Basket, arbitri e veleni. Petrucci congeda Lamonica tra repulisti e cambiali elettorali: Grandini al vertice Cia. Un ruolo a Paternicò?

Il presidente federale mentre strizza l'occhio al Coni dà il benservito al suo commissioner. Nel comitato arbitri anche Di Girolamo. Corrias resta fuori. Malumori sui rimborsi tra i fischietti di serie B
Gianni Petrucci

Parlerà toscano il nuovo Comitato italiano arbitri, che sarà guidato da Gabriele Grandini, fiorentino e già vice-commissario del CIA negli anni scorsi. Grandini potrebbe anche non ricoprire la carica di presidente, ma nel consiglio direttivo sarà lui sostanzialmente ad avere le redini del comando insieme all’ex fischietto, e attuale presidente del Comitato regionale Abruzzo della Fip, Francesco De Girolamo, che ha incassato con amarezza la mancata nomina a presidente della Consulta dei comitati regionali (Gianni Petrucci ha voluto riconoscerla al campano Caliendo, chissà pare anche in ragione dell’apporto ricevuto nelle elezioni federali): le anticipazioni (leggi qui), sono state dunque confermate.

L’ottantenne presidente federale, che intanto si sta dando un gran da fare nella campagna Coni per il post Malagò (che aspiri a tornare a Palazzo H?), sconta intanto alcune cambiali elettorali. Adempirà ad esempio ai patti stipulati con il suo grande elettore Massimo Faraoni (tra i registi della sofferta rielezione alla Fip) che è stato lo sponsor di Grandini, fatto eleggere in consiglio federale. A quest’ultimo spetterà così il compito di rimettere ordine nella gestione degli arbitri italiani, ristabilendo nuove regole di convivenza dopo i tre anni di gestione assoluta di Luigi Lamonica, il cui destino si avvia ad essere parecchio ridimensionato.

Petrucci, che tre anni fa aveva voluto (e imposto) Lamonica come commissioner riconoscendogli un contratto da oltre centomila euro, aveva annunciato poche settimane fa di volere tornare a una gestione collegiale degli arbitri italiani, evidentemente deluso da tre anni durante i quali il modello dell’uomo solo al comando non ha certo prodotto i risultati sperati, anzi: la penuria di arbitri a disposizione delle regioni e la perdita della qualifica di internazionale di Manuel Mazzoni per mancato superamento dei test atletici rappresentano solo le ultime gocce in un Oceano diventato una vera e propria fossa delle Marianne. Senza dimenticare il lungo elenco di polemiche e accuse sul rendimento arbitrale dei fischietti di ogni ordine e grado (in questa stagione si è superato ogni record) e, ultimo ma non ultimo, il rapporto a dir poco complicato con la Fiba (al quale Petrucci ha sempre tenuto moltissimo), guidata da Carl Jungebrand che negli ultimi tre anni ha dovuto amaramente prendere atto di quanto è accaduto in Italia: diversa applicazione delle regole di meccanica arbitrale, ruolo marginale affidato, come semplice collaboratore in  serie B, ad uno dei migliori formatori mondiali, quel Roberto Chiari chiamato, dopo Olimpiadi e Mondiali, a istruire arbitri in mezzo mondo, estromissione totale dai ruoli dirigenziali del suo istruttore Fiba per l’Italia Sergio Borroni (ex arbitro di serie A sostituito dal veneto Francesco Barbieri che non ha mai arbitrato né in serie A né in Legadue). Il tutto senza dimenticare il pasticcio degli arbitri donna, che il commissioner aveva estromesso dalla serie A1, revocando l’abilitazione a tutte quelle non in possesso della qualifica nazionale maschile, salvo dovere revocare in fretta e furia la sua decisione. E poi la nomina, come istruttori internazionali, di due ex arbitri di terza serie nazionale (uno dei quali costretto a ripetere la prova dopo il mancato superamento).

Nonostante ciò Luigi Lamonica non dovrebbe scomparire completamente dalla scena. Per lui pare si profili un ruolo di responsabile della serie A, magari come figura di raccordo tra Fip e Lega (ma quest’ultima sarebbe poi pronta e disponibile a garantire un contratto all’attuale capo degli arbitri?).
In libera uscita ci sono anche gli attuali uomini di punta del commissioner, a partire dall’attuale suo vice nonché responsabile della serie A Marco Giansanti, e Nicola Longo, referente della Legadue. Ma il repulisti riguarderà anche tutta la pattuglia di osservatori e altri incaricati, solo alcuni dei quali potranno sperare almeno in un posto da semplice osservatore arbitrale. La svolta toscana del CIA non dovrebbe però riportare in auge Silvio Corrias ma potrebbe vedere  in prima fila, insieme a  Roberto Chiari e Sergio Borroni, anche il livornese Dino Seghetti (in possesso di qualifica di istruttore Fiba, proprio come l’altra vittima delle epurazioni del commissioner, il siciliano Gianni Di Modica).
Oltre ad una sostanziale rivoluzione nel settore formatori, il cambiamento potrebbe fare tornare nei ruoli dirigenziali anche l’ex responsabile della Legadue Enrico Sabetta – guarda caso liberatosi pochi mesi fa dall’impegno di dirigente a Trapani – e Carmelo Paternicò, il fischietto più anziano della serie A italiana, che, paradosso dei paradossi, quest’anno ha diretto più gare nella Eurolega che nella massima serie e che non ha mai reagito (fatta salva la diffida legale inviata per la mancata ricezione del contratto di lavoro sportivo) al trattamento ricevuto quest’anno.

Messo mano al vertice arbitrale, Petrucci si occuperà poi anche di un’altra questione che resta tema assai scottante e che riguarda la situazione degli arbitri di serie B, tra cui continua a serpeggiare grande malumore, tanto che un paio di mesi fa s’era paventato il rischio di uno sciopero? Al di là delle “promesse” (ancora non mantenute) elettorali, e al di là della questione dell’impiego di una terna anche per le gare di serie B, sul tavolo resta il nodo relativo ai compensi. Il gruppo arbitrale di serie B si considera trattato come l’ultima ruota del carro. A titolo esemplificativo, tra il 2023 e il 2024 il gettone degli arbitri di Serie A1 è aumentato da 1.000 a 1.200 euro a partita (+20%), quello della Serie A2 da 400 a 500 euro, e nel massimo campionato femminile da 200 a 300 euro. Inoltre, già dal 2023, gli arbitri delle prime due categorie nazionali godevano di rimborsi per pernottamento e vitto (rispettivamente 100 e 40 euro), nonostante le problematiche legata a ricevute false o importi gonfiati (vicenda ampiamente trattata su questo sito, leggi qui e qui). In netto contrasto, per gli arbitri di serie B è rimasto inalterato il gettone a 100 euro, mentre i rimborsi per pasti e pernottamento erano rimasti fermi a 35 e 80 euro. Rimborsi poi liquidati dalla federazione con ritardi di 3-4 mesi. Un ulteriore aspetto critico riguarda i criteri di trasferta: mentre agli arbitri nazionali delle prime due categorie è richiesto di raggiungere il luogo della gara la sera precedente per assicurarsi un adeguato riposo, agli arbitri di serie B viene imposto di arrivare solo due ore prima dell’inizio della partita.

 

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