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Gravina e il nuovo valzer in Figc: l’ascesa di Viglione e tre vice-segretari. Cambi nelle segreterie della giustizia

Diramato il nuovo ordine di servizio, in via Allegri malumori e veleni. Il ruolo di Brunelli da bodyguard. Spacchettamento affidato a Di Sebastiano, Gioia e Valentini. I controlli a Cafferata

Un nuovo valzer: poltrone, nomine, mansioni. Un’altra girandola: spostamenti, cambiamenti, promozioni e bocciature. Un altro ordine di servizio, non il primo da quando è presidente federale: non sono nemmeno quattro anni. Il palazzo in via Allegri sembra sempre più un fortino dentro il quale Gabriele Gravina si blinda e si rilancia mentre il pallone italiano continua a rotolare verso il precipizio e mentre vicende (vecchie e nuove) continuano a scivolare nel fango. Il palazzo di via Allegri attraversato da nuovi venti velenosi, gli spifferi e i malumori sempre più diffusi all’interno mentre intanto circola il nuovo ordine di servizio.

“Riorganizzazione delle strutture federali” c’è scritto così nella prima delle otto pagine del nuovo assetto, la decorrenza fissata all’1 febbraio, la firma in calce è quella del segretario generale Marco Brunelli che resta in servizio seppure (forse) depotenziato o comunque demansionato, al quale viene affidato però anche l’ufficio della “Total security” (si legge nelll’ordine di servizio “sicurezza fisica e ambientale“, per la gestione “della sicurezza degli ambienti, attrezzature e persone in particolare soggetti apicali, per la definizione dei processi da attuare per l’aumento della sicurezza fisica del personale presente in Federazione“) affiancato di certo da tre vice-segretari: Di Sebastiano, Gioia, Valentini. Intanto nel borsino continua a salire le gerarchie Giancarlo Viglione, negli uffici delle segreterie degli organi di giustizia federale si registra un notevole cambiamento, l’ex segretario Aia Francesco Meloni assume nuovi incarichi, l’ex Deloitte Valter Cafferata assurge a nuove delicate mansioni, la segretaria dell’Aia Silvia Moro, nominata dal deferito e dimissionario Trentalange, compare pure lei nell’ultima pagina dell’ordine di servizio nel quale inoltre lo storico segretario della giustizia sportiva Martucci passa alla segreteria organizzativa del “Club Italia”, Club Italia presieduto da Gravina e per il quale il presidente federale incassa regolare stipendio (circa 240mila euro annui).

Tutto già ampiamente previsto e descritto mesi fa (leggi qui, qui e qui), tutte ma proprio tutte le anticipazioni, le nomine e gli spostamenti fedelmente riprodottisi su carta intestata Figc ieri pomeriggio quando l’ordine di servizio è stato imbucato nella casella di posta di tutti i dipendenti. In fondo, come riportato mesi fa, al lavoro ci si era messi da fine estate, da quando Gravina s’era affidato alla consulenza di Gianni Prandi (leggi qui) ex imprenditore tessile, editore radio, titolare della società “Assist group” tra i cui rami ci sono consulenza aziendale, tecnologia, marketing: una partecipata è “Vidierre”, società che si occupa del monitoraggio dei media e che ha avuto e ha un bouquet di clienti ragguardevole tra cui Audi, Volkswagen, AC Milan, Lega Calcio, Nike, Adidas, Coni, Intesa Sanpaolo, Edison. Al rientro dalle vacanze, abbronzato e preoccupato, il presidente federale aveva tuonato e annunciato urbi et orbi. “Sarà una svolta epocale, una rivoluzione. Epocale”: così nel corso dell’incontro coi responsabili di uffici e strutture della Federazione dopo le vacanze. Parole solenni, e un obiettivo dichiarato: il personale doveva ruotare negli uffici, compresi i responsabili. “Così le cose non vanno bene, ognuno lavora da solo, la gente negli uffici non si parla, non comunica. Bisogna fare squadra: la job rotation è necessaria”. Non tutti pare avessero accolto col sorriso questo (pre)annuncio di svolta. Gravina però andava deciso, un nuovo valzer di spostamenti e nomine stava per arrivare. Una specie di rivoluzione mentre tutti, dentro e fuori via Allegri, restavano in attesa. Il nuovo assetto avrebbe dovuto entrare in funzione dal primo gennaio: in ritardo di un mese il momento adesso è arrivato, aprendo però un nuovo fronte interno, destinato a produrre spaccature anche all’esterno. L’attesa adesso riguarda almeno il 30% del personale, destinato a cambiare ufficio e mansioni dopo il nuovo ordine di servizio che riguarda i responsabili delle strutture nell’organigramma-funzionigramma allegato sempre ieri. Intanto da oggi fibrillazioni e fervore aumentano, in un momento già assai delicato: il processo Juve, gli arbitri, le riforme bloccate, la corsa elettorale in Lega Pro, le attese governative di un cambiamento reale e non solo relegate in un ordine di servizio. Per alcuni somiglia a un arroccamento, a una blindatura, per altri ad un disegno di deciso rilancio e affondo: alla fuga di notizie, al corto circuito nella giustizia sportiva, agli introiti in calo, all’immagine offuscata, Gravina intanto risponde così. Si parte con un aggiornamento dell’assetto operativo e organizzativo dentro il Palazzo. Le fondamenta per un nuova stagione?

Intanto. “La creazione di aree di presidio strategico, affidate a tre vice-segretari, è ispirato alla logica innovativa della “rinnovabilità” con l’obiettivo di guidare il cambiamento, ideare la trasformazione culturale, procedurale, regolatoria e digitale della Federazione. La nuova stuttura organizzativa, nel rispondere a criteri di efficienza, efficacia ed economicità, è orientata a processi di valorizzazione del patrimonio di risorse umane e delle competenze presenti, al reperimento di nuove risorse economiche, al rafforzamento della dimensione internazionale della Figc”. A suo riporto diretto, Gravina tiene canali e settori fondamentali: la “segreteria organizzativa del Club Italia”, le “relazioni istituzionali e ufficio legislativo”, le “relazioni esterne e la comunicazione istituzionale”, “l’area istituzionale”, le “relazioni internazionali”, gli anglosassoni “internal audit e risk management” e “compliance”.

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Il cambio per le nazionali e l’ascesa di Viglione. La segreteria organizzativa del Club Italia resta a Mauro Vladovich mentre il coordinamento delle attività delle squadre nazionali passa a Giuseppe Martucci, per anni efficiente e valente segretario della Procura federale (snodo fondamentale, specie di questi tempi), sostituito (come anticipato venti giorni fa, leggi qui) da Salvo Floriddia, che fino a ieri era il segretario del Tribunale federale Nazionale (qui subentra Marco Lai) e che era in lizza insieme alla siciliana Giuseppina Anna Dinolfo destinata adesso invece alla “compliance”, e cioè alla verifica della conformità delle attività alle normative, ai regolamenti e alle procedure aziendali. Un deciso passo in avanti lo fa Giancarlo Viglione, braccio destro da oltre due anni di Gravina : l’avvocato che ha difeso e difende spesso in giudizio la Figc e che faceva da coordinatore delle segreterie degli organi della giustizia sportiva, diventa adesso il responsabile delle relazioni istituzionali e dell’Ufficio Legislativo della Figc “per il supporto ai vertici federali nelle relazioni con le autorità istituzionali, sportive e governative”. Un ruolo decisivo, strategico, affidato da Gravina a uno degli uomini a lui più vicini e fidati. Anche se c’è da notare anche un curioso passo laterale: nel momento più delicato in tema di giustizia sportiva Viglione lascia l’incarico di coordinatore delle segreterie degli organi di giustizia federale, incarico che passa al pensionando Di Sebastiano. Le relazioni esterne invece restano a Roberto Coramusi, l’area istituzionale a Benedetta Geronzi (la settimana scorsa in un hotel a Roma di proprietà del marito s’è svolta una riunione tra una ventina di club di Lega Pro e il candidato Marani caldeggiato da Gravina in opposizione a Vulpis, leggi qui) e le relazioni internazionali restano a Danilo Filacchione il cui lavoro in questi mesi è stato fondamentale per tenere aperto il canale con la Uefa (e la Fifa) e soprattutto per reggere la candidatura a “Euro 2032”.

I tre vice-segretari e gli interim. Come fosse un governo, nelle nomine presenti nel nuovo ordine di servizio si registrano spacchettamenti e qualche interim. Tre sono i vice-segretari, a supporto del segretario generale Brunelli su cui da mesi si registrano voci di addio o ridimensionamento. I tre vice sono il riconfermato Antonio Di Sebastiano che avrebbe dovuto andare in pensione il 31 dicembre scorso: è l’esperto di carte e regolamenti che in passato più di qualcuno aveva sostenuto e sussurrato essere assai vicino a Lotito e Tavecchio. A lui si aggiungono i due candidati da mesi: nomine puntualmente arrivate. Quella di Ilaria Gioia, in passato al “Coordinamento Operatività e Servizi” e poi agli “Affari legali”. Lavorativamente assai apprezzata ai tempi del duo Tavecchio-Lotito, già componente dell’ufficio giuridico Federcalcio, molto stimata da Giancarlo Abete: nel 2013 una sua nomina al settore giovanile e scolastico però pare fosse stata voluta da Uva per “limitarne” il raggio d’azione. Pare, disse all’epoca qualcuno, che quella scelta federale fosse stata compiuta anche per “tamponare” l’asse Michele Acampora (ex Digitalia08)-Antonello Valentini: verità o meno, di acqua e di persone ne sono passate sotto i ponti romani. A capo della segreteria del presidente federale Tavecchio, all’arrivo del commissario fu parcheggiata in Procura federale. Qualche anno dopo Ilaria Gioia entrò però nel “tavolo di lavoro” voluto da Gravina, inserita nella commissione “Governance” guidata da Giancarlo Gentile e nella quale sedevano anche Casamassima e Di Sebastiano. Il terzo vice-segretario, anche qui tutto scontato, è Giovanni Valentini, figlio di Antonello Valentini e nipote di Giovanni, ex direttore de “L’Espresso” ed ex vice direttore de “la Repubblica” – che in Federcalcio è arrivato nell’estate 2019 dopo il percorso Pubblitalia-Coni-Infront: da responsabile dell’ufficio commerciale della Figc passa adesso a vice-segretario, responsabile dell’area Revenue (commerciale e sviluppo business, crm e loyalties, diritti tv e implementation, ecosistema digitale) mentre alla Gioia tocca la responsabilità dell’area Staff (affari legali, information tecnology e poi procurement e servizi generali, queste ultime due aree affidate a Francesco Meloni che per anni è stato il segretario dell’Aia sotto la presidenza di Marcello Nicchi).

La mission di Di Sebastiano e gli organi di giustizia. Al vice-segretario Antonio Di Sebastiano va la responsabilità dell’area degli organi collegiali e federali. E quindi un’area che va dal coordinamento segreterie commissioni federali e di vigilanza sulle società le cui funzionalità sono affidate a Giuseppe Casamassima alle altre varie segreterie (partecipazione societarie, licenze Uefa, agenti sportivi e altre) divise tra Francesca Sanzone, Edoardo Maria Gargiullo, Giovanna Mazza, Gian Piero Persichetti, Paolo Nucci. A Di Sebastiano affidato anche il delicato ruolo di coordinatore delle segreterie degli organi di giustizia, in precedenza svolto da Viglione. Nello specifico: la segreteria della Procura federale a Salvatore Floriddia, la segreteria della Corte federale di Appello e Corte sportiva Appello nazionale a Fabio Pesce, la segreteria del Tribunale federale nazionale a Marco Lai, a Claudio Cresta invece l’incarico di coordinatore delle sezioni del Tribunale federale nazionale. L’attività a supporto degli organi di controllo invece a Valter Cafferata al quale è stata affidata ad interim anche la responsabilità degli uffici di “Internal audit” e di “Risk Management: Cafferata (leggi qui) era diventato mesi fa “coordinatore delle attività a supporto degli organi di controllo della Figc”. In precedenza aveva lavorato nella Deloitte, la società che fino al 2021 si occupava dei controlli sugli adempimenti federali delle società e che revisionava i bilanci dei club, comunicando poi i risultati alla Covisoc.

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