Var sì e Var no, il valzer di Balata e una serie B al veleno

Da tre anni il presidente della Lega annuncia la svolta epocale che però è ancora invisibile: storia di una vicenda grottesca tra ostacoli, polemiche e smentite
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Tutta colpa dei social. Mettono fretta, aumentano l’ansia da prestazione, costringono alla vetrina, inducono all’errore. Parole affrettate, gli slanci non richiesti poi si traducono in inciampi. Sarebbe meglio riflettere, pensarci un po’, evitare annunci spropositati. Magari anche astenersi da cinguettii, non è neppure primavera. No. Invece questi maledetti hastag sono come stanghette. S’infilano negli occhi. Si trasformano in paletti. Diventano travi. Costringono persino un cassazionista a scrivere, tutto attaccato. Maledetti social, cosa non si fa pur di lasciare un segno. Per lanciare un segnale. Anche nei festivi.

Sabato 27 febbraio, anno di grazia 2021: “Accelerare le riforme. Tutelare il marchio #calcioitalia#legab il veroacceleratoredelmarchiocalcioitalia”. Così cinguetta sul proprio profilo Mauro Balata, il rieletto e (ancora) sub-judice presidente della Lega B, il capo di venti società che da settimane spargono veleni e sospetti sulle direzioni arbitrali. Piangono e minacciano. Si lamentano e accusano. Paventano complotti e disegni. Insinuano favoritismi e respinte. Gol convalidati e reti annullate, mani in area e inciampi che diventano abbagli, palloni che danzano sulla linea e altri invece entrati d’un metro eppure fuori. Niente, nemmeno l’invio di fischietti di serie A è servito a cambiare spartito. Anzi, alla stecca si sono aggiunti i dossier delle società. Carte. Stracci.

Hanno torto, tutti e venti i club: meglio scriverlo subito, anche ribadirlo. E’ solo appiccicoso fango. Però, almeno una parola di conforto per le venti società di serie B andrebbe spesa. Che diamine, le promesse sono promesse. Alcune le ascoltano da anni. Due, quasi tre.

“Siamo il primo campionato di seconda divisione nel mondo ad avere la tecnologia in campo”. Era il 19 aprile del 2019, l’annuncio di Balata lasciava a bocca aperta: playoff e playout col supporto Var che poi, sempre da annuncio ufficiale, sarebbe stata introdotta per tutte le partite nella stagione seguente. Però, questa B: che organizzazione, che macchina perfetta, che orgoglio italico. Che bravo, questo Balata. “E’ una svolta storica. Epocale” diceva. Come non dargli ragione? E invece.

“Quanta fretta ma dove corri, dove vai?”. Invece bastava ascoltare “Il Gatto e la volpe”, fermarsi un attimo, ragionare. Niente, l’avvocato cassazionista va sempre troppo veloce, sempre troppo di fretta. Preferisce il ballo, alla canzone di Bennato. “La ballata di Balata” sarebbe da titolo a sei colonne, “Il valzer della Var” si candiderebbe al podio nell’imminente Festival di Sanremo. Anche sul palco dell’Ariston si respira ansia da prestazione. Da esibizione. Poi però la giuria diventa spietata. Se s’accorge che il testo non è inedito, si rischia l’eliminazione. Hai voglia di cinguettare.

“Vorrei che il nostro campionato diventasse la prima seconda divisione al mondo con questa tecnologia. Da mesi abbiamo elaborato uno studio di fattibilità e ne abbiamo commissionati altri due all’azienda che eventualmente fornirà la tecnologia per il Var. Sarà avviato un cronoprogramma: va rispettato il protocollo Ifab, serve un accordo con l’Aia, e presto ne parlerò con Nicchi, e inoltre c’è un problema relativo al numero di telecamere presenti negli stadi. La Goal Line Technology è un sistema ancora più complesso dal punto di vista strutturale rispetto al Var”. Era l’11 gennaio del 2019. Ai desideri seguirà l’annuncio epocale, quello dell’aprile 2019. A maggio si giocano i playoff, a fine giugno il playout dei veleni. Intanto si sperimenta. Si resta off-line. Intanto finisce un campionato, intanto ne è già iniziato un altro.

“E’ solo una questione di tempi burocratici, la B accresce il suo valore introducendo il VAR! Nel corso di questa stagione si svolgerà la fase di test che vedrà dai playoff/playout 19/20 e nella regular season delle successive l’utilizzo dello strumento che garantirà un maggiore prestigio al campionato cadetto”. E’ il 19 novembre del 2019. L’assemblea di B ha approvato con 19 sì su 20. “La Var è importante per una questione di trasparenza e di serenità. Con questa svolta confermiamo la nostra capacità di innovare”. E’ sempre Balata-social. Sempre a torneo iniziato. La serie B prosegue senza Var, ad agosto si giocano i playoff. Si sperimenta. Si resta off-line. Finisce anche un altro campionato, nemmeno un mese e ne è già iniziato un altro. Questo.

E’ il 5 novembre del 2020 quando l’avvocato di Calangianus finalmente (ri)annuncia. La svolta epocale. Storica. Un’altra volta. “È una decisione epocale – dice nella nota – che rende il nostro campionato ancora più moderno e in linea con le esigenze dei tifosi e dei nostri partner. Dal girone di ritorno le partite della B si giocheranno con la Var. Ringrazio i club e i miei collaboratori per il lavoro e l’impegno di questi mesi che ha superato anche gli ostacoli provocati dalla terribile pandemia a cui siamo soggetti”.

Il dado ormai è tratto, pensano tutti. Però non tutti ricordano che a Balata piace correre, pigiare il piede sull’acceleratore. I sorpassi azzardati sono rischiosi. A frenare si finisce inchiodati. “A oggi non esiste. Io non ho parlato col presidente Balata e credo che quantomeno dovremmo essere consultati, visto che chi opera la Var sono gli arbitri. Non solo, il presidente federale Gravina mi ha confermato di non essere al corrente della cosa ed è la Federazione a dover approvare una decisione di tale importanza” dirà Marcello Nicchi, appena due ore dopo a “La Gazzetta dello Sport”. Il 5 novembre del 2020 è ancora capo degli arbitri, qualcosa conta ancora. Però è novembre, è già tempo di volata elettorale: si corre in via Rossellini a Milano, si corre in via Allegri a Roma. La B ha istanze urgenti: sogna nuove entrate economiche, magari intravede una fettina dalla torta fila e fondi della Lega A, vede finalmente Var. Dopo due anni Balata annuncia, tappandosi le orecchie: cari presidenti, è arrivato il momento. Anche perché nell’aria si respirano già troppi veleni. Dopo una gara di Coppa Italia (Monza-Triestina) Galliani ha finanche sbottato. “In B non si può ormai non avere il Var o quanto meno la goal-line technology”. Qualcun altro invece interpreta come una “voglia di Var” il gesto dell’arbitro Meraviglia che in Ascoli-Reggiana richiama il monitor dopo la segnalazione di un fuorigioco dall’assistente che annulla una rete al 93’. Balata il 5 novembre del 2020 ne è certo. La B avrà la Var, gli basta render noto che Filippo Merchiori, ex arbitro e project manager per la Var in B “ha relazionato le società sulla prosecuzione della formazione arbitrale” per dare la certezza. E poi sono quasi due anni che il progetto va avanti. Consulenze, spese: si chiamano investimenti. C’è da render conto ai club, c’è da presentare il conto. Le parole di Nicchi? Boh. Gravina non ne sa nulla? Boh.

Quando il nastro va troppo veloce, esce dalla bobina. A riavvolgerlo ne viene un disastro. O si spezza o diventa cantilena. A mo’ di esempio.

Il 17 novembre del 2020, ai microfoni di TeleNuovo, nel corso della trasmissione Supermercato: “Ho sentito cifre assurde ed errate su varie testate. Se dovessimo applicare il Var dal girone di ritorno, avrebbe un costo di 75.000 euro per ogni società e 135.000 euro su un intero anno. Ovviamente ci sono ancora delle riflessioni in corso con Figc e Aia, perché le tariffe che ci hanno proposto fino ad ora sono le stesse che applicano alle società di A e questo non lo trovo per nulla corretto. Questo noi lo abbiamo già fatto presente all’Aia e dovremmo riuscire ad ottenere uno sconto. Noi come Lega B abbiamo avuto l’ok per l’introduzione del Var dal presidente Gravina già il 3 novembre 2019. Durante questa estate, in agosto avevamo ottenuto anche l’ok del presidente dell’Aia, Nicchi. Negli ultimi mesi però c’è stata una frenata da parte loro, ma attendiamo fiduciosi l’inizio del nuovo anno per la realizzazione di questo importante progetto per la B”. A gennaio viene rieletto da remoto, modalità contestata e oggetto di ricorsi ancora pendenti. Pende ancora anche il progetto Var, però. Sorrisi e auspici, nel primo nuovo giorno da presidente. “Lavorerò con impegno e abnegazione per portare a termine i nostri progetti e la nostra mission”. Lo ripete anche nell’ultimo consiglio federale, a fine gennaio.

Lo ribadisce ancora l’8 febbraio, intervistato dal Giornale di Vicenza: “Molto dipenderà dalla pandemia in atto e dall’Associazione arbitri. Fosse dipeso da me il VAR sarebbe dovuto partire già da quest’anno, ho lottato molto per averlo perché ci credo. La Figc è stata subito al nostro fianco e abbiamo anche le autorizzazioni delle istituzioni a livello internazionale. Il problema è avere un numero adeguato di persone idonee a gestire questo strumento, persone che deve mettere a disposizione e formare l’Aia”. Lo ripete l’11 febbraio, nel corso dell’assemblea di B in video-conferenza. Intanto gli arbitri eleggono un nuovo presidente, e lui non perde tempo. Il 16 febbraio corre. Accorre. Scrive, a Trentalange: “La mancata adozione della Var ha creato un grave vulnus che va immediatamente risolto per dare ancora maggiore credibilità al campionato. Dopo tre stagioni di sacrifici, di forti investimenti e dopo avere avuto il pieno appoggio e riconoscimenti dalla Federazione, ci aspettiamo un deciso cambio di passo e siamo certi che il presidente Trentalange saprà intervenire con determinazione e chiarezza su ogni aspetto che genera continue polemiche e che sta creando grandi e gravi problemi e imbarazzo”. Gravi problemi e imbarazzo, la questione è seria. Meglio ribadirlo. Un’altra volta.

Il 22 febbraio è il giorno delle elezioni in Figc. Dal palco dell’Astoria alza la voce. Si fa sentire, tutti devono ascoltare. Gli arbitri, la pandemia: quanti nemici ha questa Var in B. Abbassa la mascherina e al microfono (ri)dice. “Ci siamo battuti per cercare di partire già da questo campionato. La B ha bisogno della Var. Se non lo abbiamo ottenuta non è certo per nostra responsabilità ma per una serie di motivi per cui non sono state formate le figure necessarie a utilizzare la tecnologia. Sono certo che non avremo ulteriori ritardi, lo devo alle società e ai nostri meravigliosi tifosi. Questo ritardo crea gravi problemi e imbarazzo”. Vero. Problemi e imbarazzo. Non dirlo all’uccellino che cinguetta.

“Tutelare il marchio #calcioitalia#legab il veroacceleratoredelmarchiocalcioitalia”. E’ un tweet troppo lungo. Stona il tutto attaccato. Sui social basta una parola. Imbarazzante, magari.

Castelli di sabbia, 28.

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