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Da Venezia a Campobasso: il sorprendente viaggio tra le “meraviglie” del basket femminile targato Petrucci e Fip

Il presidente Reyer Federico Casarin consegna la coppa scudetto alla sua squadra da vice presidente della federazione. La Magnolia under 17 va alle finali nazionali di categoria dopo aver vinto un campionato che non si è disputato
Casarin consegna la Coppa scudetto alla capitana della Reyer

Nel magico mondo del basket italiano accade pure questo. La Reyer Venezia di patron Brugnaro ha vinto, con merito, lo scudetto femminile sbaragliando il campo (quarti, semifinale e finale vinte con percorso netto) e scucendo il tricolore dalle canotte di Schio, superata in casa in gara tre. Sul parquet di Schio è andata dunque in scena la premiazione. Sugli spalti c’erano il presidente della Lega femminile di serie A Protani col vice-presidente Roberto De Zotti e consorte (De Zotti è anche direttore generale della Reyer), c’era il consigliere federale Crosara, c’era il consigliere federale Guolo, c’era il segretario generale della Fip Bertea, c’era il presidente della Fip Veneto, Nardi. C’era anche Federico Casarin, presidente della Reyer Venezia e vice-presidente di Gianni Petrucci alla Fip. Federico Casarin ha seguito la partita dalla panchina nelle vesti di presidente Reyer; ha esultato e gioito (giustamente) alla vittoria delle sue giocatrici. Subito dopo il trionfo sul campo, è andata in scena la premiazione sul parquet vicentino.

Il presidente della Lega Protani ha premiato l’Mvp della serie, il consigliere federale Guolo ha premiato le sconfitte, il segretario federale Bertea ha consegnato, così come avviene anche per i maschi, lo scudetto alle giocatrici della Reyer. Tutte premiazioni previste dal cerimoniale (da cui è rimasto escluso il presidente del Comitato Fip del Veneto Nardi, incidentalmente si ricorda come Nardi e il Comitato abbiano aderito alla candidatura dell’avvocato Guido Valori per le elezioni federali, e si ricorda pure che Venezia è in Veneto, come in Veneto si trova Schio…), prima del gran finale. Quello che prevede la consegna della Coppa alla squadra che ha vinto lo scudetto, la consegna con tanto di coriandoli e musica in sottofondo. Domanda: a chi è toccato l’onore di premiare la Reyer Venezia? Ma a Federico Casarin. Sì, proprio al presidente della Reyer Venezia. E così, lesto e senza imbarazzi (nemmeno dei presenti), il presidente della Reyer Venezia in pochi secondi è diventato il portavoce della Federazione che assegna lo scudetto; subito dopo aver consegnato il trofeo alla capitana Pan, s’è però “rivestito” in fretta degli abiti di presidente Reyer non solo applaudendo (ci sta) ma anche mettendosi in (bella) posa per la foto di rito. Un’immagine da ricordare.

Non l’unica, in realtà. Perché a descrivere certe vicende del basket italiano, regno incontrastato di “re Gianni” che a volte pare una reminiscenza del feudalesimo, purtroppo non si finisce mai. Un esempio? Arriva sempre dalle vicende del femminile, e sempre riferito a finali scudetto. Prima dello scudetto Reyer, sono stati assegnati i titoli nazionali under 15 (vittoria Reyer anche qui) e under 19, titolo andato alla Magnolia Campobasso (la società milita in A/1, è arrivata alle semifinali, ed ha un settore giovanile di tutto rispetto).

Resta da assegnare un solo titolo al femminile, ed è quello dell’under 17. Lo scudetto sarà assegnato al termine delle finali nazionali che si svolgeranno dal 27 maggio al 2 giugno a Roseto degli Abruzzi. La finale nazionale è il traguardo massimo per le società che fanno basket giovanile: entrare tra le prime squadre d’Italia, o addirittura vincere lo scudetto o anche arrivare nella final four, sono obiettivi per i quali ci si prepara per tutta la stagione. Per arrivarci occorre infatti superare un percorso che inizia a ottobre e si conclude con i raggruppamenti interregionali di aprile-maggio: decine di partite dapprima nei campionati regionali che scremano le migliori 38 squadre, quindi negli spareggi e nei raggruppamenti che mettono a confronto squadre di diverse regioni, sino ad arrivare alle migliori sedici squadre d’Italia che si danno appuntamento alla finale nazionale. Come avvenuto per la categoria under 17, con le finali che inizieranno tra qualche giorno a Roseto.

Un percorso lungo e faticoso per tutte le squadre: a titolo di esempio, per arrivarci la Geas Sesto San Giovanni (prima nel campionato lombardo) quest’anno ha giocato 23 partite; la Reyer Venezia, prima in Veneto, 24 partite; la prima in Sardegna (Mercede Alghero) ben 26 gare. Tutte le 38 squadre che sono arrivate nelle prime posizioni dei rispettivi campionati regionali hanno dovuto sostenere negli spareggi e nelle fasi interregionali consistenti spese per viaggi e pernottamenti.

Tutte, o quasi. Perché tra le 16 squadre che si contenderanno il titolo a Roseto ce n’è una che non ha disputato nemmeno una partita – sì, avete letto bene, nemmeno una partita – del campionato under 17 femminile. È la Magnolia Campobasso, che quest’anno ha vinto lo scudetto under 19 e che lo scorso anno aveva vinto il titolo under 17. E quest’anno punta al bis (e all’accoppiata under 17-under 19) pur non avendo giocato nemmeno una partita del campionato di categoria, a differenza delle altre partecipanti. Possibile? E perché?

Da prassi, la Fip garantisce la qualificazione diretta alle finali nazionali alla squadra che vince il campionato regionale in cui militava la vincitrice dello scudetto dell’anno precedente. È un vantaggio non da poco: permette di evitare gli spareggi e i concentramenti interregionali che scremano il numero delle squadre fino a 16 (under 15 e 17) o a 8 (under 19). Quest’anno il bonus è andato al Lazio per l’under 15, under 17 e under 19 grazie agli scudetti vinti nel 2023 dal Basket Roma, ed è andato all’Abruzzo per l’under 17, dal momento che la vincitrice del titolo 2023 – la Magnolia Campobasso, – pur essendo una squadra molisana, aveva disputato la scorsa stagione il campionato regionale abruzzese per l’under 17. Pertanto la Fip ha stabilito che la prima classificata del campionato abruzzese under 17 di quest’anno si qualifica direttamente alle finali nazionali di questa categoria.

Ma è proprio qui che il caso si fa interessante: il campionato under 17 femminile abruzzese non esiste (per i non credenti, consultare il sito Fip..). E come fa una squadra che non ha disputato nemmeno una partita di un campionato che non esiste, a qualificarsi? La spiegazione sarebbe stata questa, per trasformare l’inimmaginabile in cruda realtà: poiché tra Abruzzo e Molise c’era solo un’altra squadra under 17 (Chieti) oltre alla Magnolia Campobasso, si sarebbe deciso di ammettere entrambe le formazioni under 17 al campionato under 19 – sempre del comitato regionale abruzzese – insieme alle altre cinque squadre under 19, ed estraendo dalla classifica finale una “sotto-classifica” per l’under 17.

In sostanza, la Magnolia Campobasso under 17 disputerà le finali nazionali senza aver giocato in questa stagione neanche una gara nella sua categoria, e avendo disputato appena due gare (andata con Chieti, ritorno con Chieti) contro un’altra squadra under 17. Appena due gare, a differenza delle tante disputate da ottobre a oggi – con dispiego di energie, soldi e altro – dai club di Lombardia, Veneto, Friuli, Toscana, Emilia, Piemonte, Liguria, Campania, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna; tutte le squadre, dopo i campionati regionali, hanno infatti dovuto superare spareggi e concentramenti prima di andare a Roseto per le finali. Lì dove troveranno la Magnolia Campobasso, qualificatasi senza aver giocato neanche una partita in un campionato under 17 femminile.

Si poteva fare qualcosa di diverso? Chissà, magari forse si sarebbe potuta aggregare la Magnolia al campionato campano, in fondo per chi vive in Molise non cambia molto spostarsi in Abruzzo o in Campania per giocare. Domande, ingenue. Forse la Magnolia in Campania avrebbe potuto trovare avversarie temibili? Il presidente della Fip Abruzzo, Francesco Di Girolamo, non ha nulla da dire, e nulla ha detto al presidente federale Petrucci? Chissà. Domande in sospeso.

Resta il fatto che tra pochi giorni la Magnolia Campobasso (che ha un settore giovanile di prim’ordine e l’ha confermato anche quest’anno) potrebbe pure vincere lo scudetto under 17, premiando così gli sforzi economici della società che ha come direttore generale Rossella Ferro, che è anche consigliere federale, è nel consiglio direttivo della Lega femminile ed è anche tra gli sponsor della Lega Basket femminile con l’azienda di famiglia per la quale svolge il ruolo di responsabile marketing. Dal magico mondo della Fip è (quasi) tutto…

 

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