senza batter fiato, al massimo un nitrito per applaudire alla mirabile scelta.
Nelle stesse ore a Verona, Setti valuta l’esonero di Baroni, al suo posto magari Ballardini oppure Nicola che in riva all’Adige ritroverebbe così pure Bonazzoli e Djuric per lanciarsi nell’ennesimo tentativo salvezza.
In serie B, a La Spezia, sono le ultime ore di Alvini: retrocesso dalla serie A, lo Spezia a stelle e strisce rischia un altro capitombolo, per evitare il salasso si pensa a Liverani, in seconda fila D’Angelo e Aglietti. Però, assicurano dalla Liguria, valutazioni in corso ci sarebbero pure su Iachini e Maran.
Nonostante un avvio sorprendente – dopo le tribolazioni estive (il ripescaggio, il mercato a settembre etc etc) – a Brescia Cellino aveva cominciato da tempo a picconare la panchina di Gastaldello. Risultato? Cinque partite e cinque ko, squadra spaesata, tecnico delegittimato, decisione inevitabile. Via l’ex capitano delle rondinelle. Sigillato il 57esimo esonero della sua lunga carriera presidenziale, Cellino ora sfoglia i petali della margherita: Maran o Venturato? A proposito di (ex) rondinelle: a Palermo, il colosso proprietario del City Football Group potrebbe concedere l’ultima possibilità a Corini, a 4 punti dal secondo posto. Dalle acque di Mondello alle rive del lago di Como, lì dove intanto si sta scrivendo un doppio, affascinante, romanzo.
Il Lecco, ammesso in serie B dopo una lunga battaglia estiva, stava affondando. Esonerato l’allenatore della promozione (Foschi) ha affidato la panchina a un ex centravanti, Emiliano Bonazzoli. In 5 partite 11 punti: 2 pari e 3 vittorie pesanti, contro big del campionato. A Pisa, poi a Palermo e ieri in casa (la prima vittoria al Ceppi-Rigamonti) contro la capolista Parma. Tra due settimane recupererà una partita: in programma il derby del lago.
Di fronte avrà il Como, sesto in classifica, in piena zona playoff e a 6 punti dal secondo posto, reduce dal colpo corsaro a Ascoli e con una gara in meno. Acque tranquille sull’altra dorata sponda del lago? Niente affatto. La proprietà, la più ricca proprietaria di un club italiano dalla A alla D – i fratelli indonesiani Hartono sono al 64esimo posto della classifica stilata da Forbes, hanno un patrimonio di 45,4 miliardi di dollari – ha deciso di esonerare il tecnico Moreno Longo. Squadra sorpresa, ambiente perplesso.
Il nuovo allenatore? Sarà l’azionista (percentuale di quote irrisoria su cui però aleggia il mistero) Cesc Fabregas, il 36enne ex asso di Barcellona e Arsenal, fuoriclasse campione del mondo con la Spagna, lo scorso anno poche presenze, e nessuna da ricordare, da calciatore nel Como e da quest’estate allenatore della Primavera lariana. “È la nostra bandiera, il nostro volto e l’immagine del Como calcio nel mondo, l’ambasciatore del club”: così i Paperon de’ Paperoni indonesiani che nel comunicare la scelta hanno spiazzato pure i manager calcistici che a Como si occupano della vita sportiva della società. Società che però dovrà scegliere adesso anche l’allenatore che faccia da tutor a Fabregas. Perché sarà pure l’immagine del club nel mondo e diventerà anche un grande allenatore, ma Cesc non può ancora ufficialmente guidare una squadra di B: non ha ancora il patentino. In panchina ci andrà, camuffato. Non proprio un bel vedere. E i risultati, poi? Bah, cosa volete che contino… Viva l’immagine!!!