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Salernitana all’Allianz, tra petto gonfio e fischi sballati

Straripante, come le percussioni di Mazzocchi che salta avversari, semina pericoli, sparge affondi come fossero uppercut da ko sopra un ring. Sinuosa come Dia, che con i cambi di passo, le sponde e gli appoggi manda in bambola la Vecchia Signora, un serpente velenoso che non si riesce mai a prendere. Sfrontata e splendente nel primo tempo, che domina e governa sgasando e rientrando, coprendo e assaltando.

Salda nei nervi e nell’assetto nella ripresa, senza mai perdere la testa e l’ardore di disegnare calcio, nemmeno quando Bremer sembra scuotere la Juventus, invece implacabilmente soggiogata e sorpresa dalla tenuta tattica e mentale dell’avversario. Che non si arrocca, che non arretra, che anzi cambia due attaccanti per dare nuova linfa alla manovra, che non smette mai di correre e di pensare, di palleggiare, pressare pungere. Semplice eppure efficace. A testa alta, col petto gonfio. Pur quando arriva il pareggio su rigore che pare l’epilogo della sfida, il tramonto delle speranze di vittoria meritatamente conquistata sul campo. Un pareggio che resta impresso, come il confuso e pasticciato finale (arbitro inadeguato), tra gol convalidato a Milik e poi annullato, zuffe sul campo e cartellini rossi che piovono come fosse grandine.

A testa alta. Col petto gonfio. Più bella del risultato, più forte della sorte. Ma che Salernitana!!!

 

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