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Petrucci: rincorsa elettorale tra basket, calcio e denunce. Bocciata al Coni la linea anti Abodi, l’opposizione cresce e sceglie il candidato

La nomina a vice presidente della Salernitana mentre è in corsa per il quarto mandato di fila alla Fip e la minaccia di querele. Il silenzio in Commissione, il no in Giunta. E il fronte avverso dei comitati regionali si compatta

Ma vuoi vedere che porta anche male?”. Tra i tifosi della Salernitana, all’inizio entusiasti della scelta fatta dal club come fosse un disegno di grandezza immaginando chissà quali scenari pur se ignari degli ultra ventennali risultati nel mondo dei cesti, i gesti scaramantici ormai pare si sprechino. Gesti accompagnati poi da una domanda, sempre più asfissiante: “Ma vuoi vedere che porta anche male”? In fondo l’inesorabile declino di squadra e società è iniziato da quando il presidente della Federbasket Gianni Petrucci è entrato (giugno 2023, serie A finita e salvezza ottenuta) nel consiglio d’amministrazione del club pur senza ricoprire un ruolo attivo. Nelle ultime partite poi (Juve, Napoli, Genoa) il risultato è sempre stato lo stesso. Petrucci al seguito della Salernitana in casa e fuori. In primo piano, sempre accanto al presidente Danilo Iervolino in tribuna: Salernitana però sempre ribaltata e sconfitta, sempre più ultima, con un piede e mezzo in B. Stranezza del fato, la Salernitana con Petrucci in tribuna ha battuto solo la Lazio, la squadra cioè di cui è accanito tifoso, una passione ovviamente accantonata quando nel ‘91 per soli sei mesi fu vice presidente esecutivo della Roma.

Incredulità e curiosità hanno invaso invece il mondo del basket quando una settimana fa, all’indomani del violento attacco di Iervolino al settore arbitrale calcistico e al designatore Rocchi pupillo del presidente Figc (in estate, in un convegno de “L’Espresso” all’epoca ancora di proprietà dell’imprenditore di Palma Campania nel ritiro della Salernitana a Rivisondoli, Petrucci e Gravina erano amabilmente seduti accanto) è arrivata la pomposa nomina (”L’U.S. Salernitana 1919 è lieta e onorata di comunicare che ha deliberato la nomina del dottor Gianni Petrucci quale vicepresidente della Salernitana con delega ai rapporti istituzionali in funzione della sua grande esperienza e prestigio personale. Gianni Petrucci nella sua carriera sportiva è stato segretario generale della Figc, vicepresidente esecutivo della Roma, presidente del Coni per quattro mandati consecutivi, commissario straordinario della Figc, è attualmente presidente della Federazione Italiana Pallacanestro e ha ricevuto dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana”) come vice-presidente della Salernitana con delega ai rapporti istituzionali. Un’investitura commentata così dal 78enne Petrucci: «Poter ricoprire questa carica è un’ulteriore soddisfazione nella mia vita. Sono entrato giovane nella Lega Calcio a Milano e oggi sono emozionato come allora perché essere alla Salernitana è un onore. Questa è una grande società e sono convinto nella salvezza; abbiamo tutte le possibilità per salvarci, la squadra sta dimostrando carattere e le ultime partite sono state perse nei minuti di recupero. Ringrazio il presidente Iervolino, uno dei presidenti più rilevanti del calcio italiano, che sta portando novità importanti che saranno discusse presto e che ha intrapreso una politica nuova in questo mondo. Forza Salernitana». Nomina che sulla stampa cartacea ha trovato rilievo con una serie di brevi (qualcuna però immaginifica) mentre nella rassegna stampa della Federbasket le prime venti notizie erano tutte sulla nomina di Petrucci e nessuna sulla pallacanestro… Che dire? Nulla.

Di traverso a Petrucci sarà forse andata anche la lettura dell’intervista all’ex patron di Varese Toto Bulgheroni su “Il Corriere della Sera”, quotidiano nella cui redazione sportiva pare s’annidi qualche fervente simpatizzante di Petrucci. Nell’intervista s’è preso atto di un’attualità (un’opposizione che punta al soglio presidenziale) che invece Petrucci fa finta non esista. E così, al “Bulgheroni, attorno a Petrucci si è anche formato il dissenso”, la risposta è stata: «Quelli contro ci sono sempre stati: Gianni De Michelis fu eletto presidente della Lega per un voto. Poi ha fatto il bene del basket per 10 anni. Ci sono criticità, una fra tutte, l’ho detto a Petrucci: la giustizia sportiva. È un problema generale dello sport, servono meccanismi più rapidi».

Intanto nel mondo del basket (e dello sport italiano), già attraversato da mesi da una domanda – possibile che il presidente di una federazione, per giunta di uno sport professionistico come il calcio, sieda nel cda di un club calcistico di A? – si è così aggiunto un ulteriore, stringente, dilemma: cosa significa questa nomina considerato che Petrucci è in corsa per il quarto mandato di fila alla Fip e che per giunta continua a dichiarare di non avere nemmeno un contendente? Per la soluzione del dilemma, ancora irrisolto, ci sarebbero alcune versioni. Se è chiaro l’intento politico-sportivo scelto da Iervolino non è (ancora) ben chiaro invece il motivo del perché Petrucci abbia accettato il ruolo mentre corre e s’affanna nell’Italia dei cesti per strappare consensi e sgomberare il campo da rivali. L’ha fatto per recuperare visibilità e appeal dopo settimane affilate nelle quali stanno emergendo dissensi, spifferi velenosi e scelte federal-presidenziali quantomeno controverse? O ha accettato perché sta rendendosi conto che la via per il quarto mandato di fila sia lastricata di vetri, cocci e soprattutto di un fronte avversario che va sempre più compattandosi? Le due domande rimbalzano rumorose e affilate anche nel mondo dello sport italiano, quello che staziona ai piani alti. Cosa ne pensa il presidente Coni Giovanni Malagò? E cosa ne pensa il ministro dello Sport Andrea Abodi?

Al dilemma s’è aggiunto poi lo sbigottimento e lo stupore seguiti alla decisione di Petrucci di andare all’attacco indistinto con una nota Fip. “Il presidente federale Gianni Petrucci rende noto di aver dato mandato, in data odierna, ai legali di fiducia al fine di perseguire nelle opportune sedi, penali e civili, i responsabili di scritti anonimi a contenuto diffamatorio divulgati in questi giorni. Nonché anche quegli organi di informazione che, avendo pubblicato nel recente periodo un rilevante numero di notizie infondate, pretestuose e strumentali, hanno ingenerato complessivamente nel pubblico dei destinatari erronee convinzioni circa le modalità di conduzione e gestione delle attività federali, arrecando alla Federazione e alla persona del suo legale rappresentante gravi lesioni della propria immagine ed onorabilità”. Una decisione che forse dimostra come Petrucci senta franare il terreno sotto i propri piedi, che veda come la propria monarchia nel basket sia agli sgoccioli? Chissà.

Di certo fa specie che scelga la strada dell’attacco anche per fatti comprovati e dopo aver detto, appena due giorni prima in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”, a proposito d’insulti e denunce anonime. «Ho una malattia: mi diverto a prendere insulti social quando mi ricandido. Perciò lo rifarò. Il mio mandato scade nel 2025. Arriverò al 2029 troppo vecchio? I limiti di un mandato dovrebbe stabilirli solo l’Onnipotente, non gli umani». In attesa di sapere cosa ne pensi l’Onnipotente, l’onnipotente presidente federale e ora anche vice-presidente della Salernitana con delega ai rapporti istituzionali pare abbia deciso di scegliere la via della denuncia (o la minaccia di denuncia) dopo essersi consultato con l’ufficio legale del Coni perché alcune lettere (anonime, secondo Petrucci diffamatorie) sarebbero state inviate anche all’indirizzo di qualificate istituzioni sportive. Alla richiesta di spiegazioni, sarebbe arrivata loro la rassicurazione che si tratta soltanto di falsità. Quindi per questo Petrucci avrebbe deciso di adire (o annunciare) il ricorso alle vie legali.

Nessuna parola ha però pronunciato il presidente Fip una settimana fa, nel corso della riunione della Commissione Coni sui principi, commissione che deve appunto approvare gli adeguamenti agli statuti federali anche in ottica della nuova tornata elettorale. Presente alla riunione, pare che Petrucci abbia lasciato la parola al segretario generale Maurizio Bertea il quale, a nome della Fip, s’è dichiarato d’accordo ad esempio sulla scelta di considerare non valide ai fini del computo elettorale soltanto le schede nulle e non anche quelle bianche. Una linea un po’ diversa da quella che Petrucci pare avesse portato sul tavolo dell’ultimo consiglio federale Fip nel quale sarebbe invece passata una bozza che definiva come non computabili le schede bianche ma anche quelle nulle. Un dettaglio importante, decisivo ai fini elettorali.

Perché Petrucci (e naturalmente anche gli altri presidenti federali che puntano al quarto mandato di fila) per essere rieletto ha bisogno del 66,6% dei voti validi: anche con un voto in meno non potrebbe nemmeno più candidarsi alla successiva e obbligata assemblea elettorale. Dovrebbe abbandonare il campo.

Sul campo Petrucci pensa sempre di non avere rivali, almeno al momento: in questi mesi lo descrivono come, nei colloqui con potenziali elettori nei quali si discute di nomine e scelte, tenda a escludere qualsiasi ipotesi di confronto elettorale e che se pur ci fosse qualche “nome” avverso, sarebbe pur sempre un figlio suo…

In quest’altalena di voci, se ne aggiunge poi un’altra. Nell’ultima riunione (sempre una settimana fa) di Giunta Coni ha partecipato per pochi minuti, poi è andato via dopo aver preso atto che non era stata accettata la sua linea, quella cioè di non inviare la bozza di riforma dei principi ad Abodi in attesa di ricevere dal ministro eventuali suoi rilievi e suggerimenti. Ha preso atto che la sua linea non è passata e ha poi lasciato la riunione: l’originale pensiero pare fosse fare approvare i principi dal Consiglio Nazionale senza presentarli prima al ministro dello Sport. In Giunta è invece passata la linea più morbida, la linea del dialogo con ministro: dialogo che però chissà se reggerà. Perché al momento Malagò spera sempre in un emendamento nel “Decreto Milleproroghe” che dia il via libera anche al suo quarto mandato al Coni: se non arrivasse, potrebbe aprirsi una nuova tempesta.

Tornando ai principi delle federazioni sportive: è passata una posizione più morbida e istituzionale rispetto a quella che suggeriva di andare avanti senza tentennamenti, senza condizionamenti e suggerimenti ministeriali. Abodi avrà apprezzato? Il ministro guarda con grande interesse a queste modifiche perché punta su una larga e democratica partecipazione (e su modalità trasparenti) all’iter elettorale in tutte le federazioni; soprattutto osserva attentamente tutto quanto sta accadendo in quelle che hanno presidenti in carica da tre mandati di fila e che puntano a restare ancora in sella. Dunque un’attenta valutazione anche sulle modalità per ottenere il requisito di presentazione alla carica federale, e anche sui voti da considerare (nella Fip un candidato presidente deve essere presentato da almeno 20 società e 40 tra atleti e tecnici).

Lo scenario elettorale sta quindi diventando una sorta di risiko per Petrucci. Che intanto finge disincanto e che spazza ogni possibile ipotesi di alternativa. Eppure non passa giorno che non cerchi di scoprire le carte del fronte avverso. Fronte avverso che intanto si muove. Deciso e compatto. Tiene ancora nascoste le carte, è pronto a metterle sul tavolo al momento opportuno. E il momento pare avvicinarsi. Dopo il prossimo consiglio federale e dopo la Consulta delle Regioni (appuntamenti a Roma nella prima decade di febbraio) e nei mesi a venire potrebbe delinearsi meglio lo scenario anti-Petrucci. Il nome per ora ancora non spunta. Di certo c’è però che un asse, forte, solido, compatto, si sta muovendo con decisione e fermezza, sordo a sirene e intrecci. Al blocco delle regioni forti (in termini di peso elettorale) Lombardia-Veneto si è aggiunto il Lazio mentre la Sicilia resta alla finestra: già così la rielezione di Petrucci diventerebbe salita impervia. Alle quattro regioni potrebbero poi anche aggiungersene altre: una pare abbia scelto in questi giorni dove far pendere l’ago della bilancia. Se così fosse, Petrucci uscirebbe prima di scena evitando una sconfitta clamorosa per dedicarsi solo compiutamente al calcio e alla Salernitana?

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