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Basket, la calda estate di Petrucci tra nascondino e belle statuine. Il nodo Pozzecco e le pedine Datome, Lamonica e Lega A

Il presidente Fip diserta la Giunta Nazionale Coni: assenza rumorosa alla presentazione del libro di Pescante. Due anni fa strali alla Lega di Gandini, ora il cambio in ottica elettorale
Gianni Petrucci con Diletta Leotta e il ministro Abodi

I fallimenti della Nazionale, l’inesorabile decadimento del movimento cestistico tricolore, il prolungamento dell’incarico a Pozzecco, il contratto con Master Group Sport, i rapporti con le leghe, lo stato comatoso del movimento femminile, la grana arbitrale e le inibizioni per note spese gonfiate, i segnali controversi del Palazzo (sportivo e politico): sono tanti i fronti aperti per il 79enne imperatore del basket italiano Gianni Petrucci, in sella ormai dai tempi delle guerre puniche o giù di lì, che però ha in testa soltanto una idea meravigliosa: conquistare il quarto mandato (consecutivo) di presidente della Fip in occasione delle elezioni del 21 dicembre prossimo.

Rientrato dai Caraibi con una sacca vuota e bucata (certo, potrà sempre riempirla ricordando come la sua Nazionale abbia rifilato 61 punti di scarto al Bahrain infilandola come tra le vittorie più larghe della storia azzurra…) il presidente della Federbasket Gianni Petrucci si è subito asserragliato dentro il proprio fortino, isolandosi dalla tempesta (!?) e pianificando il nuovo assalto, come somigliasse, e non soltanto per la statura, a Napoleone dopo la disfatta di Waterloo. S’è così prima chiuso nel quasi silenzio, affidandosi alla consueta velina cartacea con una frase cult, «nella vita c’è sempre un secondo tempo», motto che però nel suo caso specifico pare invece vada ben oltre i supplementari e i calci di rigore a oltranza, visto che tira le cuoia del pallone da basket azzurro sin dall’anno di grazia 1992. Poi ha mandato avanti il suo nuovo alfiere, Gigi Datome, congedato da Ettore Messina e Milano (che abbiano pesato i consigli dati, con Melli, a Shields sul cambio procuratore…?), due mesi fa investito del ruolo di capo delegazione e coordinatore delle nazionali azzurre dopo aver accompagnato sull’uscio Trainotti mantenuto in Fip part-time («Salvatore andrà a lavorare, e guadagnare tanto, in un club», così a maggio in consiglio federale) ma rispolverato adesso dalla manica pur se Petrucci pare abbia promesso – sarà strategia elettorale anche questa? – a Faraoni, presidente del Comitato Toscana e segretario generale Lnp, un ruolo di affiancamento con l’ex capitano azzurro. Il quale, in un’intervista rilasciata a “Tuttosport”, ha più volte tentato di sganciare una bomba da tre senza però mai bucare la retina: il concetto più memorabile è stato infatti «l’importante è che i ragazzi giochino il più alto numero possibile di partite ad alto livello nelle giovanili e poi abbiano uno sbocco senior», frase davanti alla quale La Palice farebbe un inchino…

Assenze rumorose. Inchinandosi invece al diplomatico consiglioquando c’è tempesta meglio barricarsi in casa e aprire l’ombrello”, Gianni Petrucci ha seguito alla lettera lo spartito. Al solito loquace e presenzialista, ha invece disertato giovedì scorso la riunione della Giunta Nazionale Coni: nemmeno un collegamento video, mentre aveva invece seguito le fasi del Consiglio Nazionale, in collegamento ma senza mostrarsi in video né intervenire. Ancor più vistosa (e rumorosa) la sua assenza alla presentazione del libro di Mario Pescante sulle Olimpiadi. Per l’occasione c’erano tutti i vertici dello sport nazionale al Salone d’Onore del Coni, c’era anche Gianni Letta, c’erano naturalmente tutti gli ex presidenti Coni ancora in vita e c’era naturalmente quello attuale, Giovanni Malagò. Nell’occasione intervistato dall’ex antagonista Antonella Bellutti per il quotidiano “Il Domani”, il numero uno del Comitato Olimpico aveva detto, accomunando alla delusione calcistica quella cestistica: «Nella qualificazione della pallacanestro ci speravo proprio: è vero che giocare un torneo preolimpico è sempre una grande incertezza, ma Lituania e Portorico erano avversarie scomode, non impossibili. Calcio e basket: anche col movimento femminile non siamo competitivi, devo invece dare atto come grazie alla pallanuoto e pallavolo siamo leader», pensiero racchiuso nel titolo “Calcio e basket: le delusioni olimpiche, l’Italia impari a lavorare di squadra”.. Dopo la sonora legnata, due giorni dopo ecco però il mutuo soccorso, dettato con una frase battuta dall’Ansa. «Con Gianni Petrucci ci conosciamo da una vita, è sempre stato clamorosamente rispettoso e ha sempre coinvolto il Coni nelle scelte dell’allenatore della Nazionale. Personalmente stra-condivido la scelta di continuare con Pozzecco. Mi risulta che il ct sia assolutamente benvoluto dai giocatori. Il gruppo, inoltre, mi dicono essere compatto».

Il contratto di Pozzecco e quello con Master Group. La frase del presidente Coni va però contestualizzata e spiegata. Non è solo garbo istituzionale ma è proprio una procedura prevista: la federazione di riferimento deve informare e mettere al corrente il Coni sulle nomine e i contratti dei commissari tecnici impegnati nel quadriennio olimpico. Ecco dunque come quel «clamorosamente rispettoso» pronunciato da Malagò si spieghi in riferimento all’annuncio dato da Petrucci di voler rinnovare il contratto del ct Pozzecco (in un’intervista oggi a Tuttosport il ct ha detto: «C’è bisogno di un cambiamento culturale»…e poi, a proposito dei giocatori dell’uner 17 freschi vice-campioni iridati «non possiamo far finta che non sia un problema come saranno impiegati in futuro» concordando così in pieno con quanto scritto sette giorni fa, leggi qui), contratto che era stato trasformato in part-time dopo la firma col Villeurbanne (divorzio fulmineo coi francesi), contratto le cui cifre sono rimaste sempre un po’ ballerine tra decurtazione e adeguamento, contratto per giunta in scadenza ad agosto, cioè tra un mese. Pur se alla Nazionale continui ad essere accostato ad esempio il profilo di Djordievic, Pozzecco dunque dovrebbe rinnovare il vincolo per un periodo temporale che va però ben oltre la scadenza del mandato federale di Petrucci: le elezioni per la presidenza Fip si terranno a fine dicembre e, come è noto, per ottenere il via libera al suo quarto mandato di fila Petrucci deve non solo battere l’agguerrita concorrenza dell’avvocato Guido Valori che ha il sostegno di tre comitati decisivi (Lombardia, Veneto, Lazio), ma soprattutto deve ottenere il 66,6% più uno dei voti validi nell’assemblea elettiva. Strappare almeno 73 voti non pare impresa facilissima, anzi: se non dovesse farcela, Petrucci non potrebbe più candidarsi anche nel caso in cui il rivale Valori non ottenesse il 50% più uno dei voti validi. In questo caso si andrebbe a nuove elezioni, con il gentile cadeau riservato a Petrucci (e tutti gli altri presidenti federali che corrono oltre il terzo mandato) di poter restare in carica fino a nuove elezioni, gestendo così la delicata nuova fase elettorale. L’ipotesi di emendare in Parlamento questa possibilità, contenuta nel decreto presentato a fine maggio dal ministro Abodi, si è dissolta tra il silenzio e logiche di potere: ognuno sta pensando alla propria bottega. Certo però appare strano che questa possibilità sia offerta ai presidenti federali in carica da decenni e non al presidente del Coni Malagò il cui mandato – anche per lui siamo già al terzo, scade a metà del 2025. Stranezze italiche…

A proposito di stranezze: se dunque Pozzecco allungasse il contratto e se Petrucci non venisse eletto, il nuovo presidente Fip e il nuovo consiglio federale si troverebbero con un commissario tecnico che non hanno scelto, come sarebbe invece loro diritto. A proposito poi di contratti (c’è da ufficializzare anche il rinnovo con il commissioner Lamonica mentre nel sistema arbitrale è bufera) e di trasparenza, nel caso tornerebbe a galla anche il contratto come advisor che la Fip di Petrucci ha stipulato addirittura oltre un anno fa, con la “Master Group Sport”; contratto prolungato fino al 2026 e sulle cui cifre pare non ci sia piena contezza da parte di tutti?

Master Group Sport ha come amministratore delegato Giovanni Carnevali che è anche il plenipotenziario del Sassuolo. Sassuolo calcisticamente retrocesso in serie B come è mestamente retrocessa la Salernitana, negli ultimi mesi rappresentata in Lega Calcio indovinate da chi? Ma da Gianni Petrucci, nominato vice-presidente esecutivo del club calcistico da gennaio. Carnevali continuerà a rappresentare il Sassuolo anche in Lega serie B, difficilmente potrà farlo invece Petrucci: un po’ perché è una vetrina di scarsa visibilità ma soprattutto perché il presidente Iervolino ha deciso di mollare la barca granata. Aveva in passato pensato a nominare Petrucci presidente, eppure pare che nel mutato scenario pallonaro granata anche il presidente della Federbasket possa uscire di scena: la Lega serie B si rassegnerà a fare a meno di un dirigente di tale competenza sportiva e manageriale?

Qual è il vero pensiero di Petrucci? Le ultime due domande fanno da apripista a un altro quesito. Cosa pensa Petrucci delle Leghe, qual è il suo pensiero sui rapporti tra federazioni e associazioni dei club? «Giovanni Malagò si dispiacerà, ma io sono favorevole all’autonomia delle Leghe. Ogni momento storico porta cambiamenti, forse ci siamo. Se le Leghe maggiori di calcio e basket avessero maggiori poteri non ci vedrei nulla di male, sono quelle che hanno maggiore visibilità e maggiore impatto economico»: così il “Petrucci 2” nell’intervista pubblicata dal “Corriere dello Sport” venerdì scorso. Venerdì 12 luglio 2024. Grazie a Dio e alla memoria, c’è però anche un “Petrucci 1” che, a proposito del rapporto tra federazioni e leghe, in un’intervista rilasciata meno di due anni fa (29 dicembre 2022) sempre al “Corriere dello Sport” tuonava così: «Desidero precisare che la Federazione è la titolare di tutta l’attività sportiva. La Legabasket non è come la Lega Calcio, che è organo. Le nostre leghe agiscono su delega della Fip, la quale provvede ad affiliazioni, iscrizioni, giustizia sportiva e controllo Comtec. La Lega ha il compito di comunicazione solo per i diritti tv di serie A. Nasce per produrre ricchezza: l’ha prodotta? Non voglio valutare le scelte adottate, ma esprimo perplessità per i risultati conseguiti. Mi riferisco all’immagine del nostro campionato, che appunto non produce ricchezza. C’è scontentezza (si riferisce ai club) in merito. Lo spazio sui giornali: la pallavolo ha la stessa attenzione del basket, a volte anche di più… Ma non voglio fare paragoni con il volley. Nell’ultimo Consiglio Federale ho anticipato che la convenzione con la LBA avrà dei cambiamenti, visto che sarà marcata maggiormente la presenza della titolare del campionato, ovvero la Federazione. Interverremo su tutto ciò che riguarda i nostri compiti. Investiremo sulla comunicazione: la Lega ha solo i diritti televisivi, tutto il resto è della Fip. Le avevamo lasciato altre funzioni, adesso ce le riprenderemo. Nel calcio, oltre ad essere organo, la Lega organizza anche una parte della giustizia sportiva e un campionato primavera, cosa che nella pallacanestro non avviene. Poiché i risultati che si sperava ottenere non sono stati raggiunti, già in questa stagione ci sarà una maggiore presenza del marchio FIP sul campionato. E visto che la convenzione con la LBA è già scaduta, dalla prossima annata faremo in modo di far sapere ufficialmente che il campionato è della Federazione, riprendendoci una parte dei compiti». Una sonora legnata alla Lega basket serie A e al suo presidente Umberto Gandini, dopo la quale non è avvenuto un bel nulla, anzi. Anzi, da mesi Petrucci ha iniziato a incensare e lodare non solo Gandini, ma tutti i presidenti delle varie Leghe (Lnp, femminile etc. etc). Basterebbe riascoltare gli ultimi due consigli federali. La domanda però è: qual è il pensiero di Petrucci, e perché Petrucci cambia continuamente pensiero? Petrucci è quello di fine 2022 o quello di luglio 2024? Le risposte sono rimesse ai lettori, al mondo dei cesti, a quello delle istituzioni sportive…

L’assemblea di Lega A. Mercoledì è intanto previsto il nuovo consiglio federale. Oggi invece è prevista l’assemblea della Lega Basket serie A. Gandini dirà qualcosa, i presidenti interverranno sulla crisi della Nazionale e avanzeranno proposte? Chissà, in attesa intanto si può dire come le parole di Petrucci (quelle di fine 2022) siano un po’ ingenerose e non tutte rispondenti al vero. Se negli ultimi due anni la Fip e le nazionali maggiori non hanno ottenuto alcun risultato, almeno la Lega A può dire di aver incrementato il proprio prodotto. L’assemblea sarà in gran parte dedicata a ratificare la permanenza e l’ammissione delle società aventi diritto: problemi non ce ne sono. Quanto ad alcune voci. Il pubblico medio a partita dell’ultima regular season ha superato quota 4mila (4.109, in aumento del 9.2% rispetto alla scorsa stagione), valori che non si registravano dagli anni d’oro del nostro basket, esattamente dal 1991-92. Quanto all’appeal televisivo: l’ultimo bando assegnato a Eleven (poi ereditato da Dazn) e Warner Bros Discovery (Eurosport, Dmax e Nove) ha portato nel triennio che scade alla fine della stagione 2024-25 una cifra superiore ai 10 milioni di euro (pay e free) in aumento rispetto al bando precedente. Sull’adeguatezza degli impianti, Gandini un po’ come l’omologo del calcio Casini, ha sottolineato come su questo aspetto ci sia la necessità di un intervento governativo: la maggior parte degli impianti sono di proprietà comunale e risalgono agli anni ’80. Nella gestione Gandini, a parte la rinuncia (annunciata) della Virtus Roma nel dicembre 2020 e quella di Pistoia che nel 2021 chiese di ripartire dall’A/2, non vi sono state rinunce come accaduto nel passato, nè cancellazioni o mancate iscrizioni, segno almeno che il movimento di vertice sta cercando di essere il più “sano” possibile e di non fare il passo più lungo della gamba.

Forse qualche parola in più Petrucci avrebbe potuto dirla a proposito della LBF, la Lega Femminile, a parte fare gli auguri dal sito Fip al presidente Protani per essere diventato nonno, e più in generale sull’intero movimento del basket rosa, che versa in uno stato imbarazzante. Non bastano episodici spiragli di luce, come la medaglia di bronzo conquistata ieri in Lituania dalla nazionale Under 20, per invertire il trend di un movimento in sofferenza sin dalla base, dove il confronto con le tesserate della pallavolo dovrebbe far vergognare chi continua a cianciare di “rilancio del basket femminile”; e su per i rami sino al vertice, dove ben tre squadre aventi diritto a disputare la serie A1 hanno dato forfait, e non risulta che ci sia la fila davanti al citofono di Lungotevere Flaminio, sede della LBF, per prendere il loro posto, col rischio concreto che il prossimo massimo campionato, previsto a 14, si riduca a 11 squadre. Avete sentito per caso Petrucci lamentarsi di tutto ciò, fare fuoco e fiamme, investire tempo e risorse federali in un progetto serio di rilancio di un movimento che, come insegna il “caso” Caitlin Clark nella Wnba, ha potenzialità tutte da scoprire? Noi no, in compenso abbiamo letto, come tutti, il comunicato del 17 giugno scorso con il quale il Consiglio Direttivo della Lega Basket femminile “ha confermato ancora una volta fermamente e all’unanimità il proprio appoggio nei confronti del presidente Fip Giovanni Petrucci”; comunicato che prosegue poi, con coraggio (!!!), sottolineando che “la pallacanestro femminile ha intrapreso negli ultimi anni un importante processo di crescita e visibilità, con un lavoro costante da parte di tutte le componenti e una progettualità frutto della preziosa collaborazione tra LBF e FIP”. Tutto chiaro, no? A dicembre si vota, e valvassori e valvassini sono già sull’attenti.

Per restare alla battaglia elettorale e alla Lega serie A maschile, pare che Petrucci abbia telefonato anche in questi ultimi giorni a diversi presidenti di società di serie A provando a convincerli: “Ora ci sarà una scossa che risolleverà l’intero movimento”. Intanto Brescia e Bologna rivedono al ribasso il budget mentre i vertici della LBA si tengono per ora distanti dalla contesa Petrucci-Valori (anche l’avvocato romano ha intessuto importanti relazioni con alcuni presidenti, proprietari o ad): il voto nell’urna spetterà ai 16 delegati, senza alcuna indicazione, senza alcuna fuga in avanti. Questo almeno trapela…

Petrucci e il consiglio rivoluzionario. Corre invece Petrucci. Mentre la Nazionale affondava in Porto Rico, ha ripreso anche a correre. L’ha detto proprio lui sempre nell’intervista al “Corriere dello sport” di venerdì scorso, «ora sto bene di salute, nei giorni del preolimpico sono anche andato a correre». Nel corso del consiglio federale parleranno Datome, Pozzecco, Trainotti, Casarin: sembra già quasi di sentirlo e leggerlo, il copione. Andranno avanti loro, con le proposte, i progetti, i proclami, i rilanci. Petrucci plaudirà, acconsentirà, approverà. Passerà così il concetto che il consiglio federale Fip sia espressione partecipativa, libera, autonoma, compatta, che il quadro del basket tricolore sia pieno di colori, successi e futuro, e che il contorno dipinto dagli altri invece sia quello solito, quello cioè «pieno di insulti, ma io ci sguazzo in queste cose. Penso alla tristezza di quando mi ignoreranno perché vorrà dire che sono finito». In fondo tutti i suoi pensieri sono proiettati solo al 21 dicembre, quando si terranno all’Olimpico le elezioni federali. Da vent’anni il basket italiano non ha mai invertito rotta, e sul ponte di comando, dopo l’ennesima Waterloo, confida di starci ancora e solo lui. Fa niente se abbia cambiato un’altra volta pensiero. «Non sono d’accordo sulla legge ma chiarisco: in ogni caso non mi ricandiderò per il quarto mandato alla Fip, ho altre proposte interessanti per il futuro». Parole del 17 gennaio 2023. Dopodomani invece ripeterà in consiglio federale: «Siamo in buona compagnia, tante nazionali non sono andate all’Olimpiade, il movimento è sano e lo dimostra la nazionale under 17, e poi negli ultimi anni abbiamo ottenuto due qualificazioni mondiali e una olimpica, i risultati non sono disastrosi come qualcuno vuol far credere e il mio programma rilancerà il basket italiano». Auguri, e cin-cin: il 19 luglio Petrucci soffierà su 79 candeline…

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