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Arbitri: caos, veleni e spaccature. È bufera nell’Aia sui soldi dello sponsor e sui rimborsi. La minoranza attacca, il presidente Pacifici traballa

Il brindisi di traverso a Natale, la riunione del Comitato Nazionale e le manovre politiche. Sul tavolo il nodo del contratto (oltre 2 milioni) stipulato dalla Figc con la Givova e le richieste di acquisto di nuovo materiale. Oltre diecimila richieste di rimborsi spese ancora inevase

Il già finto e forzato idilliaco quadretto del Comitato Nazionale rieletto appena nove mesi fa (è il caso di dire, un parto/patto forzato) è da tempo finito in frantumi. Anzi, in mille rivoli, così come il veleno che scorre a fiumi dentro il mondo arbitrale. E mentre le cronache si riempiono all’esterno di pagine e commenti sugli errori arbitrali (in campo e al Var) ma sempre troppo pochi a chiedersi del perché di alcune strambe designazioni, all’interno dell’Aia si sta consumando una lotta intestina. E così, mentre il designatore Rocchi redarguisce e punisce preparandosi a una nuova conferenza stampa “dettata” dal resoconto della squadra arbitrale nel girone d’andata, una parte del Comitato Nazionale Aia continua a incalzare la risicata maggioranza con temi e questioni fondamentali. Il quadretto da “Mulino Bianco” è andato in frantumi al brindisi di Natale: giorni di feste affilati nei quali c’è stata poi una riunione straordinaria del Comitato Nazionale e un’altra potrebbe esserci a breve, sempre richiesta dalla “minoranza”, pronta a sfiduciare il tremolante ed ecumenico presidente Aia Carlo Pacifici che in queste ore, raccontano, starebbe pensando anche alle dimissioni. Se così fosse, si aprirebbe una parentesi a pochi mesi dalle nuove elezioni: l’Aia verrebbe commissariata dalla Figc prima del nuovo voto. Le domande, però, sono ben altre.

Che fine hanno fatto e come sono stati impiegati i soldi dello sponsor tecnico? Perché è stato espressamente chiesto a molti presidenti di sezione di acquistare altro materiale d’abbigliamento tecnico dal nuovo sponsor oltre quello già fornito da contratto? Come è possibile che oltre diecimila richieste di rimborso spese presentate da arbitri e assistenti (dalla Lega Pro a scendere, fino ai campionati dilettantistici) non siano state ancora evase? Come mai, a fronte d’incarichi specifici che si moltiplicano e d’impegni assunti ai massimi livelli istituzionali, gli episodi di violenza contro la classe arbitrale sono addirittura aumentati in percentuale su base annua? Sono solo alcune delle domande piombate prepotentemente sul tavolo del Comitato Nazionale dell’Aia riunitosi in via straordinaria a tre giorni dal nuovo anno su richiesta di quattro dei nove componenti (fatto mai accaduto prima) appena una settimana dopo la conclusione della riunione ordinaria. Domande alle quali non è stata data ancora una risposta, domande e istanze pronte a trasformarsi in iniziative dirompenti che rischiano di incendiare la già velenosa volata elettorale che dovrà portare all’elezione del nuovo presidente Aia e del nuovo Comitato Nazionale prima della fine dell’anno appena iniziato, naturalmente sotto l’attento e vigile sguardo della Figc che in fondo le sue scelte le ha già fatte perché il presidente Gravina vuole Rocchi come commissioner, cioè vuole affidargli, dietro adeguato compenso, un ruolo politico e tecnico (leggi qui).

Domande e mancate risposte che hanno amplificato distanze sempre più siderali tra le due anime del Comitato Nazionale eletto sette mesi fa e che in sostanza è formato dagli stessi componenti del precedente comitato a guida Alfredo Trentalange senza però più Trentalange e il suo vice (e deus ex machina) Duccio Baglioni. Negli ultimi sette mesi il solco è diventato sempre più profondo. Da una parte i quattro componenti rimasti fedeli a Trentalange e soprattutto all’indirizzo politico-riformatore che gli aveva consentito di battere Nicchi nel 2021 (Senesi, Mazzaferro, Camiciottoli e Marconi), dall’altra invece l’ala che fa capo all’attuale presidente Pacifici che nel corso dei mesi si è sensibilmente avvicinato alla sponda federale e che ingloba il vice Zaroli (anche lui assai sensibile alle sirene romane e a caccia di sponde federali), Archinà, Affinito e Zappi. Divergenze sempre più grandi, veleni sempre più striscianti: due settimane fa la divisione si è plasticamente trasformata in un plateale distacco scenografico.

Il brindisi di traverso. Mentre a Coverciano il 21 dicembre il presidente federale Gravina brindava al Natale e al nuovo anno nell’incontro con i vertici dell’Aia e della Can alla presenza di tutti gli arbitri, assistenti e vmo di A e B inneggiando e celebrando «una squadra, l’intera classe arbitrale, che vive in armonia con i valori della federazione: devo ribadire lo splendido rapporto instaurato con il presidente Carlo Pacifici, con il vice Alberto Zaroli e, per la parte tecnica, con Gianluca Rocchi» prima del brindisi augurale coi vertici federali, i rappresentanti delle Leghe e i componenti degli organi tecnici Aia, si consumava un plateale distacco. Quattro componenti del Comitato Nazionale (Senesi, Camiciottoli, Marconi e Mazzaferro) lasciavano il centro federale di Coverciano decidendo di non partecipare al rituale scambio di auguri. Sui volti di Pacifici, Zaroli, Rocchi traspariva nervosismo e stupore. Una presa di posizione forte quella della minoranza, preceduta però dalla richiesta di convocazione di una riunione straordinaria del Comitato Nazionale che si è poi tenuta una settimana dopo. Una riunione nella quale i quattro componenti hanno messo sul tavolo una serie di questioni spinose e di domande incalzanti che però non hanno (ancora) trovato risposta. Una serie di questioni (altre sono in arrivo) che in sintesi si possono elencare così: un’imponente elenco di richieste di rimborso spese inevase e l’emergenza designazioni nelle serie inferiori; il pressing dall’alto sulle sezioni e i comitati affinché venga acquistato nuovo materiale sportivo dallo sponsor tecnico, la richiesta di conoscere come e quanto l’Aia abbia incassato e come abbia impegnato i soldi; gli episodi di violenza crescenti e i risultati delle annunciate e sbandierate campagne anti-violenza; il destino delle sezioni locali e dei presidenti di sezione dopo la riforma dello sport. La riunione è stata lunga ma non ha prodotto risultati. Ha invece allargato distanze, ha lasciato interrogativi stringenti sul tavolo. Interrogativi e domande che potrebbero rimbalzare in una nuova riunione del Comitato Nazionale: la richiesta è già partita, i quattro non mollano e Pacifici sta sulla sponda del fiume.

Lo sponsor, il marchio, le richieste e il pressing. Un caso particolare è quello legato al nuovo sponsor tecnico. Ad agosto la scrittura privata che ha sancito l’accordo per la fornitura del materiale sportivo all’AIA è stata sottoscritta dalla Figc (la firma è di Gabriele Gravina) e dall’amministratore unico della società licenziataria esclusiva del marchio Givova. Il contratto triennale (luglio 2023/giugno 2026) sottoscritto ha un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Una cifra che la Givova s’è impegnata a corrispondere alla Figc nel triennio con rate bimestrali in qualità di sponsor tecnico scelto dalla Figc per l’Aia impegnandosi a fornire alla Figc (e per essa all’Aia) tutto il materiale tecnico e sportivo ad uso degli arbitri con un limite di valore massimo per ciascun anno non superiore ai 6 milioni di euro, somma determinata sulla base del listino Givova presentato con uno specchietto nel quale accanto ad ogni singolo materiale tecnico (dalla maglia da gara al pantaloncino, dalla tuta ai calzettoni) è stato stabilito il prezzo. Il materiale (la divisa da gara) è stato fornito, oltre che agli arbitri della Can A-B, Can C e Can D, anche agli arbitri e agli assistenti di tutte le sezioni italiane (per ciascun anno è indicato anche numero e tipo di materiali per le sezioni provinciali incluse nell’ordine generale: in questo caso lo sponsor emette fattura sulla base dei valori indicati e la Figc emette fattura a titolo di concessione dei diritti di importo pari alle fatture emesse da Givova). Nell’accordo però c’è scritto che se le esigenze dell’Aia dovessero superare il valore e il numero dei materiali forniti, lo sponsor tecnico si impegna a consegnare ulteriori quantitativi a fronte del pagamento da Figc o Aia (che non ha sottoscritto l’accordo) in base ai prezzi di listino fissati per l’Aia scontati però del 50%. Se invece i prodotti forniti non sono quelli previsti nell’accordo, il prezzo da applicare è quello del listino ufficiale di Givova. Oggetto dei diritti concessi a Givova è soltanto il marchio Aia: la Givova ha però il diritto di realizzare e commercializzare repliche dei materiali con marchio Aia, vendita del materiale per il quale però deve riconoscere una royalty alla Figc che è la cessionaria del diritto di sfruttamento economico dei diritti d’immagine degli arbitri.

In sostanza quindi, la Figc chiude l’accordo con lo sponsor tecnico dal quale incassa oltre 2 milioni in tre anni dando in uso il marchio Aia. La stessa Figc solleva da ogni responsabilità lo sponsor tecnico da qualsiasi pretesa avanzata da terzi per l’uso che Givova fa del marchio Aia secondo quanto stabilito nell’accordo. Quindi materialmente l’Aia non è presente alla firma del contratto e non entra nelle decisioni su consegne, numero, prezzo. Inoltre non c’è nemmeno scritto che la Figc s’impegna a girare all’Aia la cifra incassata.

Emergono poi due curiosità: il logo Aia a chi appartiene? È un marchio registrato? Non solo: nell’accordo non compare mai per iscritto, stabilito e statuito un obbligo di acquisto di ulteriore materiale rispetto a quello fornito. Eppure da un paio di mesi molti presidenti di sezione (ognuna ha un codice fiscale con il quale opera) e di comitati regionali vengono sollecitati a fare nuovi acquisti e a predisporre nuovi ordinativi da inoltrare alla Givova: sono molte le lamentele arrivate, tanto che la questione è diventata argomento centrale nel corso del comitato nazionale straordinario. Perché? Come mai? Queste le domande. I quattro della “minoranza” hanno chiesto conto soprattutto al vice-presidente Zaroli del perché di queste richieste che sarebbero state recapitate e sollecitate con tanto di specchietto nel quale sono annotati i capi da ordinare. Perché? È una reale esigenza? Oppure, sostiene forse anche malignamente qualcuno, è un aiuto che si vuol dare alla Givova nel rientrare dall’investimento sostenuto (l’accordo con Givova, a onor di cronaca, anticipato qui di sette mesi in un articolo del dicembre 2022 quando a tener banco era la vicenda D’Onofrio, fu preso dall’allora vice-presidente Baglioni) secondo l’accordo siglato con la Figc? Oltre alla questione dello sponsor tecnico, iniziano a rimbalzare richieste di trasparenza anche su altri contratti di sponsorizzazione, ad esempio quelli stipulati con Tigotà e Net Insurance.

I rimborsi spese. La questione sponsor/ricavi ha assunto ancor più vigore perché si lega a un’altra questione scottante. Quella dei rimborsi spese. Sono infatti oltre diecimila le richieste ancora inevase. Richieste di rimborso avanzate dagli arbitri e dagli assistenti che dirigono nelle serie inferiori, sino ai dilettanti e alle giovanili. Ferme al palo anche per un intricatissimo, e pare inefficiente, sistema di distribuzione. Ci sono arbitri che avanzano anche migliaia di euro; ci sono tantissimi giovani e giovanissimi arbitri e assistenti costretti a anticipare spese che saranno poi rimborsate ma non si sa più quando. Oltre al quando, c’è anche la questione del quanto: il rimborso spese di 0,21 euro a chilometro doveva essere aumentato a 0,35 euro a km, un adeguamento richiesto alla Figc (l’Aia non ha autonomia patrimoniale, però ecco che ritorna la questione: alle sezioni Aia e ai Cra è stato chiesto di acquistare materiale dallo sponsor tecnico che ha sottoscritto il contratto con la Figc) che pare non sia ancora entrato in vigore, adeguamento che visti periodo inflattivo, crisi energetica e rialzo dei prezzi del carburante, rischia di essere comunque non sufficiente. Il doppio-tesseramento ha certo ridato una spinta all’incremento delle iscrizioni ma di pari passo si registra un aumento nel numero di abbandoni mentre cresce il numero di partite e dunque di designazioni: ci sono molti casi di doppie direzioni nel corso del week end e la carenza è stata per ora tamponata anche con l’impiego di arbitri dismessi. Fino a quando sarà possibile tener botta? La questione dei rimborsi è dunque un’altra delle questioni che sono piombate sul tavolo del Comitato Nazionale straordinario. Anche su questi punto nessuna decisione è stata adottata.

Il fenomeno violenza. Di iniziative ne erano state annunciate tante per contrastare gli episodi di violenza che, specie nelle categorie inferiori, hanno come vittime arbitri (giovani, per lo più) e assistenti nelle categorie inferiori. «L’impegno della Federazione, condiviso con Pacifici, Zaroli e Rocchi, è attivare tutte le procedure possibili per combattere gli atti di violenza, avviare meccanismi di valorizzazione per recuperare la crisi di vocazione in un settore cosi importante come quello arbitrale e continuare a investire sulla formazione» aveva ripetuto il 21 dicembre Gravina nella riunione a Coverciano, lì dove c’era in prima fila il presidente Aia Pacifici che nel suo manifesto elettorale ad aprile 2023 aveva messo il punto (contrasto alla violenza sugli arbitri) come il punto centrale del suo mandato. I dati, pubblicati proprio sul sito Aia a dicembre, segnalano invece come la situazione sia addirittura peggiorata. Nella stagione 2022/23 gli episodi di violenza contro arbitri e assistenti erano stati 116 sino a dicembre 2022; nella stagione in corso sono 192 gli episodi segnalati sino a dicembre 2023. Dunque un incremento notevole che rischia di superare a giugno il dato finale (340 episodi) di giugno 2023. Un incremento pari agli incarichi conferiti sul tema. La Figc aveva già affidato all’ex vice presidente Aia Baglioni il coordinamento del tavolo sulla violenza, poi in estate il Comitato Nazionale aveva dato all’ex presidente Trentalange l’incarico di responsabile della Commissione Aia “Progetti Associativi e contrasto alla Violenza”. Da poco però è arrivata una nuova nomina, annunciata in pompa magna dal vice-presidente Aia Zaroli. «Il presidente Pacifici è quotidianamente impegnato in prima persona sul tema e poi ha attribuito una delega specifica in Comitato Nazionale al componente Stefano Archinà». Dunque si moltiplicano gli impegni, gli incarichi e le deleghe (forse saranno anche compensazioni o consolazioni?), si accavallano progetti e intenti ma intanto ad aumentare sono soltanto gli episodi di violenza contro gli arbitri delle categorie inferiori.

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